+ Mentone, Francia, 2 giugno 1893
Auguste Viale era un chierichetto originario di Mentone, in Costa Azzurra. Mentre partecipava alla processione cittadina del Corpus Domini, il 2 giugno 1893, venne ferito mortalmente alla nuca da un colpo di mortaio, lanciato da un anticlericale. Presso la sacrestia della basilica di san Michele Arcangelo a Mentone è conservato un suo ritratto, che lo raffigura con il turibolo con cui stava incensando il Santissimo Sacramento nell’istante in cui fu colpito.
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Poco più di cent’anni fa il giornale «Le Combattant», edito a Mentone, riportava la notizia di un attentato durante una manifestazione religiosa, svoltasi in quella cittadina della Costa Azzurra.
Il 2 giugno 1893 la popolazione, ancora in larga parte praticante nonostante la complicata situazione religiosa in Francia, si era assiepata nelle strade della città antica per la processione del Corpus Domini. Quando il corteo si trovava a pochi passi da rue Mattoni, presso la basilica di san Michele Arcangelo, un uomo, che desiderava compiere un atto offensivo contro i sacerdoti e i portatori del Santissimo Sacramento, scagliò su di loro una botte che conteneva pietre, escrementi e un mortaio. A caderne vittima fu un chierichetto, Auguste Viale, di dodici anni, che stava svolgendo il compito di turiferaio, ossia di portatore dell’incenso: ricevette il colpo del mortaio sulla nuca e morì nel giro di poche ore.
La folla, sconvolta, diede la caccia all’attentatore. Un uomo, il signor Ghiena, cercò di sfondare a calci la porta di casa del colpevole, il quale resistette alla forza pubblica minacciando gli agenti a colpi di forcone. A seguito di un processo, venne scagionato perché ritenuto non responsabile delle proprie azioni.
Alcuni giorni dopo, nella cappella di sant’Antonio della basilica di san Michele, si poteva ammirare un ritratto di Auguste, in abito da chierichetto e col turibolo in mano, oggi conservato nella stessa chiesa, ma in sacrestia. Di lui, oltre al suo compito di ministrante, si sa unicamente che si trattava di un ragazzino felice, amato dai suoi genitori e tenuto in gran considerazione dai vicini e dai coetanei. Proprio pochi giorni prima di morire aveva compiuto la sua Prima Comunione.
I suoi funerali furono grandiosi, alla presenza di tutta la città e delle autorità civili, mentre la famiglia della vittima ebbe costantemente un atteggiamento composto, pur di fronte al dramma. All’uscita dell’ufficio funebre, scoppiò una spaventosa tempesta, che fece fuggire all’istante i presenti verso il cimitero; il corpo di Auguste venne quindi deposto nella tomba di famiglia.
Come per tanti martiri ufficialmente riconosciuti, la storia di questo chierichetto insegna come l’odio degli uomini possa colpire vittime innocenti, i cui nomi, anche se cancellati dal ricordo delle persone, rimangono sicuramente nel cuore di Dio.
Autore: Emilia Flocchini
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