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Beata Margherita Pole Madre di famiglia, martire
Festa:
28 maggio
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Somerset, Inghilterra, 14 agosto 1473 - Londra, Inghilterra, 27/28 maggio 1541
Nobildonna inglese di illustre stirpe, nipote dei re Edoardo IV e Riccardo III, Contessa di Salisbury, visse una vita segnata da opulenza, caduta in disgrazia e martirio. Cresciuta a corte, sposata a Sir Reginaldo Pole e madre di cinque figli, si distinse per devozione e pietà, guadagnandosi la stima di Enrico VIII, che la nominò contessa e le affidò l'educazione della figlia Maria. Tuttavia, la sua lealtà alla Chiesa Cattolica la pose in rotta di collisione con il re, che aveva divorziato da Caterina d'Aragona e si era staccato da Roma. Margaret disapprovò apertamente il matrimonio con Anna Bolena, perdendo il favore del re e venendo imprigionata nella Torre di Londra. Accusata ingiustamente di cospirazione, fu condannata a morte senza processo e decapitata il 27 o 28 maggio 1541.
Martirologio Romano: A Londra in Inghilterra, beata Margherita Pole, madre di famiglia e martire, che, contessa di Salisbury e madre del cardinale Reginaldo, fu decapitata nel carcere della Torre sotto il re Enrico VIII, del quale aveva disapprovato il divorzio, trovando così riposo nella pace di Cristo.
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Come cadere in disgrazia del re, tanto da perderci la testa. Sono significative al riguardo le vicende di nobili, ecclesiastici e funzionari della corte di Enrico VIII, re d’Inghilterra, decapitati perché si erano opposti al suo divorzio dalla legittima moglie e al conseguente strappo dalla Chiesa di Roma, per alcuni dei quali la morte fu riconosciuta autentico martirio e, in conseguenza di ciò, elevati all’onore degli altari. La mannaia del boia non risparmiò neppure la nipote dei re d’Inghilterra Edoardo IV e Riccardo III, Margaret, figlia del duca di Clarence.
Cresciuta a corte insieme ai figli di Edoardo IV perché i suoi genitori sono morti entrambi quando lei ha pochi anni. Le combinano il matrimonio secondo l’uso dell’epoca e allo scoccare dei 18 anni la danno in sposa a Sir Reginaldo Pole di Buckinghamshire, che però 12 anni dopo la lascia vedova con cinque figli da allevare. Oltretutto si trova in notevoli difficoltà economiche, perché la sua famiglia è stata spogliata di tutte le proprietà e i titoli nobiliari.
Deve essere un modello di sposa, di madre e di vedova, oltrechè di devozione e pietà, se Enrico VIII, salito al trono nel 1509, la considera “la donna più santa d’Inghilterra”. E’ così tanta la stima che il re nutre per lei da farle restituire tutti i beni confiscati, reintegrarla in tutti i diritti della sua famiglia, crearla contessa di Salisbury e, addirittura, affidarle l’educazione della sua bambina, la principessa Maria. La sua riabilitazione è però tanto rapida quanto la sua sfortunata caduta in disgrazia: infatti, la contessa Margaret è, sì, entrata nelle grazie del re ma non gli è così succube da avvallare il matrimonio che questi ha celebrato con Anna Bolena, dopo aver divorziato dalla moglie. Lo disapprova, anzi, in modo così deciso e pubblico da attirarsi le ire del re che, come primo provvedimento, la esonera dall’incarico di governante della principessa e la costringe a lasciare la corte. Vi è riammessa dopo la caduta di Anna Bolena, ma ormai i rapporti con il re sono definitivamente compromessi.
A peggiorare i già difficili rapporti certamente contribuisce uno scritto del figlio di Margaret (Reginaldo, futuro cardinale) a favore dell’unità della Chiesa e contro la supremazia del re, che ne resta così infastidito, anzi contrariato, da pensare di sbarazzarsi dell’intera famiglia: Falsi testimoni arrivano ad accusare Margaret di cospirazione; sottoposta ad un estenuante interrogatorio per una giornata intera, tiene testa ai suoi accusatori con la sua abilità intellettuale e, soprattutto, con la sua dignità e la sua levatura morale che tutti le riconoscono.
Malgrado ciò, e quindi senza alcuna imputazione ma unicamente sulla base di calunnie, viene imprigionata nella torre per quasi due anni, patendo il freddo e la fame. E dato che nessun tribunale se la sente di giudicarla e condannarla, scelgono di non processarla, privandola così della possibilità di difendersi. La condannano però a morte mediante decapitazione, che viene eseguita il 27 (o 28) maggio 1541 da un boia maldestro che sbaglia mira e quindi prolunga la sua sofferenza. Il 2 febbraio 1886 Papa Leone XIII proclama beata Margherita Pole, la contessa che non aveva avuto paura di opporsi al re, anche a costo della vita.
Autore: Gianpiero Pettiti
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