Defendente Zambra, detto Dino, nacque a Chieti il 12 marzo 1922 dal barone teatino Gerardo Zambra e dalla signora lancianese Elena De Giorgio. Unico erede di una nobile ed agiata famiglia fu un giovane esemplare, si contraddistinse sempre per una alta moralità, grande modestia e tanta generosità. Quotidianamente si recava a pregare nella Abbazia cistercense di S.Maria Arabona a Manoppello (PE), di proprietà della famiglia e si dedicava ai giovani e ai più bisognosi sempre con sensibilità, rispetto ed umiltà. Dopo gli studi liceali al “G.B. Vico” nella città natale, fu studente modello alla Facoltà di Lettere presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Fu membro dell’Azione Cattolica, della FUCI e della Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli. Nel 1943, richiamato alle armi per servire la Patria, partì per la Seconda Guerra Mondiale e dopo il corso da ufficiale ad Ascoli Piceno, fu assegnato in Puglia. Ammalatosi di meningite, morì il 3 gennaio 1944 nel sanatorio di Lecce, senza alcun conforto familiare. Date le difficoltà del tempo, le spoglie di Dino tornarono alla Badia di S.Maria Arabona solo il 1 novembre 1944, dove con grande commozione si svolsero i funerali e dove riposa (nella seconda cappella alla destra dell’abside). Questo luogo divenne da subito meta di pellegrini, che ai piedi della sua tomba trovano forza, consolazione e speranza. La sua breve vita fu sempre all’insegna della grazia di Dio e della carità cristiana. Dopo la dipartita vennero alla luce i suoi scritti, in particolare il suo “Diario”, che rivelarono a tutti la bellezza della sua anima e la ricerca di essere conforme a Cristo. La sua fama e l’odor di santità si diffusero rapidamente in Italia e nel mondo, specialmente tra gli emigranti abruzzesi ed iniziarono a giungere notizie di grazie ricevute. Questo portò la Diocesi di Chieti-Vasto ad introdurre la Causa di Beatificazione mediante il Postulatore Don Antonio Graziani, canonico della Cattedrale San Giustino di Chieti, nominato dai genitori di Dino. Nel 1961 fu presentato all’Arcivescovo S.E. Mons. Giovanni Battista Bosio il “supplice libello”, cioè l’apertura del processo nella fase informativa diocesana. Tra i numerosi testimoni furono ascoltati i genitori, i parenti, tra cui lo zio il senatore Giuseppe Spataro di Vasto e tanti amici. Il processo diocesano si concluse nel 1969 ed il successivo Arcivescovo S.E. Mons. Loris Capovilla inoltrò il tutto in Vaticano, presso la Congregazione delle Cause dei Santi. Nel 1995 l’Arcivescovo S.E. Mons. Edoardo Menichelli riprese l’iter con la nomina del nuovo Postulatore della fase romana, il salesiano Don Pasquale Liberatore e ne seguì il decreto di validità del processo. Subito fu incaricato Don Antonio Bevilacqua, del clero vastese, per la redazione della “Positio super vita et virtutibus”, un approfondito lavoro consegnato alla Congregazione delle Cause dei Santi nel 2000, di cui si attende l’esito della Chiesa per poter elevare Dino Zambra agli onori degli altari. L’Arcivescovo S.E. Mons. Bruno Forte ha inserito la figura di Dino tra i Santi e i Venerabili del teatino nel testo dei “Lineamenta” del sinodo diocesano.
Autore: Filippo Marino
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