Fra le numerose preghiere e devozioni di cui è ricca la tradizione cattolica, l’invocazione del nome di Gesù è probabilmente quella più semplice e immediata. La grandezza del nome divino e la venerazione da attribuirgli risaltano chiaramente già nel Decalogo: il secondo comandamento vieta infatti di pronunciarlo invano. Per questo motivo, numerose sono state nel corso dei secoli le esortazioni fatte dal magistero ecclesiastico ai fedeli affinché contrastassero ogni tipo di blasfemia, mediante la devozione al Nome di Gesù.
L’invito è stato specialmente quello di compiere atti di riparazione utilizzando le invocazioni e i gesti approvati dalla Chiesa, a cominciare dal Segno di croce, che per l’appunto recita «nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo», e dal Salmo 8, che afferma: «Quanto è grande il tuo nome su tutta la terra».
Nella tradizione dell’Oriente cristiano è caratteristica la ripetizione del nome di Gesù, spesso definita «preghiera del cuore». Da molti è conosciuta e praticata l’invocazione «Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore». È una breve e particolare orazione utilizzata agli inizi del cristianesimo dai monaci orientali per rispondere alla sollecitazione della preghiera continua fatta da san Paolo. Nel contempo costituisce un atto di fede nella divinità di Gesù e un’implorazione di misericordia.
Agli inizi del XVI secolo, su richiesta dell’Ordine francescano, Papa Clemente VII concesse la celebrazione di una speciale festa in onore del santissimo Nome di Gesù. Nel 1721 la solennità fu estesa all’intera Chiesa, fissandola per la seconda domenica dopo l’Epifania. Dopo la Riforma liturgica del Vaticano II è stata inserita nel Messale romano il 3 gennaio come facoltativa.
Al santissimo Nome di Gesù è dedicata una sequenza di litanie, ratificate da Papa Leone XIII nel 1886, cui è connessa l’indulgenza. Per riparare specificamente alle bestemmie la Chiesa propone poi la sequenza di lodi che comincia con «Dio sia benedetto», anch’essa dotata di indulgenza.
Autore: Saverio Gaeta
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