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Maria Lovino Laica

Testimoni

Ruvo di Puglia, Bari, 1921 - giugno 1996


“Amare Dio e il prossimo è quello che ogni cristiano dovrebbe fare per tutta la vita”.
Maria Lovino Questa frase Maria la ripeteva molto spesso. Non ci sono cose straordinarie da dire di Maria, ma lo straordinario, direi, sta proprio in quella sua vita semplice e umile vissuta nell’amore di Cristo, di cui era innamorata sin dall’adolescenza.
Maria Lovino è nata a Ruvo di Puglia nel 1921 ed è deceduta nel giugno del 1996. Ultima di sette figli, conseguì il diploma magistrale e, in seguito, la laurea in lettere. Scelse l’insegnamento elementare e insegnò per 40 anni; esercitò la sua professione con scrupolosa dedizione, apprezzata e stimata da colleghi e superiori; si impegnò a trasmettere ai piccoli non solo i primi rudimenti di cultura, ma soprattutto i valori dello spirito, il senso di Dio e del dovere. Molti alunni la ricordano come la “maestra buona” sempre pronta a perdonare, ma facendo capire che i doveri si devono compiere sempre e bene.
L’Azione Cattolica fu per Maria una seconda famiglia, vi entrò a far parte ragazzina e visse con entusiasmo gli anni gloriosi della Gioventù Femminile, ha conosciuto Armida Barelli e ne fu sempre affascinata. Si dedicò con tutta se stessa a numerose attività, sia nella sua parrocchia “S. Maria Assunta” (Cattedrale), sia in diocesi. È stata Delegata Beniamine, Aspiranti, Giovanissima in parrocchia e in diocesi responsabile Beniamine, responsabile Adulti e per due anni ebbe l’incarico “ad interim” come presidente diocesana. Si adoperò con grande zelo alla diffusione dell’adorazione notturna nelle famiglie, promossa dall’Opera della Regalità; lavorò instancabilmente alla raccolta di Amici della Università Cattolica del Sacro Cuore, incarico che mantenne sino alla morte; alle amiche diceva spesso: “Quando non ci sarò più io, cercate di mantenere in vita questa iniziativa a cui ho dedicato tutta la vita”.
Maria era di animo semplice, delicato, di carattere dolce, mite, suscitava in quanti l’avvicinavano fiducia e simpatia. Era dotata della rara capacità di ascolto e, quando interveniva nel colloquio lo faceva con discrezione e spesso la sua risposta era un sorriso.
L’ottimismo era la sua nota francescana dominante: ottimismo concreto, che la portava ad essere incisiva nell’azione e ben voluta da tutti; serena e sicura nelle situazioni di scontro, tesa a superare ogni polemica per ritrovare sempre l’unità. Accettava gli altri così come erano e riconosceva i suoi limiti per cui teneva conto delle critiche che le potevano venire da qualunque persona. Di profonda, autentica vita interiore, viveva in continua unione con Dio e con i fratelli, sempre pronta ad aiutare chi era in difficoltà (anche finanziariamente). Il suo anelito alla santità non ha conosciuto mai sosta, la sua vita tutta consacrata all’amore, è stata segno della presenza di Dio fra gli uomini.
Ha lasciato questa vita in punta di piedi, con la stessa discrezione con cui l’ha vissuta.


Fonte:
www.azionecattolica.it

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Aggiunto/modificato il 2010-05-21

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