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Venerabile Nelson Santana Fanciullo
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Ibitinga, Brasile, 31 luglio 1955 - Araraquara, Brasile, 24 dicembre 1964
Nelson Santana nacque a Ibitinga in Brasile il 31 luglio 1955, figlio di contadini che abitavano nella Fazenda Ronca della stessa città. Cercava di aiutare i genitori nel lavoro agricolo, ma sentiva dolori al braccio destro. Fu ricoverato nell’ospedale pediatrico della Santa Casa di Arauquara, dove si fece amici gli altri pazienti e i medici. In particolare una religiosa, suor Gennarina, gli diede molti insegnamenti religiosi. Nelson tornò a casa, ma dopo qualche tempo ebbe di nuovo dolori al braccio. Ricoverato una seconda volta, riprese la sua catechesi speciale e, il 15 luglio 1964, fece la Prima Comunione nella cappella dello stesso ospedale. Poco dopo, suor Gennarina gli rivelò che aveva un osteosarcoma e che gli sarebbe stato amputato il braccio. Nelsinho, come era soprannominato, rispose con una sicurezza spiazzante che «il dolore è molto importante per aumentare il vero amore e mantenere coraggiosamente l’amore già conquistato». Ogni giorno chiedeva di confessarsi e di ricevere la Comunione, passando il resto del tempo con gli altri pazienti. Morì la vigilia di Natale del 1964; aveva nove anni e cinque mesi. I suoi resti mortali, sepolti nel cimitero dei poveri di Arauquara, sono stati traslati nel 2011 presso la cripta della chiesa parrocchiale del Signore Buon Gesù a Ibitinga. Il 6 aprile 2019 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui Nelson è stato dichiarato Venerabile.
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Nelson Santana nacque nella Fazenda Ronca, nella città di Ibitinga, stato di San Paolo in Brasile, il 31 luglio del 1955, era il terzo figlio di João Joaquim Santana e Ocrécia Aparecida Santana. Fu battezzato l’1 ottobre 1955 in Ibitinga. La famiglia era composta da otto fratelli, l’infanzia fu vissuta lontana dalla città e ricevette una prima istruzione religiosa dalla sua famiglia. Frequentò la scuola per pochi anni nella stessa Fazenda Ronca, dove risiedeva.
Nel 1964 fu ricoverato nell’ospedale pediatrico della Santa Casa di Araquara (stato di San Paolo) a causa di forti dolori al braccio sinistro. Durante il suo ricovero conquisto la simpatia e l’amore dei medici, degli infermieri e di altri bambini anch’essi ricoverati. Particolarmente importante fu per lui Suor Gennarina Gecchele, della Congregazione degli Apostoli del Sacro Cuore di Gesù, che notò la purezza del bambino e in tutto il periodo che Nelson fu ricoverato in ospedale si occupò di trasmettergli una buona catechesi cristiana. Nelson, che ormai tutti chiamavano Nelsinho, rispose con entusiasmo e grande interesse verso l’insegnamento cristiano. Fece la sua prima comunione il 15 luglio del 1964, nella cappella dell’ospedale dove era ricoverato.
Il piccolo Nelson ebbe la straordinaria capacità di capire il significato della sofferenza di Nostro Signore Gesù Cristo, comprese così a fondo questo messaggio che anch’egli, durante la sua permanenza in ospedale, non si lamentava mai, ma anzi, sosteneva gli altri, disse un giorno alla madre: “prometti a Gesù di non lamentarti di fronte alla sofferenza e al dolore”. Di fatto i dolori di Nelsinho aumentavano, gli diagnosticarono un osteosarcoma al braccio, la soluzione che si presentava era l’amputazione. Suor Gennarina comunicò il delicato momento al bambino, ma lui comprese molto bene e con sicurezza rispose: “Ha detto che il dolore è molto importante per aumentare il vero amore e mantenere coraggiosamente l’amore già conquistato”.
Altri bambini che erano ricoverati insieme con il Servo di Dio comprendevano la sofferenza di Nelsinho e spesso gli facevano compagnia.
Il Servo di Dio ogni giorno manifestava il desiderio di confessarsi e di partecipare alla comunione eucaristica. Quando non era più in grado di camminare da solo si faceva trasportare nella cappella dell’ospedale e vi sostava per lunghi momenti di preghiera, ma soprattutto, come diceva egli stesso, “per stare materialmente più vicino a Gesù che si trovava nel Tabernacolo”. Chi lo conobbe testimoniò nel processo di beatificazione che Nelsinho nutriva una devozione tutta particolare per la Santissima Eucaristia. Allo stesso modo affrontò serenamente anche il momento dell’Unzione degli infermi e rispose con straordinaria devozione alle preghiere del rituale. Concluse la sua breve vita vissuta in stretta unione con Gesù la sera della Vigilia di Natale del 1964, a causa del tumore. Già qualche giorno prima aveva predetto che sarebbe andato in cielo proprio nella notte santa di Natale e così avvenne. Venne tumulato nel cimitero di San Benedetto, nella città di Araraquara, dove tutt’ora riposa. Sono moltissimi i devoti che ogni giorno chiedono grazie e favori al piccolo Nelsinho e si recano a pregare sulla sua tomba che è sempre ricoperta di fiori, di candele, di dolci e di giocattoli. Attualmente i resti mortali riposano nella chiesa parrocchiale di Ibitinga, stato di San Paolo, in Brasile, sua città natale.
Fonte:
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www.postulazionecausesanti.it
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