Castronovo di Sicilia, Palermo, 14 dicembre 1916 – 29 gennaio 1940
Pietro Di Vitale, nativo di Castronovo di Sicilia in provincia di Palermo, trascorse la sua esistenza tra il suo paese d’origine e il Seminario arcivescovile di Palermo. Iscritto all’Azione Cattolica e membro del Terz’Ordine francescano, intraprese gli studi per il sacerdozio con generosità, avendo come mira la santificazione propria e quella degli altri. All’inizio della seconda liceo gli si presentarono i sintomi di una sindrome dolorosa da enterogastroptasi, che lo consumò lentamente. Offrendo la sua vita e la mancata realizzazione del suo grande desiderio, Pietro si spense il 29 gennaio 1940, a ventitré anni. L’Inchiesta diocesana è stata celebrata nella Curia arcivescovile di Palermo dal 6 marzo 1987 al 25 giugno 1995. Il 5 luglio 2018 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui Pietro veniva dichiarato Venerabile. I suoi resti mortali sono custoditi presso la Chiesa Madre dedicata alla Santissima Trinità a Castronovo di Sicilia.
|
Pietro Di Vitale, sesto di otto fratelli – di cui due morti prima della sua nascita – venne al mondo il 14 dicembre 1916 a Castronovo di Sicilia, da Vitale Di Vitale e Anna Scimeca, in una modesta famiglia di contadini ma di solide tradizioni cristiane.
Venne battezzato il 24 dicembre e ricevette l’unzione crismale il 2 maggio 1921.
Entrò nella scuola elementare, sostenuto da una particolare intelligenza, nell’anno scolastico 1922-23.
Di profonda buona indole sin dall’infanzia, in quegli anni fece il chierichetto presso la Chiesa Madre della Santissima Trinità, con uno zelo che era presago della sua vocazione sacerdotale (uno zio e una zia materni erano religiosi).
A causa della disagiata situazione economica della sua famiglia, nel 1925 dovette interrompere la frequenza della scuola, ma in campagna, dove badava alle mucche, portava con sé i libri su cui studiava.
L’ambiente castronovese, oltre al clima familiare, con la presenza dei cappuccini fu di ulteriore stimolo alla maturazione spirituale del ragazzo: nella sua breve esistenza ebbe contatti tra gli altri con fra Vitale Lino (1868-1960) morto in fama di santità.
Nel 1930 Pietro manifestò alla zia suora il proprio desiderio di aderire alla vita religiosa, e con il di lei sostegno e l’aiuto economico di amici per pagare la retta del seminario vi entrò l’anno successivo, dopo che l’arciprete di Castronovo, Antonino Pace, lo aiutò a completare gli studi elementari e lo avviò per quelli seminaristici.
In quel periodo si iscrisse all’Azione Cattolica castronovese (che frequentò nei suoi ritorni in paese suscitando apprezzamento) e divenne pure terziario francescano.
Entrato in seminario (l’8 dicembre 1931 aveva vestito nella rituale cerimonia la veste talare) ottenne per concorso una borsa di studio: costante obiettivo fu l’adeguamento della sua persona al progetto di santificazione che Dio ha in serbo per ogni uomo, perseguito con semplicità e vigore.
Sempre zelante nella sua condotta ed ottimo conoscitore del latino, ottenne, con altri seminaristi, in premio la possibilità di recarsi a Roma nell’Anno santo straordinario del 1933.
Dedito allo studio, nel suo diario personale scriveva: «Il Signore mi ha dato una intelligenza aperta e una volontà energica, un giorno di questi doni dovrò rendergli strettissimo conto; perciò bisogna che ne faccia buon uso col farmi santo e dotto per la sua gloria».
Ben presto divenne oggetto dell’ammirazione dei superiori e del rispetto degli altri compagni.
Verso la fine del 1933 passò dal seminario minore a quello maggiore.
Di ritorno per le non molto lunghe vacanze, si prestava a Castronovo ad opere di carità per i più bisognosi e di sensibilizzazione del prossimo ai valori della fede. Aveva particolare predilezione per i fanciulli, in uno spirito di letizia francescana, durato anche quando la malattia non gli permise più di allontanarsi da casa.
Ebbe una intensa devozione verso il Santissimo Sacramento e la Madonna: si tramanda che durante le sue estasi di preghiera nella sacrestia della Matrice di Castronovo si sollevasse da terra.
Nel 1934 si presentarono sintomi di malattia allo stomaco, che lo condurrà alla morte, e che lo costrinse nel tempo a ritornare diverse volte a casa per soggiorni di riposo più protratti.
Nel 1937 Pietro ebbe temporaneamente, tramite don Giuseppe Germanà, un guanto di san Pio da Pietrelcina, a cui era stata rivolta richiesta di intercessione in favore del suo recupero.
In questi anni al seminario venne preposto in infermeria come aiutante al fine di esentarlo da tutti gli obblighi cui, a causa della malattia, era impedito di attendere.
Molto debilitato finì per fare definitivo ritorno a Castronovo, recandosi a Palermo qualche volta per delle visite mediche.
Morì nella propria abitazione il 29 gennaio 1940, le sue ultime parole, rivolto alla madre, furono: «Mamma, viva Gesù e Maria!».
Il giorno seguente il suo corpo non manifestava i segni del rigor mortis, ed i medici verificarono, ma invano, di un possibile caso di apparente decesso.
L’omaggio alla salma della gente castronovese fu così grande che questa fu trasportata nella chiesa di san Sebastiano.
Le esequie furono celebrate il 30 nella chiesa di san Francesco d’Assisi, per l’indisponibilità della matrice, alla presenza di molte delegazioni (tra cui quella del seminario).
Si racconta che quel giorno ed in quella circostanza fossero caduti petali dal cielo.
Le spoglie vennero deposte in un loculo offerto dall’Opera castronovese dopolavoro tra quelli del gruppo riservato ai propri iscritti.
I resti mortali di Pietro furono riesumati il 9 maggio 1986 e traslati il 14 dicembre nella Chiesa Madre della Santissima Trinità (dopo un passaggio nella sepoltura gentilizia dei Tramontana).
L’Inchiesta diocesana è stata celebrata nella Curia arcivescovile di Palermo dal 6 marzo 1987 al 25 giugno 1995. Il Decreto di convalida dell’inchiesta diocesana porta la data del 25 ottobre 1996.
La “Positio super virtutibus”, consegnata nell’agosto 2000, è stata esaminata dai Consultori Teologi della Congregazione delle Cause dei Santi il 16 novembre 2017, ottenendo parere affermativo. Il 3 luglio 2018 è stata celebrata la Sessione Ordinaria, nella quale i Cardinali e i Vescovi hanno espresso anch’essi parere affermativo. Due giorni dopo, il 5 luglio, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui Pietro veniva dichiarato Venerabile.
Autore: Danilo Caruso e don Mario Torcivia
|