Figlia primogenita di Nicola e Caterina Guatteri, una famiglia di poveri agricoltori.Appena ebbe l’età, la Notari fu costretta al duro lavoro dei campi e alla custodia del bestiame, per accudire, più tardi, anche i fratelli minori: Domenico, Maria, Giacomo, Teresa ed Ester. A quindici anni rimase orfana di padre e diventò così l’unico sostegno della madre. Quando la Notari ebbe compiuto i diciassette anni, cominciò a fare la sua comparsa nella zona Giuseppe Rabaglia, di trentasei anni, sposato e diviso dalla moglie, conosciuto come un tipo poco equilibrato e passionale. La Notari si accorse che l’uomo la seguiva e più volte dovette usare tutta la sua energia per allontanarlo. Non riuscendo a togliersi dattorno l’individuo, la Notari confidò la sua apprensione alla madre, la quale ne parlò al parroco e questi ai carabinieri. Il maresciallo convocò il Rabaglia, lo redarguì aspramente e gli proibì di fare ritorno ai Beveroni. L’uomo diradò le sue visite ma non desistette. La mattina del 17 dicembre 1913 si rifece vivo, deciso a ogni costo ad avere ragione della resistenza della Notari, che quella mattina si trovava in casa con la sorella Ester, di tre anni. La madre era fuori al lavoro e i fratelli Giacomo e Maria erano a scuola. Il Rabaglia entrò in casa e aggredì la Notari, la quale però riuscì a divincolarsi guadagnando prima l’atrio e poi un porticato, dove il Rabaglia la colpì per sette volte sul capo con una zappa, uccidendola. Due assi macchiate del sangue della Notari sono custodite come reliquia nella chiesa parrocchiale di Corniglio. La purezza della Notari è documentata nella cronaca che l’allora parroco di Villula, Ferdinando Venturini, stese su invito del vescovo Guido Maria Conforti: Il giorno 19-12-1913 il Regio Procuratore del Re fece un sopraluogo accompagnato dal distinto medico chirurgo signor Bresciani e dopo l’avvenuta autopsia questi ebbe a dirmi, in mia Canonica, alla presenza di altri: Signor Rettore, se la sua Parrocchia ha di questi corpi bisogna proprio che le faccia le mie congratulazioni. Anche il giudice Araldi, pretore di Corniglio, pochi minuti prima avevami detto: Siamo davanti ad una meraviglia: che corpo, che corpo angelico. In seguito ebbi poi la consolazione nel sentire nel verbale di autopsia confermata la purezza verginale dell’eroica giovine Virginia. Il Rabaglia venne arrestato la sera stessa presso la stazione di Berceto. Fu poi rinchiuso nel manicomio di Colorno ove stette per molti anni.In seguito fu trasferito a una casa di pena a Volterra. Da Volterra il Rabaglia tornò di nuovo al manicomio di Colorno, dove poi morì. L’eco del tragico fatto di sangue dei Beveroni percorse tutta la vallata e quelle vicine. Una folla enorme partecipò alle esequie solenni e altrettanta fu presente molti anni dopo al rito di traslazione dei resti della Notari nella chiesa parrocchiale di Corniglio. Il vescovo di Parma Pasini diede corso alle prime ricerche documentali sulla vicenda (1980) per l’eventuale processo di beatificazione.
Fonte:
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Gazzetta di Parma 9 gennaio 1980
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