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Beato Stefano d’Ungheria Martire

22 aprile

† 22 aprile 1334

Francescano, nativo, sembra, da Naggyvarad in Transilvania, rinchiuso “in loco qui S. Iohannes dicitur”, vicino a Saray – identificato dal Golubovich in Selitrenoje in Russia “sulla riva orientale dell’Aktuba, affluente del Volga”, fuggì un giorno dalla detenzione cercando riparo in Saray, dove rinnegò il cattolicesimo, facendosi maomettano. Pentitosi ben presto dell’apostasia, abiurò la nuava religione, ma venne condannato al rogo. Spentosi il fuoco due volte miracolosamente, fu ucciso il 22 aprile 1334 con la spada e con lancio di pietre. Sul luogo del martirio avvennero varie guarigioni miracolose.



Le fonti storiche su di lui sono scarne e frammentarie, limitandosi principalmente al breve testo intitolato "Passio fr. Stephani de Hungaria in civitate Saray Tartarorum", contenuto nella "Chronica XXIV Generalium Ordinis Minorum".
Stefano, nativo presumibilmente di Naggyvarad in Transilvania, entrò a far parte dell'Ordine Francescano. Nel 1334 si trovava in missione in Tartaria, presso la città di Saray, capitale dell'Orda d'Oro. Incarcerato in un luogo chiamato "S. Iohannes", Stefano riuscì a fuggire e a rifugiarsi nella stessa Saray. Qui, per timore del martirio, abiurò la fede cattolica convertendosi all'Islam.
Pentitosi amaramente del suo atto di apostasia, Stefano ritornò alla fede cristiana, abiurando pubblicamente l'Islam. Per questo motivo, fu condannato al rogo. Miracolosamente, le fiamme non lo consumarono, e fu quindi ucciso con la spada e lapidato il 22 aprile 1334.
Subito dopo la sua morte, Stefano fu venerato come martire dai fedeli locali. Il suo culto si diffuse rapidamente all'interno dell'Ordine Francescano e venne menzionato in diverse fonti storiche, tra cui la "De Conformitate Vitae B. Francisci ad vitam d. Iesu" di Bartolomeo da Pisa, il "Compendium Chronicarum Fratrum Minorum" di Mariano da Firenze e la "Chronica" di Giovanni da Winterthur.
Il Beato Stefano d'Ungheria è commemorato nel Martirologio Francescano il 22 aprile.


Autore:
Franco Dieghi

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Aggiunto/modificato il 2024-03-13

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