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Beato Giuseppe Casas Ros Seminarista e martire

29 settembre

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Ordal, Spagna, 19 agosto 1916 - Moja, Spagna, 29 settembre 1936

José (in catalano Josep) Casas Ros nacque a Ordal, presso Barcellona, il 26 agosto 1916. Nel 1928 entrò nel Seminario Conciliare di Barcellona. Allo scoppio della guerra civile spagnola si trovava in vacanza a casa dei suoi genitori. Venne arrestato il 27 settembre 1936. Il giorno dopo, senza alcun processo e perché non aveva rinunciato alla fede in cambio della libertà, venne assassinato sulla piazza di Moià insieme a suo cugino, fra Gioacchino di San Giuseppe, religioso dei Carmelitani Scalzi. Entrambi sono stati beatificati il 28 ottobre 2007, nella stessa celebrazione in cui furono elevati agli altari quattrocentonovantotto martiri uccisi nel corso della guerra civile e della conseguente persecuzione.



José (in catalano Josep) Casas Ros nacque a Ordal, presso Barcellona, il 26 agosto 1916. Era il figlio maggiore di una famiglia di operai. Fu battezzato il 29 dello stesso mese e ricevette la Cresima il 9 maggio 1925.
Nel 1928 entrò nel Seminario Conciliare di Barcellona. Il 15 ottobre 1934, ricevendo la notizia dell’uccisione di sette seminaristi a Oviedo (beatificati nel 2019), avvenuta il 7 dello stesso mese, commentò: «Che felici i seminaristi martiri di Oviedo! Che io possa essere uno di loro!».
Quando scoppiò la guerra civile spagnola, preceduta e accompagnata dalla persecuzione contro i cattolici, era in vacanza al suo paese natale. Venne arrestato il 27 settembre 1936 e portato a Vilafranca del Penedés, sempre vicino a Barcellona.
Il giorno dopo, senza alcun processo e perché non aveva rinunciato alla fede in cambio della libertà, venne fucilato sulla piazza di Moià, ancora nei pressi di Barcellona. Con lui divise la prigionia e venne ucciso suo cugino, il carmelitano scalzo fra Gioacchino di San Giuseppe. José aveva appena compiuto vent’anni, mentre suo cugino ne aveva ventuno.
I loro corpi vennero sepolti nel cimitero di Moià il 29 settembre 1936. Il 24 maggio 1945 vennero riesumati: i resti di José vennero traslati nel cimitero del suo paese, mentre quelli di fra Gioacchino andarono nel cimitero di Badalona.
Uno dei fratelli del seminarista, Francesc Xavier, diventato poi sacerdote, all’epoca dei fatti aveva sette anni. Nelle sue memorie ha scritto di non aver mai sentito alcuna parola di odio da parte dei suoi genitori, i quali non manifestarono mai desideri di vendetta contro un uomo del loro paese che sicuramente aveva denunciato la presenza di suo fratello.
José e suo cugino sono stati inclusi in una causa che comprendeva in tutto sessantaquattro presunti martiri, uccisi nel territorio della diocesi di Barcellona durante la guerra civile: oltre a loro, quarantaquattro Fratelli delle Scuole Cristiane, tredici Carmelitani Scalzi, una Suora Carmelitana della Carità.
Per tutti loro si è svolto un unico processo: ottenuta l’autorizzazione della Sacra Congregazione dei Riti (cui un tempo competevano le cause di beatificazione e canonizzazione), le sessioni si sono celebrate dal 13 novembre 1952 al 7 giugno 1959.
L’inchiesta diocesana è stata convalidata il 18 ottobre 1991. La “Positio super martyrio”, presentata nel 1993, è stata esaminata positivamente il 18 novembre 2003 dai Consultori Teologi della Congregazione delle Cause dei Santi, poi, il 20 aprile 2004, dai cardinali e dai vescovi membri dello stesso organismo.
Il 22 giugno 2004, alla presenza del Papa san Giovanni Paolo II, è quindi stato promulgato il decreto che riconosceva l’uccisione in odio alla fede per tutto il gruppo, quindi anche per il giovane seminarista e suo cugino.
I sessantaquattro candidati sono stati beatificati in piazza San Pietro a Roma il 28 ottobre 2007, nel rito, presieduto dal cardinal José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, con cui erano elevati agli altari in tutto quattrocentonovantotto martiri della stessa persecuzione. La loro memoria liturgica è stata fissata al 6 novembre.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2019-07-17

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