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San Melitone di Sardi Vescovo

1 aprile

Non è un santo molto noto, ma tutti i cristiani, che amano seguire l’ufficiatura del Giovedì Santo in preparazione alla Pasqua, hanno certamente ascoltato la sua più celebre Omelia che in quel giorno viene proclamata in tutte le Chiese. Essa è la più antica omelia pasquale cristiana giunta fino a noi, ed è tutta una contemplazione della Persona e del Mistero di Cristo, messo al centro del cosmo e della storia: «È Lui, che in una Vergine s’incarnò, che sul legno fu sospeso, che in terra fu sepolto, che dai morti fu risuscitato, che alle altezze del cielo fu elevato. È Lui l’agnello muto, è Lui l’agnello sgozzato, è Lui che nacque da Maria, l’Agnella pura, è Lui che fu preso dal gregge e all’immolazione fu trascinato, è Lui che di sera fu immolato e di notte seppellito; è Lui che sul legno non fu spezzato, che in terra non andò dissolto, che dai morti è risuscitato. È Lui che ha risollevato l’uomo dal profondo della tomba». Anche l’inno dell’«Exultet», che ascoltiamo sempre con gioia durante la notte di Pasqua, s’ispira agli scritti di questo santo che fu vescovo della Chiesa di Sardi, in Asia minore sul finire del II secolo. È perciò bello ricordarlo in questo primo giorno di aprile in cui la sua festa (secondo il rito orientale) coincide con la Domenica delle Palme, che apre la Settimana Santa. Di lui lo storico Eusebio di Cesarea ci dà una sola notizia, ma affascinante, narrando che «viveva completamente nello Spirito Santo». E sembra anche che egli sia stato uno dei primi vescovi a recarsi pellegrino in Palestina per compiere ricerche e verifiche sui luoghi biblici. Fu martirizzato nell’anno 194.



Ben poche cose si conoscono di questo personaggio; le fonti storiche tacciono quasi completamente sul suo conto e la sua abbondante produzione letteraria è quasi completamente scomparsa. Secondo Eusebio di Cesarea, Policrate, vescovo di Efeso, è il primo a fare il nome di Melitone in una lettera scritta verso il 190 al papa Vittore per difendere l'uso asiatico di celebrare la Pasqua il 14 del mese di nisn (quartodecimani). Per appoggiare la sua tesi Policrate citava, «fra i grandi luminari che riposano (quindi già morti) in Asia», diversi vescovi e terminava il suo elenco con il nome di Melitone «l'eunuco (cioè continente volontario), che viveva completamente nello Spirito Santo, e riposa a Sardi nell'attesa della visita che viene dai Cieli e nella quale risusciterà dai morti».
Sebbene Policrate non qualifichi esplicitamente Melitone come vescovo, il fatto che lo citi in una lista di vescovi permette di concludere che lo fosse. O. Perler, il recente editore dell'omelia di Melitone sulla Pasqua, riassume in modo assai conciso le altre scarse informazioni su di lui che si possono trarre da antichi autori: «Clemente d'Alessandria fa menzione di Melitone, ma probabilmente senza qualifica, in occasione della controversia pasquale. Delle due citazioni di Origene una sola ricorda la sua origine asiatica. L'autore del Piccolo labirinto (Ippolito) enumera il nostro autore, strettamente legato a sant'Ireneo, tra gli scrittori che hanno proclamato che il Cristo è Dio e uomo (Eusebio, op. cit., V. XXVIII, 5). In tutti questi testi sembra si tratti di uno stesso personaggio, scrittore e teologo, di cui si trovano tracce anche in altri autori come Apollinare di Gerapoli (?), Tertulliano, sant'Ireneo, Ippolito, Clemente, Metodio, Alessandro di Alessandria, ecc. Occorre giungere però ad Eusebio di Cesarea per trovare la qualifica di vescovo della Chiesa di Sardi.
«S. Girolamo, nel De viris illustribus riferisce che Tertulliano (montanista) "si è fatto gioco del genio elegante e retorico di Melitone nei sette libri scritti contro la Chiesa in favore di Montano, dicendo che la maggior parte dei nostri (i cattolici) lo consideravano un profeta"».
Eusebio fa l'elenco degli scritti di Melitone di cui cita anche qualche frammento nel corso di tutta la sua opera. Non è nostra intenzione riprodurre in questa sede l'elenco, ma dato che esso potrebbe essere d'aiuto per precisare la cronologia di questo santo, converrà tenere conto di alcune delle informazioni fornite da Eusebio.
Secondo O. Perler «Melitone sarebbe stato un personaggio noto già ai tempi di Antonino Pio (138-161). Al tempo di Marc'Aurelio poi, egli usava di tutte le sue risorse. A questo imperatore, infatti, indirizzò, tra il 169 e il 177, un'apologia (una difesa della filosofia, cioè del modo di vita, cristiana). Secondo un frammento tratto dalle Eclogae Melitone si recò in Oriente e visitò i luoghi santi per informarsi sul canone dei libri dell'Antico Testamento.
Un recente studio di I. Wellesz ha messo in rilievo come la già citata Omelia sulla Pasqua, oltre ad informarci sulla teologia cristologica di Melitone, è un prezioso documento che ebbe profonda influenza sull'enfatica e declamatoria letteratura innografica bizantina.
Non sembra che Melitone abbia goduto di un culto molto esteso né in Oriente né in Occidente. Diversi calendari (Acta SS., citt.) lo celebrano il 1° aprile associandolo talvolta con un omonimo vescovo di Sulcitana in Sardegna.


Autore:
Joseph-Marie Sauget


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2012-04-03

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