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Maria Terwiel Martire

Testimoni

7 giogno 1910 - 5 agosto 1943


Alla vicenda della «Rosa Bianca», il gruppo di giovani universitari di Monaco di Baviera che si oppose al Nazismo, sono stati dedicati articoli, libri e spettacoli. Non altrettanto fortunati sono stati i giovani resistenti berlinesi spregiativamente chiamati dai nazisti «Orchestra rossa». In realtà non si trattava affatto di un gruppo omogeneo di persone con idee affini, bensì di un’associazione di persone di differente provenienza e formazione, unite dall’avversione per il regime nazista.
Il nome spregiativo e l’accusa di spionaggio a favore dell’Unione Sovietica hanno finora impedito di rendere il dovuto riconoscimento ai giovani oppositori. Del gruppo facevano parte Maria Terwiel, cattolica, e il fidanzato Helmut Himpel, evangelico.
Maria Terwiel era nata a Boppard sul Reno il sette giugno 1910. Il padre, Johannes, era cattolico e socialdemocratico, un’accoppiata molto rara a quel tempo in Germania. La mamma, Maria Schild, di origine ebraica, si era convertita al cattolicesimo alla vigilia del matrimonio con Johannes. La professione del padre, alto funzionario del governo prussiano, contribuì ai frequenti spostamenti della famiglia. Insieme con i fratelli più giovani, Ursula e Gerd, Maria crebbe in un’atmosfera familiare che garantiva senso di protezione e libertà intellettuale.
Ottenuta la maturità a Stettino, Maria si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell’università di Friburgo in Brisgovia. Se la filosofia fu la passione di Edith Stein, il diritto fu l’ispirazione costante di Maria, la cui vita presenta diversi tratti in comune con la santa carmelitana. Nel 1935 ella aveva pronta la sua tesi di laurea, comprese, tuttavia, che, dopo la promulgazione delle leggi razziali, non vi era più per una «mezzosangue ebrea» alcuna possibilità di esercitare la professione di avvocato per la quale si era coscienziosamente preparata. Rinunciò, dunque, a presentare la tesi e raggiunse i suoi a Berlino dove la famiglia si era stabilita dopo che il padre er a stato obbligato anticipatamente alla pensione.
Negli anni di studio a Friburgo Maria aveva conosciuto Helmut Himpel, studente di odontoiatria. I due giovani si erano frequentati e fidanzati e intendevano sposarsi non appena Helmut avesse iniziato la sua attività di dentista. Nel 1937 Helmut riuscì effettivamente ad aprire uno studio dentistico a Berlino ma le leggi razziali impedirono il matrimonio con Maria. Ciò nonostante, Helmut fu accolto come genero nella famiglia Terwiel.
Dal canto suo Maria non dimenticava la sua origine ebraica e lo studio del diritto. Si informava con attenzione sulla legislazione nazista e dal 1940 insieme con Helmut faceva parte di un gruppo di resistenza guidato da Harro Schulze-Boysen e Arvid Harnack. Il loro intento era di aprire gli occhi della popolazione sulla vera natura del regime nazista. Così nel 1941 Maria dattilografò e policopiò con la sua macchina da scrivere le tre prediche divenute famose del vescovo August von Galen.
Nel senso del diritto del vescovo di Münster, Maria ritrovava la propria passione per la giustizia. Dall’autunno del 1941 la situazione degli ebrei rimasti in Germania si aggravò drammaticamente. Helmut, di conseguenza, si recava di nascosto a curare i pazienti ebrei presso le loro abitazioni, Maria forniva loro tessere annonarie e falsi documenti di identità. La loro attività clandestina durò circa un anno, prima di essere arrestati il 17 settembre 1942. Maria venne condotta nel carcere della polizia a Berlino, Helmut fu trasferito nel carcere militare di Spandau. A lungo costretta alla cella di isolamento nei primi mesi, Maria ne subì gravi danni per la salute. Successivamente, dal dicembre 1942, divise la stretta cella con Krystyna Wituska, una giovane polacca che riuscì a mettersi in contatto con i fratelli di Maria e a trasmettere loro notizie della sorella. Il sostegno di Maria e Krystyna era la comune fede cattolica e la parola di Dio. Maria scrisse per l’amica un famoso inno di Paul Gerhardt: «O capo insanguinato e ferito». Krystyna ogni giorno traduceva per lei un piccolo brano dal suo Nuovo Testamento in polacco. Il processo si svolse all’inizio del 1943. Come era ampiamente previsto, Maria ed Helmut vennero condannati a morte insieme con la ballerina Oda Schottmüller e l’utensilista Walter Husemann per alto tradimento e favoreggiamento del nemico. L’esecuzione della condanna si fece attendere alcuni mesi. Venne prima giustiziato Helmut Himpel e, quando apprese la notizia, Maria ebbe un crollo psichico fino a tentare di togliersi la vita.
Superò, tuttavia, la depressione e riacquistò fiducia al punto da consolare i compagni di detenzione e da suggerire loro il modo più opportuno per rispondere agli interrogatori della Gestapo. Diceva spesso a Krystyna: «Peccato che io non ti possa difendere. Credimi: lo avrei fatto bene!» Dopo che un’ultima domanda di grazia rivolta al Führer venne respinta, fu giustiziata insieme ad altre quattordici persone il cinque agosto 1943.
Di lei restano come preziosa testimonianza cristiana il tenero amore per il fidanzato Helmut Himpel e la passione per il diritto e la giustizia che emergeva dalla massima a lei tanto cara: «justitia est fundamentum regnorum: la giustizia è l’unico solido fondamento di tutti gli stati».


Autore:
Elio Guerriero


Fonte:
«Avvenire», 27 settembre 2007

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Aggiunto/modificato il 2009-04-16

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