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> Home > Sezione Chiese Orientali Ortodosse > San Demetrio di Uglic e Mosca Condividi su Facebook Twitter

San Demetrio di Uglic e Mosca Zarevic, martire

15 maggio e 3 giugno (Chiese Orientali)

19 ottobre 1581 – 15 maggio 1591

Figlio di Ivan il Terribile, nacque nel 1581, dopo la morte del padre salì al trono il fratello Teodoro che temeva costantemente un’usurpazione da parte del fratello minore. I tutori del nuovo zar decisero di eliminare il giovane Demetrio ed assoldarono dei sicari che, con la complicità della balia, lo uccisero il 15 maggio 1591. Demetrio è annoverato tra i santi fanciulli della Chiesa russa, coloro che oltre all’effusione del sangue, anche avevano reso gloria a Dio con la purezza. E’ ricordato nel suo giorno anniversario ed anche il 3 giugno.



Il principe Demetrio, figlio dello zar Ivan il Terribile e della sua settima moglie (la quinta legittima) Maria Nagaja nacque il 19 ottobre 1581. Era fratello ed erede dell'ultimo zar della dinastia dei Rjurichidi, Teodoro Joannovic. Dopo la morte del padre e l'ascesa al trono dello zar Teodoro Joannovic, i notabili di corte e i tutori del giovane zar decisero di mandare Demetrio, insieme alla madre e ai membri della famiglia Nagoj, a Uglic, sul fiume Volga. Tale provvedimento era stato suggerito dal timore che i familiari del giovane principe potesserro tentare di compiere una rivolta di palazzo e porre sul trono Demetrio. Tuttavia, pur vivendo a Uglic, Demetrio rappresentava sempre una minaccia sia per lo zar Teodoro sia per Boris Godunov, lo zar eletto subito dopo la morte di Teodoro. Secondo i suoi contemporanei, il piccolo Demetrio aveva ereditato il crudele temperamento del padre, e a Boris Godunov era stato riferito che i Nagoj lo stavano allevando nell'odio nei suoi confronti e che quindi poteva seriamente temere per il proprio futuro. Il  racconto cronachistico riporta che Godunov pensò di eliminare il pericoloso rivale prima cercando di farlo avvelenare, e poi, fallito questo primo tentativo, mandando in gran segreto a Uglic un sicario, Michele Bitjagovskij, insieme con il figlio Daniele e il nipote Nikita Kacalov. Il 15 maggio 1591 questi ultimi due, accompagnati dal figlio della balia del giovane principe, entrarono nel palazzo, e resisi conto dell'impossibilità di uccidere Demetrio senza che nessuno se ne accorgesse decisero di farlo apertamente. La balia aveva condotto il principe a passeggiare nel cortile del palazzo, dove lo attendevano i sicari. Osip Volokov, afferrato il principe per mano, gli chiese: «Signore, è nuova la collana che porti addosso?». Demetrio, sollevando la testa, rispose: «No, è vecchia... ».
Il malfattore lo colpì allora al collo con un coltello. Il colpo però non era stato preciso e aveva solo feito il principe alla gola. Alla vista del sangue, Volokov, spaventato, lasciò cadere il coltello e fuggì via. Allora toccò a Daniele Bitjagovskij e a Nikita Kacalov portare a termine l'assassinio: recisero la gola del rincipe e lo gettarono giù dall'alto ballatoio di una cala. In quello stesso momento, sul ballatoio uscì dalla torre del palazzo la madre del principe, Maria Fèdorovna.
Subito tutta la città fu in agitazione. Il campanaro della cattedrale prese a sonare le campane a stormo, e i sicari, spaventati, cercarono di nascondersi in una casa vicina. Michele Bitjagovskij si precipitò verso il campanile per impedire che le campane suonassero ancora, ma non riuscì ad aprire le porte sbarrate dal campanaro. Tornato sul luogo del delitto, tentò di convincere la gente lì accorsa che il principe, in preda a un attacco di epilessia, si era reciso la gola da sé.
«Assassino!», urlò la folla, e cominciò a lapidarlo. Questi cercò di nascondersi nella torre del palazzo insieme a un alro ancora dei suoi complici, Daniele Tret'jakov; ma la folla li raggiunse e li uccise entrambi, e dopo aver sfondato le porte della casa dove si erano nascosti gli altri due sicari, fece giustizia anche di loro. Osip Volokov fu trovato nella casa di Bitjagovskij e, legato, fu condotto nella chiesa della Trasfigurazione dove già si trovava il feretro con la salma del principe e dove fu fatto a pezzi davanti agli occhi della zarina, insieme con altre tre persone sospette catturate poco lontano dal luogo del delitto. Fu uccisa anche una «folle per Cristo» vista spesso vicino alla torre del palazzo e in casa di Bitjagovskij.
Le indagini, condotte dal notabile Andrea Kienin e dal principe Basilio Sujskij, presentarono la vicenda della morte di Demetrio sotto una luce diversa: probabilmente il giovane principe, mentre stava giocando con un coltello, era stato colto da una crisi epilettica durante la quale si era colpito casualmente da sé con il coltello che teneva in mano. Questo esito delle indagini portò a una dura punizione dei membri della famiglia Nagoj e degli abitanti di Uglic, giudicati colpevoli di sedizione e di abuso di potere: i primi furono mandati in carcere in lontane città; dei secondi, molti furono giustiziati, ma la maggior parte fu mandata in Siberia, dove si stabilirono nella città di Pelym. Le numerose contraddizioni e la chiara tendenziosità dell'indagine costringono a prendere con molta cautela le prove addotte. Tra gli storici, anche del nostro tempo, ci sono varie opinioni sulla morte di Demetrio e fino ad oggi non esiste una spiegazione convincente del perché la zarina Maria Fèdorovna riconobbe come suo figlio il primo falso Demetrio. Il solo desiderio di vendicarsi di Boris Godunov non sembra essere una spiegazione sufficiente.
Con la morte dello zar Teodoro, che non aveva lasciato figli, ebbe fine la dinastia dei principi moscoviti Danilovic, e il nome di Demetrio, assunto da vari impostori, servì da pretesto per l'inizio dell'epoca dei Torbidi. Basilio Sujskij volle dimostrare, una volta salito al trono, l'impostura del primo falso Demetrio e ordinò di traslare il corpo di Demetrio da Uglic a Mosca, cosa che ordinò anche il metropolita Filarete il 3 giugno 1606. In quell'occasione, all'apertura della bara, il corpo fu trovato incorrotto, e tale fatto portò alla canonizzazione di Demetrio. La pietà popolare russa infatti aveva una particolare devozione per i fanciulli vittime di morte violenta, poiché in questo caso l'immolazione del sacrificio si accompagnava alla purezza dell'innocenza. Le spoglie del principe Demetrio furono inumate nella cappella funeraria degli zar nella cattedrale dell'Arcangelo Michele, al Cremlino. La sua memoria ricorre il 15 maggio e il 3 giugno.


Autore:
Vladimir Keidan


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2011-09-21

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