San Francesco d’Assisi è universalmente considerato l’inventore del presepe, la cui costruzione in questi giorni rappresenta per molti un vero e proprio atto di devozione. La prima volta si trattò di una sacra rappresentazione vivente, allestita il 25 dicembre 1223 nel bosco di Greccio. Nei secoli successivi si è sempre più diffusa la realizzazione di scene del Vangelo, con statue di terracotta o sculture di legno, collocate nelle chiese o nelle abitazioni dinanzi a un fondale dipinto raffigurante la Grotta di Betlemme e il paesaggio palestinese.
Per concessione di papa Pio VII, dagli inizi dell’Ottocento sono dotate di indulgenza plenaria le Litanie del Bambino Gesù, alle cui invocazioni si risponde: «Abbi pietà di noi». A una rivelazione che padre Cirillo della Madre di Dio ricevette nel Seicento dalla Madonna risale invece una speciale preghiera. Il testo dice fra l’altro: «O Bambino Gesù, ricorro a te e ti prego che, per l’intercessione della tua santa Madre, tu voglia assistermi in questa mia particolare necessità, poiché credo fermamente che la tua divinità mi può soccorrere. Pargoletto onnipotente, Signore Gesù, assistimi in questa circostanza particolare e donami la grazia di possederti eternamente con Maria e Giuseppe, e di adorarti con gli angeli e i santi nella luce del Cielo».
Anche la venerabile Margherita del santissimo Sacramento, una monaca francese vissuta nel Seicento, pregava molto Gesù Bambino. Un giorno, il Bambinello le apparve in visione e la esortò a diffondere tra i fedeli la devozione della Coroncina, promettendole che egli avrebbe accordato «grazie specialissime d’innocenza e di purezza a coloro che porteranno questo piccolo rosario e con devozione lo reciteranno in ricordo dei Misteri della mia santa infanzia». La preghiera contempla in particolare i primi dodici anni della vita di Gesù e utilizza come invocazione il versetto «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi».
Autore: Saverio Gaeta
|