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Charles Melchior Artus de Bonchamps Martire

Festa: Testimoni

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Juvardeil, Francia, 10 maggio 1760 – Saint-Florent-le-Vieil, Francia, 18 ottobre 1793


Il generale Charles Melchior Artus de Bonchamps nacque a Juvardeil, in Francia, il 10 maggio 1760. Servì con merito la Guerra di indipendenza americana che si svolse tra il 1775 e il 1783, e che vide opporre le tredici colonie nordamericane, diventate successivamente gli Stati Uniti d'America, alla loro madrepatria, il Regno di Gran Bretagna.
Artus de Bonchamps era capitano del reggimento di fanteria d'Aquitania, quando la Rivoluzione francese, che egli disapprovava totalmente, gli fece lasciare l’incarico militare; si ritirò quindi in un castello a Saint-Florent e proprio qui si recheranno nel 1793 gli insorti della Vandea per chiedere il suo appoggio.
Generale prudente ed abile, fu scelto con Maurice Louis Joseph Gigot d'Elbée come generale dell'esercito cattolico e reale di Vandea. Ottenne inizialmente alcuni successi ad Anjou e contribuì alla presa di Bressuire e di Thouars.
Il 17 settembre 1793, l'esercito della bassa Vandea, comandato da Charette e da Bonchamps, fermo sul bordo della grande strada di Tiffauges a Cholet, di fronte a Torfou, fu attaccato dai repubblicani sotto gli ordini di Kléber.
Kléber già seriamente ferito e sentendosi sempre più pressato dai vandeani, arrivò al ponte di Boussay. Dopo questo fallimento, il generale in capo Canclaux ordinò al generale Beysser di dare supporto alle truppe a Boussay. Charette e Bonchamps decisero di attaccarlo. Lo raggiunsero a Montaigu, e là, a seguito di un combattimento dove il generale repubblicano venne ferito, la colonna rivoluzionaria si fece prendere dal panico, dandosi ad una fuga scomposta, che continuò fino ad Aigrefeuille.
Da Montaigu, Charette andò a Saint-Fulgent, dove batté nuovamente i repubblicani, impossessandosi di 22 cannoni, dei loro bagagli e di numerose munizioni. Il giorno dopo, Bonchamps e d’Elbée assalirono vicino a Clisson il generale Canclaux. Già Bonchamps aveva preso dai carri, delle ambulanze e una parte dell'artiglieria repubblicana; ma Charette non venne all'appuntamento e i vandeani furono superati a loro volta.
Il 30 settembre 1793 Kléber, messo agli ordini di Canclaux, incontrò, a due miglia da Montaigu, gli avamposti di Bonchamps e d’Elbée. I due generali si erano accampati con 40 mila uomini ed una numerosa artiglieria. Kléber diede il segnale dell'attacco: dopo una dura battaglia di due ore, i vandeani, travolti dall'impeto di un assalto a sorpresa alla baionetta, si ruppero e furono messi in rotta.
Ai combattimenti di Saint-Christophe-du-Ligneron e di Tremblaie, i vandeani, comandati da Bonchamps, Elbée, Lescure e La Rochejaquelein, sono nuovamente sconfitti dopo una sanguinosa battaglia. Lescure fu mortalmente ferito. Nella Battaglia di Cholet, il 17 ottobre 1793, 24 mila repubblicani combatterono contro 40 mila eroici vandeani, ormai scoraggiati e male equipaggiati.
Le perdite tra i vandeani sono state di circa 10.000 uomini. D’Elbée fu ferito gravemente e Bonchamps mortalmente: portato a Saint-Florent, vi morì il 18 ottobre. Anche le perdite dei repubblicani furono considerevoli, soprattutto tra gli ufficiali. Bonchamps fu sepolto sulla spiaggia di Varades. De Barante, redattore delle memorie della moglie del generale vandeano La Rochejacquelein, sostiene che alcuni giorni dopo i repubblicani lo esumarono per tagliargli la testa ed inviarla alla Convenzione Nazionale.
Bonchamps, fermamente cattolico, fedele al Papa e al Re, giunse ad atti di eroismo non solo militare, ma anche di Credo evangelico. Insieme al capo vandeano Lescure, il 18 ottobre 1793 a Saint-Florent-le-Vieil, in punto di morte, dichiarò: «Grace aux prisonniers!» («Grazia ai prigionieri!»); chiese infatti il perdono per 5000 soldati repubblicani. Fra questi ultimi si trovava anche il padre dell'artista David d'Angers, il quale scolpirà la famosa statua Il perdono di Bonchamps: l'originale si trova a Saint-Florent-le-Vieil ed una copia alla galleria «David di Angers» nella stessa città di Angers.

 


Autore:
Cristina Siccardi

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Aggiunto/modificato il 2011-03-12

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