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Padre Maria Alberto (Félix) Leseur Sacerdote domenicano

Testimoni

Reims, Francia, 22 marzo 1861 – Chaudron-en-Mauges, Francia, 27 febbraio 1950

Félix Leseur nasce a Reims, in Francia, il 22 marzo 1861. Viene educato cristianamente, frequenta addirittura una scuola retta da religiosi, ma durante gli studi di medicina perde per strada la sua fede. Il 31 luglio 1889 sposa Pauline-Élisabeth Arrighi, una giovane molto devota, che però si allontana anche lei dalla fede a causa della vita mondana che i due conducono. Quando Félix le fa leggere la «Vita di Gesù» di Ernest Renan, un autore anticlericale, per reazione Élisabeth ritorna a credere. Non per questo abbandona le sue abitudini, né smette di amare il marito. Il 27 aprile 1914 muore per un cancro al seno. Cercando nei suoi effetti personali, Félix trova il suo testamento, che si conclude con un appello alla conversione del suo sposo. Ne resta sconvolto: si riaccosta anche lui ai Sacramenti, poi domanda di entrare nell’Ordine Domenicano e di essere ordinato sacerdote. Padre Maria Alberto, questo il suo nome religioso, muore il 27 febbraio 1950, dopo aver fatto pubblicare gli scritti di colei che fu sua moglie e che operò nel silenzio per la sua conversione.



Félix Leseur nasce a Reims, in Francia, il 22 marzo 1861. Viene educato cristianamente, frequenta addirittura una scuola retta da religiosi, ma durante gli studi di medicina perde per strada la sua fede.
Il 31 luglio 1889 sposa Pauline-Élisabeth Arrighi, una giovane molto devota. La sua onestà intellettuale gli impone di avvertire del suo ateismo la famiglia della futura moglie. Del resto, è così innamorato di lei non solo da impegnarsi a rispettarne le convinzioni religiose, ma addirittura a rinunciare alla propria promettente carriera coloniale, che i futuri suoceri non vedono di buon occhio.
È un’unione, la loro, cementata da una profonda affinità di gusti, da un’identica curiosità intellettuale, da un amore tenero e profondo, che porta Élisabeth a condividere con Félix la passione per la vita mondana, le cene, i balli, gli spettacoli.
È un tenore di vita che, a lungo andare, finisce per allontanarla dalla fede ed a ciò, inevitabilmente, contribuisce Félix: Élisabeth, che ne subisce il fascino, non può non restare contagiata dai suoi ragionamenti e dai suoi scritti.
Donna curiosa e intelligente, che cerca di alimentare la sua cultura con studi e letture, riceve un giorno da lui le opere di Renan e proprio nella lettura della «Vita di Gesù» scopre tutta la fragilità e l’inconsistenza delle tesi materialiste, che costituiscono il cavallo di battaglia di Félix e dei suoi amici. È la molla che la spinge a ritornare ai Vangeli e il contatto diretto con la parola e il messaggio di Gesù ha il potere di risvegliare la religiosità della sua giovinezza.
Non muta il suo tenore di vita e le sue abitudini, tantomeno muta il sentimento che la lega al marito: entra semplicemente in modo nuovo nelle identiche situazioni di prima. Nutrita di Vangelo, educata dalle letture patristiche, illuminata dalla vita dei santi, è convinta che la propria vocazione non si realizzi con la fuga dal mondo ma mediante la trasformazione dall’interno dell’ambiente in cui vive.
«Sempre e in tutto ella sintonizzava la sua esistenza al ritmo della mia: si dimostrava affettuosa nei giorni di prova e di tristezza, sorridente e piena di entusiasmo nei momenti felici», scriverà più tardi Félix.
Ciò non impedisce ad Élisabeth di essere intransigente in materia di fede, arrivando a disquisire con tatto e competenza ed a tenere testa alle questioni atee sollevate dal marito o dai di lui amici. Si fa rispettare, senza tuttavia dimenticare mai la tenerezza nei confronti del suo uomo, conquistato ogni giorno di più dalla dolcezza e dalla coerenza di questa moglie credente e, nonostante ciò, sempre tanto amata.
Di salute cagionevole, sottoposta ad interventi chirurgici che le negano la gioia della maternità, Élisabeth comincia a coltivare la segreta speranza della conversione del marito. Pur vedendolo sempre graniticamente rinchiuso nel suo ateismo e su posizioni sempre più radicali, un giorno gli sussurra: «Se io ti lascio, tu ti farai monaco. Siccome ti conosco, sono assolutamente sicura che il giorno in cui ritornerai a Dio non ti fermerai per strada, perché tu non fai mai le cose a metà».
Operata di cancro al seno nel 1911, dopo altalenanti miglioramenti e nuove metastasi, la situazione precipita a novembre 1913. Félix, che ha pure accompagnato la moglie a Lourdes, tornandone disgustato per le sofferenze viste e profondamente deluso dalla mancata guarigione della moglie, non sa che questa, davanti alla Grotta, ha sempre e soltanto chiesto la sua conversione.
Il 27 aprile 1914, in un gesto lucido e di estrema tenerezza, Élisabeth gli tende per l’ultima volta le braccia: morirà il successivo 3 maggio, lasciandolo sconvolto non solo per la perdita, ma anche per la serenità con cui lei ha saputo andare incontro alla morte, ricevendo la comunione ogni settimana e pregando ad alta voce.
Cercandone il testamento per sapere le sue ultime volontà, scopre il diario della moglie e tutto il suo itinerario spirituale, ma resta soprattutto colpito dalle ultime parole del testamento: «Sii cristiano, sii apostolo... Ama le anime, prega e lavora per loro».
Sentendo quasi palpabile accanto a sé la sua presenza, ritorna a Lourdes e qui inizia il suo percorso di riavvicinamento alla fede. Nel 1919 entra nel noviziato dei Domenicani di Parigi, col nome di fra Maria Alberto; l'8 luglio 1923 viene ordinato sacerdote.
Muore il 27 febbraio 1950 dopo ventisette anni di sacerdozio, molti dei quali spesi a far conoscere la spiritualità di Élisabeth e a far iniziare la sua causa di beatificazione, che è ripresa negli anni ’90 del secolo scorso.


Autore:
Gianpiero Pettiti ed Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2019-04-16

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