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† Cheongju, Corea del Sud, 7 gennaio 1800
Francesco Bae Gwan-gyeom fu tra i primi abitanti del suo villaggio natale a scegliere di abbracciare il cattolicesimo, recentemente introdotto in Corea. Si diede da fare per la costruzione di una casa di preghiera per i suoi conterranei, ma venne arrestato proprio quando l’edificio era pronto. Morì, a causa delle percosse subite durante gli interrogatori, il 7 gennaio 1800, a circa sessant’anni. Inserito nel gruppo di martiri capeggiato da Paolo Yun Ji-chung, è stato beatificato da papa Francesco il 16 agosto 2014, nel corso del viaggio apostolico in Corea del Sud.
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Francesco Bae Gwan-gyeom, detto anche Baleun, era originario di Jinmok, nella provincia del Chungcheong (attualmente Janghang-ri, provincia del Chungcheong del Sud, in Corea del Sud), nella parte della regione del Naepo dove il cattolicesimo venne inizialmente introdotto. Fu tra i primi a scegliere di aderirvi.
Arrestato nel 1791, durante la persecuzione Sinhae, esplosa nello stesso anno della sua conversione, venne però liberato perché apostatò. Tornato a casa, se ne pentì e s’impegnò a vivere la fede con fervore più intenso. Si trasferì quindi a Seosan, ma presto si diresse a Yangje (attualmente Yangyu-ri), vicino alla sua città natale. Lì formò, con altri fedeli, una comunità cristiana.
Sul finire del 1794, clandestinamente, era giunto in Corea il missionario cinese padre Giacomo Zhou Wen-mo. Alla notizia che lui stava per cominciare a visitare le comunità, Francesco predispose insieme ad altri fratelli nella fede a Yangje un luogo che potesse essere utilizzato come sala per la lettura e la meditazione, sperando di poter invitare il missionario verso la fine del 1798.
Tuttavia, proprio a quell’epoca la persecuzione Jeongsa aveva preso a imperversare attraverso il Chungcheong. Il 3 ottobre, quando i cattolici del posto avevano completato la costruzione della casa di preghiera, la polizia fece irruzione nel villaggio con un agente segreto. Francesco venne immediatamente arrestato e condotto a Hongju. Il magistrato locale lo torturò per farlo riferire circa il luogo del raduno dei cattolici e per fargli consegnare i libri cattolici, ma senza esito. Terribilmente infuriato, riferì l’accaduto al governatore di Gongju. Quest’ultimo ordinò che Francesco venisse trasferito al quartier generale dell’esercito a Cheongju, per essere interrogato.
A Cheongju, Francesco incontrò altri cattolici, tra i quali Giacomo Won Si-bo, coi quali condivise le sue sofferenze. La sua fede in Dio era forte e salda come prima, benché il suo corpo fosse completamente lacerato e le gambe spezzate, oltre al fatto che aveva circa sessant’anni. Le ripetute percosse da parte delle guardie carcerarie ebbero il sopravvento sulla sua resistenza fisica il 7 gennaio 1800 (13 dicembre 1799 per il calendario lunare).
Francesco Bae Gwan-gyeom, inserito nel gruppo di martiri capeggiato da Paolo Yun Ji-chung (del quale fanno parte anche i già citati Giacomo Won Si-bo e padre Giacomo Zhou Wen-mo), è stato beatificato da papa Francesco il 16 agosto 2014, nel corso del viaggio apostolico in Corea del Sud.
Autore: Emilia Flocchini
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