Della passione e risurrezione di Gesù – secondo la tradizione popolare – ci restano numerose testimonianze concrete. Fra queste spiccano le reliquie della croce e le immagini del Redentore tramandate dalla Sindone e dal cosiddetto «velo della Veronica».
Agli inizi del Duecento, papa Innocenzo III compose una preghiera, la prima dotata di indulgenza nella storia della pietà cristiana, che veniva recitata dinanzi al Volto santo esposto nella Basilica di San Pietro: «O Dio, che a noi, illuminati dallo splendore del tuo Volto, hai voluto lasciare come tuo ricordo l’immagine tua impressa sul sudario, su richiesta della beata Veronica, per la tua passione e croce concedici che, venerandola, onorandola e adorandola qui in terra come in uno specchio e in maniera misteriosa possiamo un giorno vederti senza timore faccia a faccia allorché verrai innanzi a noi come giudice».
A metà dell’Ottocento la carmelitana francese Marie de Saint-Pierre ricevette direttamente dal Signore alcune promesse, legate alla devozione al Volto santo: «Per il santo mio Volto opererete prodigi e otterrete la salvezza di molti peccatori; per l’offerta del mio Volto nulla vi sarà rifiutato».
Da quelle visioni trasse ispirazione il venerabile Leon Dupont, che stampò e distribuì moltissime immagini sulle quali era scritta la preghiera: «O adorabile Volto del mio Gesù, così pietosamente rivolto verso di noi dal legno della croce; come allora, così oggi, chìnati verso di noi, poveri peccatori; riversa uno sguardo di compassione su di noi e stringici nel tuo bacio di pace».
Un’altra mistica del Volto santo fu la religiosa italiana Maria Pierina De Micheli. Nel 1938 ebbe una visione della Madonna che teneva in mano una medaglia: su un lato era impresso il Volto di Cristo attorniato dalla scritta «Fa’ splendere, o Signore, il tuo Volto su di noi»; sull’altro si vedeva un’ostia circondata da raggi e dalla scritta «Resta con noi Signore». Le parole che madre De Micheli si sentì rivolgere dalla Vergine furono esplicite: «Questa medaglia è un’arma di difesa, uno scudo di fortezza e un pegno di misericordia che Gesù vuole dare al mondo».
Autore: Saverio Gaeta
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