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Beata Aurelia (Clementina Francisca) Arambarri Fuente Religiosa e martire

7 dicembre

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Vitoria, Spagna, 23 ottobre 1866 – Aravaca, Madrid, 6/7 dicembre 1936

Suor Aurelia Arambarri Fuente, al secolo Clementina Francisca, era una religiosa delle Suore Serve di Maria Ministre degli Infermi, fondate da santa Maria Soledad Torres Acosta. Ricevette l’abito dalla medesima Fondatrice e fu superiora in numerose comunità. A causa di una paralisi progressiva, si ritirò nell’infermeria della Casa Madre, a Madrid, ma dovette fuggire con lo scoppio della guerra civile spagnola. Rifugiatasi con altre tre consorelle in una casa fidata, venne prelevata da miliziani comunisti e uccisa nella notte fra il 6 e il 7 dicembre 1936. Aveva ottantasei anni, di cui sessantadue di vita religiosa. Papa Francesco, con decreto del 3 giugno 2013, ha autorizzato la sua beatificazione, avvenuta il 13 ottobre 2013 a Tarragona.



Clementina Francisca Arambarri Fuente nacque a Vitoria, Álava, il 23 ottobre 1866 e ricevette il Battesimo lo stesso giorno, presso la parrocchia di Santa Maria, un tempo Cattedrale. I suoi genitori, cattolici ferventi, l’educarono religiosamente.
All’età di vent’anni, il 20 agosto 1886, entrò nell’Istituto delle Suore Serve di Maria Ministre degli Infermi, nella Casa Madre di Madrid. Compì la sua Vestizione religiosa per mano della stessa Fondatrice delle suore, suor Maria Soledad Torres Acosta (canonizzata nel 1970), il 14 novembre 1886. Dopo aver compiuto, il 18 dicembre 1887, la Professione Temporanea, venne destinata a Puerto Rico, nell’omonima Repubblica, dove emise i Voti Perpetui il 18 dicembre 1894. Il suo nome da religiosa fu suor Aurelia.
A trentott’anni, venne eletta Superiora della comunità di Guanajuato in Messico e, col medesimo incarico, passò a quella di Durango e Puebla, trascorrendovi gli anni della terribile rivoluzione che fruttò numerosi martiri. Rimpatriata nell’agosto 1916, fu Superiora nelle case di Mataró, Alcoy, Sarriá e Barbastro. In tutti questi luoghi mostrò una costante attenzione verso le sorelle che le erano affidate, le quali, dal canto loro, sapevano che potevano confidarle qualsiasi segreto.
Nell’ottobre 1929, con l’erezione nell’Istituto della Provincia di Madrid, vi venne trasferita in qualità di Consigliera Provinciale e Superiora della comunità di Pozuelo de Alarcón, finché, nel 1934, venne colpita da una paralisi progressiva, e venne così destinata all’infermeria di Casa Madre. Tutti quelli che andavano a visitarla o che l’accudivano restavano edificati dal suo comportamento: non si lamentava mai e accettava pazientemente quanto le accadeva. Le andava sempre tutto bene ed era felice delle cure che le venivano prestate. Spesso affermava: «Sarà ciò che Dio vorrà. Lui sa che siamo qui» oppure «Siamo di Dio, non permetterà che ci accada nulla di male».
Due anni dopo, allo scoppio della guerra civile spagnola, la casa di Madrid venne sequestrata. Per maggior sicurezza, le suore anziane vennero inviate in altre comunità e suor Aurelia tornò a Pozuelo de Alarcón, ma, come le altre, dovette rifugiarsi nella casa di una famiglia fidata. Le religiose dovettero deporre l’abito e furono costrette a non poter comunicare le une con le altre, neppure per pregare.
La casa che ospitava suor Aurelia custodiva altre tre religiose: suor Aurora López González, la più anziana dell’intero Istituto; suor Daria Andiarena Sagaseta, cinquantasette anni; suor Agostina Peña Rodríguez, trentacinquenne, incaricata di badare a suor Aurelia.
La famiglia ospitante dichiarò che, quando i miliziani vennero a catturarle e le insultarono sospettando che fossero suore in incognito, suor Daria affermò: «In effetti, siamo religiose; potete disporre come volete di noi, ma vi supplico di non far nulla a questa famiglia, perché, al vederci senza casa e autorizzata dal Comitato [organizzazione civile che sostituiva il Municipio] di Pozuelo, ci hanno accolte nella loro casa per carità».
Probabilmente suor Aurelia e le altre due morirono nella notte fra il 6 e il 7 dicembre 1936 ad Aravaca, presso Madrid, mentre suor Agostina venne uccisa il giorno prima.
Il 3 giugno 2013 papa Francesco ha firmato il decreto che riconosce l’uccisione in odio alla fede di suor Aurelia e delle sue tre compagne, la cui cerimonia di beatificazione si è tenuta il 13 ottobre 2013 a Tarragona.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2018-01-07

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