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San Giuseppe Marchand Sacerdote e martire

Festa: 30 novembre

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Passavant, Francia, 17 agosto 1803 - Heu, Vietnam, 30 novembre 1835

Martirologio Romano: Presso Huê in Annamia, ora Viet Nam, san Giuseppe Marchand, sacerdote della Società per le Missioni Estere di Parigi e martire, che fu condannato al supplizio delle cento frustate sotto l’imperatore Minh M?ng.


Nato a Passavant (dioc. di Besancon) il 17 ag. 1803 e compiuti gli studi nel seminario diocesano, passò, nel 1828, in quello delle Missioni Estere di Parigi. Ordinato sacerdote il 4 apr. dello stesso anno, il 12 magg. successivo partiva per l'Annam.
La sua prima attività si svolse soprattutto nella provincia di Binh-Tuan (Cambogia) in mezzo a più di settemila cristiani, distribuiti in venticinque villaggi. Il decreto di persecuzione del 1833 lo costrinse a riparare nella Cocincina meridionale, dove iniziò una vita randagia e nascosta, finché fu obbligato a nascondersi nel folto della foresta, nutrendosi di erbe. Scoperto dai soldati del ribelle Koi, dovette seguirli fin dentro la città di Saigon, dove costoro si asserragliarono per difendersi dalle truppe reali. L'assedio durò diciotto mesi, durante i quali il capo dei ribelli cercò, ma invano, di indurlo a scrivere alle varie cristianità per sollevarle contro il re. Caduta la città nel sett. 1835, il Marchand fu fatto prigioniero e accusato di aver partecipato alla ribellione. Vana riuscì ogni sua protesta; per cui, chiuso in una gabbia con altri cristiani, fu trascinato a Hué nella prigione Yo-Loang.
In alcuni interrogatori che seguirono, l'accusa fu rinnovata e confutata; perciò lo si volle indurre ad apostatare calpestando la croce; ma le risposte del martire furono sempre più decise, anche in mezzo alle terribili torture delle tenaglie infuocate. Il 30 nov., alle 5 del mattino, sette colpi di cannone invitarono gli abitanti ad assistere alla tortura delle cento piaghe, a cui il missionario, perdurando nel suo rifiuto di rinnegare la fede, era stato condannato. In mezzo ad insulti e ad accuse di infamia e di sortilegio, che provocavano degne risposte, ebbe inizio l'orribile supplizio in una successione paurosa di mutilazioni e lacerazioni fino a che, non reggendo ai tormenti, il martire spirò. Neanche il cadavere fu risparmiato, perché squartato, fu buttato in mare; anche la testa, che infitta a un'asta fu prima portata in giro, fu quindi frantumata e gettata in mare.
Beatificato da Leone XIII, il 27 magg. 1900, la sua festa ricorre al 30 novembre.


Autore:
Celestino Testore


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2008-11-12

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