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San Teoctisto di Caccamo Abate basiliano

4 gennaio

IX sec.

E' una figura controversa e le sue origini sono sconosciute. Secondo la tradizione, sarebbe stato un monaco basiliano vissuto nell'VIII secolo, ma alcuni autori lo identificano con Teoctisto, abate del monastero di San Nicola de Nemore, nei pressi di Caccamo. Indipendentemente dalla sua identità, San Calogero è considerato un santo taumaturgo e la sua fama è diffusa in tutta la Sicilia. La sua festa si celebra il 4 gennaio, giorno in cui si ricorda anche la riunione dei 70 apostoli. Il culto di San Calogero è particolarmente sentito a Termini Imerese, dove si trova un santuario dedicato al santo. Ogni anno, il 4 gennaio, migliaia di fedeli si recano in pellegrinaggio al santuario per venerare le sue reliquie.

Emblema: Libro, croce


La Città di Termini Imerese (PA) venera tra i suoi Patroni  San Calogero, che abitò sul monte Euraco, alle cui radici sorge l’abitato; sulla sommità del monte si vede ancora l’impronta del suo piede ed una sorgente sgorgata per le sue preghiere. Le tradizioni sono però oscure e contraddittorie; si crede fosse lo stesso Calogero di Fragalà che predicò il Vangelo a Termini Imerese contro l’arianesimo dei Vandali; nello stemma comunale si vede San Calogero vestito da monaco basiliano.    
Alcuni Autori, lo ritennero un cittadino di Caccamo ( PA),l’antica Azone o Cabala cartaginese, ma secondo chi scrive il Καλογερоσ  ( Bel Vecchio ) di Termini Imerese fu uno dei tanti monaci basiliani vissuti in Sicilia dal IV secolo in poi e forse da identificare con lo stesso Teoctisto.
Questi visse nel monastero basiliano di S. Nicola de Nemore (del Bosco), ai piedi del Monte San Calogero, a circa tre chilometri da Caccamo, del quale fu Abate, abitato ancora da poveri contadini che lo hanno trasformato in stalle e ricoveri per gli animali; gli affreschi di stile bizantino, che decoravano l’annessa Chiesa, sono ridotti a figure informi. Il feudo appartenuto al Convento, fu proprietà del Seminario Arcivescovile di Palermo, che dovette cederlo allo Stato nel 1866 e quindi concesso in enfiteusi.
La sepoltura del Santo si sconosce, ma la tradizione lo vuole sepolto in S. Nicolò del Bosco.
La morte del Santo è data dal Caietano in “Vitae Sanctorum Siculorum”, dal Mongitore nel suo “ Martirologium Panormitanum”, dallo Judica nel “Martirologio della Chiesa Palermitana“ nell’830.
La Vita del Santo è riportata da Ottavio Caietano S.J. in  “ Vitae Sanctorum Siculorum “ del 1657; da Agostino Inveges nella “ Storia di Caccamo “; Francesco Carrera in “ Pantheon Siculo “; Giuseppe Perdicaro in “Vite dei Santi Siciliani “; Vito Maria Amico nel “ de Abbatiis Sic. “.  
Nei Menei ( Libri liturgici con le celebrazioni mensili ) e Sinassari ( Libri liturgici per la Celebrazione Eucaristica ) bizantini è ricordato al 4 Gennaio.
In un Martirologio della Chiesa Bizantina compare al 3 Settembre:   “San Teoctisto Abate, morto nel 466-467“.
Nel Calendario della Chiesa Bizantina è segnato in due date:  al 3 Settembre“ San Teoctisto monaco “ (+ 467) e al 4 Gennaio: “Sinassi dei 70 Apostoli e San Teoctisto di Caccamo, monaco italo-greco, circa l’anno 800“.
Nel “Martirologio Siculo“ del P. Ottavio Caietano S.J. del 1617 al 4 Gennaio è recensito: “in Sicilia, nel Monastero di Cucumo S. Teotisto Abate“.   
Nel “Martirologium Panormitanum Sanctorum Civium et Patronorum Urbis Panormi “ di Antonino Mongitore del 1742 al 4 Gennaio è annotato: “Nel Monastero Cucumiense, presso Caccamo, S. Teoctisto Abate,  che rifulse pieno di virtù e di meriti intorno all’anno 830“.
Il Martirologio della Chiesa Palermitana di Onofrio Judica del 1771 riporta lo stesso elogio.
Il P. Agostino Inveges nella sua “ Cartagine Siciliana “ riporta da un antico Evangeliario greco: 4 gennaio, Festa dei 70 Apostoli e Teoctisto Abate di Caccamo“.     
Fu iscritto nel Calendario Palermitano nel 1737, in virtù della Bolla di Gregorio XIII del 30/12/1573 concessa alle Chiese di Spagna e alle terre soggette al Re Cattolico “di poter celebrare con Ufficio Proprio i Santi non descritti nel Calendario , ma che fossero naturali della Diocesi o Patroni della Chiesa o della Diocesi e i loro Corpi o notabili Reliquie si avessero in quella Chiesa o Diocesi“.
Il 19 Novembre 1736 D. Giuseppe Stella, Arcidiacono e Vicario Generale in Sede vacante, poi Vescovo di Mazara del Vallo, ordinò che fosse iscritto nel Calendario.
Nel Calendario della Chiesa Palermitana del 1771 è riportato al 15 Febbraio: “15 Febbraio, Teoctisto Abate semidoppio (fu il 4 Gennaio), poiché il 4 gennaio cadeva l’Ottava dei SS. Innocenti”.
La Celebrazione non compare mai nel testo delle Messe Proprie per la Città e Diocesi di Palermo, a partire dall’edizione del 1774 fino a quella del 1967, perché il testo era quello della Messa dal Comune degli Abati: Os Justi.
Compare però al 4 Gennaio, poiché Abate dell’Ordine di S. Basilio, nel Testo delle Messe Proprie dell’Archimandritato di Messina del 1929 e nel Calendario delle Chiese di Sicilia fino al 1975 .
Con l’edizione del Calendario delle Chiese di Sicilia del 1976 la celebrazione è stata espunta.
Poiché, però, a norma dell'Istruzione "Calendaria particularia" i Santi si possono celebrare nei vari luoghi con un grado più proprio, S. Teoctisto, Abate basiliano, nella Città di Caccamo ha il grado liturgico di Memoria obbligatoria.


Autore:
Ugo Russo

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Aggiunto/modificato il 2014-06-20

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