Il servo di Dio mons. Angelo Ramazzotti (1800-1861) fondatore del Pime nel 1850, poi vescovo di Pavia e patriarca di Venezia, aveva due genitori, mamma Giulia e papà Giuseppe che erano cristiani autentici, sposati in età non più giovanile con soli due figli. Andavano a Messa tutti i giorni e alla sera il papà guidava la recita del S. Rosario in famiglia. Mamma Giulia dimostra l’autenticità della sua vita cristiana quando rimane vedova nel 1819. Il primo figlio Filippo si sposa ed esce di casa facendosi la sua famiglia.
Il secondo, Angelo, vive con la mamma, studia, si laurea brillantemente in legge e inizia a lavorare presso un ufficio legale di Milano. Aveva davanti una brillante carriera di avvocato e vive con la mamma a Saronno. Ma nel 1824 Angelo le rivela che vuol farsi prete e dedicarsi all’educazione dei giovani: diventa missionario degli “Oblati diocesani di Rho” e nel 1837 fonda nella casa natale di Saronno, dove nel 1850 nasce anche il Pime, il primo oratorio per i ragazzi, molto prima di quello fondato da don Giovanni Bosco a Torino.
La reazione di mamma Giulia è positiva. Anzi, accoglie con gioia la notizia, ma sente il dovere di mettere in guardia il figlio, che ormai aveva 25 anni, da possibili illusioni: “Ricordati che diventare sacerdote vuol dire iniziare una vita di sacrificio e di dedizione a servizio della gente: solo così il prete è credibile”. Angelo la assicura che ha pregato e meditato bene quella scelta e sarà di parola. La mamma va con lui fin che vive, diventando la sua più preziosa collaboratrice.
Autore: Piero Gheddo
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