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Beata Maria Asumpta (Juliana) Gonzalez Trujillano Vergine e martire

28 ottobre

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El Barco de Ávila, Spagna, 19 giugno 1881 – Madrid, Spagna, 28 ottobre 1936

Suor María Asumpta Gonzalez Trujillano, al secolo Juliana, era una suora Francescana Missionaria della Madre del Divino Pastore. Fu un’apprezzata educatrice nelle svariate comunità di cui fece parte. Trascorse il suo ultimo periodo di vita nella Casa generalizia di Madrid, come sacrestana ed economa. Per mettere in salvo la dote sua e delle consorelle, dopo essersi rifugiata in un appartamento si diresse presso un’ambasciata, ma venne arrestata e, il 28 ottobre 1936, uccisa. Insieme alle consorelle Isabel (María del Consuelo) Remiñán Carracedo e Gertrudis (Dorotea) Llamazares Fernández, è stata beatificata il 13 ottobre 2013 a Tarragona, inserita nel gruppo di cinquecentoventidue martiri caduti durante la guerra civile.



Nacque a El Barco de Ávila il 19 giugno 1881, figlia di Anacleto González e María del Rosario Trujillano, che le diedero il nome di Juliana. Ricevette la Cresima nella sua parrocchia natale il 18 giugno 1885.
Quindici anni più tardi, nel 1900, s’insediò nella parrocchia di El Barco de Ávila una comunità delle Terziarie Francescane della Divina Pastora, fondate nel 1805 da madre María Ana Mogas Fontcuberta (Beata dal 1996), oggi dette Francescane Missionarie della Madre del Divino Pastore. Si occuparono di una scuola per l’educazione dell’infanzia e della gioventù, dando una speciale attenzione ai più bisognosi. Ben presto, Juliana finì con l’andare molto d’accordo con loro, tanto da riconoscere di essere chiamata a seguirne lo stile: il 18 febbraio 1903, quindi, entrò in noviziato e cambiò il nome di battesimo con quello di suor María Asumpta. Emise i voti temporanei nel 1905 presso la Casa generalizia di calle Santa Engracia a Madrid, dove aveva compiuto il noviziato, ma professò i voti perpetui nella casa di La Coruña, nel 1910.
Insieme alla consorella suor Asunción, fondò una scuola ad Arenas de San Pedro: vi rimase tre anni, come insegnante di economia domestica, insegnando alle bambine taglio e cucito. Destinata nuovamente in Casa madre, svolse l’incarico di sacrestana, distinguendosi per esattezza al dovere, capacità di sacrificio e una crescente intimità con il Signore.
Nel luglio 1936, seguendo le indicazioni della Madre Generale María de las Victorias Lage Castrillón, abbandonò la casa e si rifugiò con lei in calle Barquillo 3, presso i coniugi Adolfo Cadaval y Muñoz del Monte e Amalia García Lara. Da lì, il 20 ottobre 1936, si diresse in un’ambasciata, forse quella del Cile, insieme ai due coniugi: voleva depositarvi la dote sua e delle altre monache. Tuttavia, proprio all’entrata dell’ambasciata, i tre vennero catturati da alcuni miliziani e condotti in una “checa”, ossia un luogo di prigionia e tortura, situato in calle Fomento.
Nella cella dove suor Assunta fu imprigionata c’era anche la madre provinciale delle suore Scolopie. Costei vide coi propri occhi che lei non si sedette, ma prese ad andare avanti e indietro, pregando il Trisagio. Ogni tanto, poi, l’udiva dire con tono angosciato: «Mi ammazzano».
Alle due pomeridiane entrò nella cella un miliziano con una busta blu, il quale le disse: «Hai la libertà». Questo fatto la calmò, cosicché, quando venne chiamata, uscì tranquillamente. Poco dopo, uscì la signora Amalia García, che gridava di voler salutare suo marito, ma le fu risposto: «Adesso vedrà suo marito». In realtà, era tutto falso: non erano state liberate, bensì condotte alla fucilazione. Era il 28 ottobre 1936.
Il processo canonico per l’accertamento della sua morte in odio alla fede, unito a quelli delle consorelle Isabel (al secolo María del Consuelo) Remiñán Carracedo e Gertrudis (Dorotea) Llamazares Fernández, si è svolto dal 27 settembre 1999 al 15 ottobre 2000 presso l’Arcidiocesi di Madrid ed è stato integrato da un processo rogazionale nella Diocesi di Orense il 17 febbraio 2000. Le tre sono state beatificate a Tarragona il 13 ottobre 2013, incluse nel gruppo di cinquecentoventidue martiri caduti durante la guerra civile spagnola.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2013-11-01

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