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Massimiliano Infante Seminarista

Testimoni

† Milano, 3 settembre 2010


Massimiliano Infante era quasi alla soglia dei 40 anni quando prese la decisione di entrare nel Seminario di Torino. Chi lo ha conosciuto parla del suo sorriso contagioso, del suo facile modo di entrare in relazione con gli altri ma, soprattutto, del suo grande amore per L’Eucaristia. Ma il 26 ottobre 2009 arriva la terribile notizia: gli diagnosticano la leucemia, che stronca la sua giovane vita il 3 settembre 2010.

Lascia preziosa testimonianza il compagno di Seminario Stefano Bertoldini:

«Ricordo ancora come se fosse ieri il settembre del 2005, quando entrai nel seminario di Viale Thovez. Quel lunedì mattina, mentre salivo le scale, avevo in me tante domande: che cosa mi aspetta in questa casa, come cambierà la mia vita? E poi: chi incontrerò, quali saranno i miei compagni di seminario? Tardai poco ad avere una risposta a quest’ultima domanda. Arrivai alla stanza assegnatami, e pochi minuti dopo, nella camera di fianco alla mia, giunse Massimiliano Infante… Una persona ricca di umanità, con la quale si entrava facilmente in sintonia e con cui era bello parlare. Sovente dico che l’anno trascorso in Viale Thovez è stato forse il più bello della mia vita… è stato per me non solo un compagno di corso, ma un fratello, quel fratello maggiore che non avevo mai avuto a casa mia. Insieme abbiamo condiviso la gioia di essere chiamati da Gesù a seguirlo nella vocazione sacerdotale. Abbiamo condiviso la fatica e la bellezza dello studio, della vita in seminario, di due anni di “esperienza pastorale” nelle parrocchie di San Mauro Torinese; e, soprattutto, la bellezza dell’incontro quotidiano con Gesù nella Messa e nella preghiera». Ricorda ancora Stefano Bertoldini: «Sentirlo al telefono mi dava forza e gioia. A differenza di tante persone che incontravo: persone in salute, che apparentemente avevano tutto dalla vita, ma non rispondevano allo stesso modo. Quel suo “sto bene” non si riferiva certo alla salute, ma derivava dal suo rapporto con Gesù. Più di una volta mi disse che la forza gli veniva dalla Fede e dalla preghiera.

Già, la preghiera. La preghiera era quello che adesso ci legava. E legava tutto il seminario».

Diceva Massimiliano: «Offro le mie sofferenze per la Chiesa di Torino» ed è mancato tenendo in una mano la teca con il Santissimo che una suora gli aveva portato e nell’altra stringeva con forza e Fede la corona del Rosario, benedetta da Benedetto XVI e che la mamma gli aveva messo tra le dita.


Autore:
Cristina Siccardi

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Aggiunto/modificato il 2010-09-16

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