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Sant' Ina (Im, Ine) Re del Wessex

6 febbraio

Wessex, 670 circa - Roma, 728

Re del Wessex dal 688 al 726, fu un sovrano abile e lungimirante, che estese i confini del suo regno verso est e sud, fondò il secondo vescovato del Wessex a Sherborne, promulgò un codice di leggi che regolava la vita civile e religiosa dei suoi sudditi, e si ritirò dal trono per dedicarsi alla vita religiosa.



Ina (Im, Ine), re del Wessex dal 688 al 726, fu un sovrano capace e lungimirante che estese i domini del suo regno, promulgò un codice di leggi che contribuì a consolidare l'ordinamento giuridico anglosassone e promosse lo sviluppo religioso e culturale del suo popolo.
Nato intorno al 670, era un lontano parente del suo predecessore, Caedwalla, che aveva lasciato il trono per recarsi a Roma e farsi cristiano. Ina fu un re vittorioso, che sconfisse i Merci, i Sassoni meridionali e i Britanni del Galles occidentale. Grazie a queste vittorie, il Wessex divenne il regno più potente dell'Inghilterra meridionale.
Ina fu anche un sovrano saggio e illuminato. Tra il 688 e il 694 promulgò un codice di leggi, il più antico e completo codice anglosassone sopravvissuto. Il codice di Ine regolava una vasta gamma di questioni, dalle pene per i reati ai rapporti tra i vari strati sociali. Il codice di Ine contribuì a consolidare l'ordinamento giuridico anglosassone e a promuovere la giustizia e la stabilità sociale.
Inoltre fu un grande mecenate della Chiesa. Nominò Aldhelm vescovo di Sherborne e fondò una scuola e una chiesa a Glastonbury. Ina cercò di promuovere l'unità religiosa del suo regno, che comprendeva sia elementi sassoni che celtici.
Nel 726, Ina abdicò e si ritirò a Roma con la moglie Ethelburga. Morì a Roma nel 728. Ina è considerato uno dei più importanti predecessori di Alfredo il Grande, che unificò l'Inghilterra anglosassone nel IX secolo.

Autore: Franco Dieghi
 


 

Quan­do nel 688 Caedwalla, re del Wessex, andò a Roma (dove morì cristiano il 20 apr. 689), gli successe un lontano parente, Ina (Im, Ine) figlio di Cenred (che viveva ancora durante il regno di suo figlio) e fratello delle ss. Cineburga e Cutburga. Proba­bilmente Ina dovette questa successione al suo valore militare. In seguito, un buon numero di vittorie lo misero in grado di estendere il suo dominio verso Est fino al Kent e all'Essex. Prima del 694 anche Londra gli fu soggetta; riuscì ad annettersi, inoltre, i territori del Somerset occidentale e del Devon dove insediò dei coloni e costruì villaggi fortificati. Più tardi respinse un attacco dei Merci e nel 725 sconfisse i Sassoni meridionali.
Ina si interessò profondamente del benessere sia spirituale, sia temporale dei suoi sudditi. Tra il 688 e il 694 pubblicò un codice di leggi, il più ricco e antico codice che ci rimanga. Il prologo inizia cosi: « Io, Ina per grazia di Dio re dei Sassoni Occidentali, con il parere e le istruzioni di mio padre Cenred e del mio vescovo Haedde (di Winchester) e... Eorcenwold (di Londra), con tutti i miei anziani, i consi­glieri capi del mio popolo e una grande assemblea di servi di Dio, sono stato richiesto, per la salvezza delle nostre anime e la sicurezza del nostro regno, di stabilire e rafforzare vere leggi e veri statuti per tutto il nostro popolo... ».
Le leggi riguardano ampiamente le pene e i compensi per danni e offese. Altri decreti sono di carattere ecclesiastico: il Battesimo deve essere amministrato entro trenta giorni dalla nascita; la domenica si deve osservare il riposo, ecc.
Ina dava molto ascolto ai consigli di Aldhelm che nominò primo vescovo della nuova sede di Sherborne, dove fondò anche una grande scuola. Concesse molti benefici a Glastonbury costruen­dovi una chiesa nel tentativo forse di tenere uniti nel suo regno elementi celtici e sassoni.
Sebbene Beda non gli dedichi molto spazio, Ina fu in realtà uno dei più notevoli predecessori di Alfredo.
Nel 726, abdicò, e con sua moglie Ethelburga fece un pellegrinaggio a Roma, dove morì. Non vi sono prove che Ina e sua moglie abbiano ricevuto un culto liturgico come santi e che lo stesso Ina abbia fondato una scuola o un ospizio anglo-sassone a Roma, per il cui mantenimento si crede avesse istituito un Romescot (= Obolo di s. Pietro). Tuttavia è commemorato al 6 febb. in tardivi martirologi inglesi e dell'Ordine Benedettino.


Autore:
Leonard Boyle


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2024-01-09

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