La nascita di un figlio rappresenta all'interno di ogni coppia il miracolo dell'amore che arricchisce la vita... e se parliamo della piccola Anna Achilli tutto ciò non può essere che confermato dalla grazia che la sua presenza ha regalato a quanti l'hanno conosciuta o semplicemente incontrata nel loro cammino. Nata in una famiglia che poggiava le proprie fondamenta sulle più autentiche convinzioni cristiane, la piccola Anna cresce alimentandosi di questi valori rendendoli sempre di più propri; la Casa Generalizia delle Figlie di Maria Ausiliatrice vede dapprima la costante e partecipe presenza dei suoi genitori, Aldo e Maria poi, con assiduità come ne fosse una colonna portante, la loro figlia Anna, fascino e virtù delle giovani allieve. Non c'è impegno che la distragga... non c'è vacanza che la allontani: l'oratorio si nutre della sua presenza che non cessa di essere positiva e propositiva. Si sente chiamata ad aderire alle più diverse attività, spaziando senza indugi dal canto alla recitazione fino allo sport... davvero dinamico questo piccolo fiore! Ma Anna sapeva bene, pur nella sua giovane età, che è il Signore a compiere le grandi opere e per questo non dimenticava di ringraziarlo nella preghiera quotidiana e nella messa domenicale. Il suo anelito verso Dio è giovane come lei, unico, insaziabile e sempre presente. Conclude le scuole dell'obbligo per poi iscriversi al liceo scientifico ed è qui che cominciano a profilarsi i primi segni di quello che sarebbe stato un lungo calvario… i professori, notando un suo scarso rendimento, l'esortano a studiare di più, ma il poco profitto dell'allieva non risiede nella sua negligenza. Pur riconducendo il tutto a una stanchezza di fondo che spesso coglie l'età dello sviluppo, Anna comincia il lungo percorso delle visite mediche che hanno la loro tragica sentenza in una diagnosi precisa e inequivocabile: si tratta di encefalopatia, patologia che colpisce i centri nervosi, il cui decorso raramente è benigno. Anna, anche in questo caso, assume un atteggiamento più che mai maturo e dignitoso e, informata dal dottore in persona del proprio stato di salute, dice: "Ora sono più serena, finalmente so che si tratta di una malattia". La sua giovinezza, minacciata dallo spettro della morte, continua a rimanere fresca e solare: si crea attorno a lei quello stesso clima di amicizia che sa trasformare il suo letto di dolore in un luogo di incontri sereni come se fosse in oratorio, con dialoghi, preghiere, scherzi e perfino canti. Le infermiere del reparto restano sorprese e ammirate: conoscono i suoi canti e sanno che nella recita del Rosario Anna continua a trovare la forza per chiedere a Dio "sia fatta la Tua volontà". Nonostante il progredire della malattia infatti, ella continua a mostrare una grande capacità interiore e, se il fisico avanza nel decadimento, lo spirito, che attinge alla Sorgente, si fortifica e nobilita. Sapeva che il Signore di lì a poco l'avrebbe chiamata a sé, e lei aveva saputo cogliere la grandezza di questo mistero che nella malattia si era fatto progetto di salvezza. Negli ultimi istanti, poco prima di abbracciare Colui che tanto aveva amato in questa vita, suor Rosina le chiede se avesse voluto offrire la propria vita al Padre così come aveva fatto Gesù e il sì di Anna è immediato e spontaneo. Alla presenza dei suoi genitori e di don Andrea Struss, Anna emette i voti di castità, povertà e obbedienza facendo della sua vita un pieno dono. Nel 1981, a soli 17 anni finisce la giovane esistenza terrena di questo fiore che, vivendo la quotidianità della fede senza tanti perché e senza alcun ma, ha saputo imprimere negli altri il vivo colore della sua presenza.
Autore: Serena Manoni
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