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Beato Perfecto Carrascosa Santos Sacerdote francescano, martire

17 ottobre

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18 aprile 1906 - 17 ottobre 1936


Nacque a Villacañas (Toledo) il 18 aprile 1906 da Benito e Angela Santos, fu battezzato il 21 aprile 1906 e confermato il 16 giugno 1916. Ereditò dal padre una particolare inclinazione alla vita di pietà, alle pratiche religiose, alla comunione frequente. Fu accolito e catechista dei più piccoli. Alla fine di settembre del 1916 entrò nel seminario minore di Belmonte (Cuenca) dove restò tre anni, per poi completare l’istruzione umanistica ad Alcazar de San Juan. Vestì l’abito religioso il 3 agosto 1921 e durante il noviziato fu decano e modello dei suoi connovizi. Emise la professione semplice il 4 agosto 1922. Iniziò quindi gli studi di filosofia nel seminario di Pastrana, ma dovette interromperli a causa di una tubercolosi ossea che si manifesto agli arti inferiori e che lo costrinse a tornare in famiglia per esservi curato per 14 mesi. Ripresa alquanto la salute, continuò l’iter formativo fino alle tappe della professione solenne (Consuegra 3 maggio 1927) e dell’ordinazione sacerdotale (Madrid 2 giugno 1929).
Destinato dall’obbedienza alla formazione nel convento di Pastrana, dal 1929 al 1935 insegnò con competenza e soddisfazione degli alunni molte discipline (sociologia, matematica, chimica fisica, scienze naturali). Anche il suo apostolato fu principalmente a servizio degli studenti dei quali fu confessore, direttore spirituale, direttore di coro. Fu anche direttore del Terz’Ordine Francescano disimpegnando l’incarico con zelo e piena soddisfazione dei terziari.
Nell’ottobre 1935 fu nominato Segretario provinciale, motivo per cui si trovava a Madrid il 18 luglio allo scoppio della guerra civile. Fu allora costretto a rifugiarsi presso la sua famiglia a Villacañas, dove fu sentito ripetere: “Se Dio mi vuole martire, mi darà anche le forze per sopportare il martirio”, vi rimase nascosto conducendo però una intensa vita di preghiera anche la notte. I compaesani comunisti lo conoscevano come persona innocente, non così i capi marxisti che alle prime ore del 14 settembre si presentarono per arrestarlo e condurlo nell’Ermita del Cristo dove erano già altri prigionieri del paese. La prigionia del padre Perfecto fu eroica a motivo delle molte violenze fisiche subite nel tentativo di piegarlo alla bestemmia, mostrando una serenità e una fortezza che non apparteneva al suo carattere conosciuto come timido e debole. Nonostante tutto, egli mai pronunciò una parola di condanna contro i torturatori e fu esemplare nell’animare gli altri detenuti alla fede, al perdono verso i persecutori e a invitarli a confessarsi per vivere in grazia di Dio quella dolorosa esperienza.
Nelle prime ore del 17 ottobre fu condotto con altri cinque prigionieri secolari al cimitero di Tembleque (Toledo), dove giunto egli chiese di essere fucilato dopo i suoi cinque compagni di martirio a cui aveva già dato l’assoluzione e che animò e accompagnò negli ultimi loro istanti di vita, poi venne a sua volta ucciso. I loro corpi furono sepolti la stessa mattina in una fossa comune.


Fonte:
www.ofm.org

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Aggiunto/modificato il 2012-07-02

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