La Via Crucis è un rito antico, che affonda le radici nel cammino di preghiera che già nel IV secolo veniva compiuto a Gerusalemme dalla comunità cristiana. Durante il periodo di Quaresima è consuetudine praticare questa devozione ogni venerdì. L’attuale sequenza delle cosiddette «stazioni», a ciascuna delle quali è tradizionalmente associato un significativo momento del cammino di Cristo verso la croce, fu determinata da papa Clemente XII nel 1731.
Ciascuna stazione è introdotta dalla nota invocazione: «Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo», mentre al termine si recita: «Santa Madre, deh! voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore».
Il desiderio di una maggiore fedeltà al Vangelo, su sollecitazione del Concilio Vaticano II, ha introdotto una nuova scansione delle stazioni. A utilizzarle per la prima volta è stato Giovanni Paolo II nella Via Crucis al Colosseo del 1991. Più recentemente un nuovo rito, chiamato Via Lucis, si è proposto come naturale coronamento della Via Crucis. Si tratta infatti della meditazione dei misteri gloriosi di Gesù, ossia gli eventi compresi fra la risurrezione e la Pentecoste.
A san Bernardo, fu Gesù Cristo in persona a indicare una devozione da lui desiderata in memoria della passione. L’abate gli aveva chiesto quale fosse stata la sua più atroce sofferenza, e si sentì rispondere: «Ebbi sulla spalla una piaga profonda tre dita e tre ossa scoperte per portare la croce. Questa piaga mi ha dato maggior pena e dolore di tutte le altre e dagli uomini non è conosciuta». Quindi gli chiese di rivelare ai fedeli cristiani la seguente promessa: «Qualunque grazia mi chiederanno in virtù di questa piaga verrà loro concessa; e a tutti quelli che per amore di essa mi onoreranno con tre Padre, Ave e Gloria al giorno perdonerò i peccati veniali, non ricorderò più i mortali e non moriranno di morte subitanea, e in punto di morte saranno visitati dalla Beata Vergine, e conseguiranno ancora la grazia e la misericordia».
Autore: Saverio Gaeta
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