Le leggi persecutorie dell'inizio del sec. XVII proibivano sotto pene severissime, l'aiuto e l'ospitalità ai missionari cristiani di origine straniera. La famiglia Tanaca non si curò di questo pericolo, ma con molta generosità diede accoglienza nella loro casa di poveri agricoltori a molti missionari stranieri. Essendo distante qualche miglio da Nagasaki ed in luogo non molto accessibile poteva costituire un naturale nascondiglio. Anche il p. Bartolomeo Torres ed il suo catechista Michele Tozò trovarono rifugio presso i pii Tanaca; ma la delazione di un rinnegato o l'invidia di giapponesi vicini di casa portarono alla scoperta dei missionari e all'imprigionamento degli stessi ospitanti. Marito e moglie furono trasferiti nelle carceri di Omura ove soffrirono gravi pene, sottoposti a un trattamento inumano, nonostante il quale rimasero fermissimi nella fede. Il 12 luglio 1626 venne l'ordine di trasferirli a Nagasaki per poi suppliziarli sulla collina della città, già celebre per altri martiri. Caterina morì per decapitazione, mentre il marito Giovanni fu sottoposto alla pena del fuoco. Il governatore Feizò volle più raffinato il supplizio: la legna, bagnata perché ardesse più lentamente, fu sistemata ad una certa distanza dal palo ove il martire era legato, in modo da farlo penare maggiormente. Quando il fuoco ebbe bruciato le funi, Giovanni sentendosi slegato si recò presso i compagni di martirio per baciarne le mani; poi ritornato al proprio palo lentamente fu consumato. Le ceneri vennero gettate in mare per impedirne la venerazione ai cristiani. I due martiri furono beatificati il 6 luglio 1867. La loro festa si celebra il 12 luglio.
Autore: Gian Domenico Gordini
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