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Beato Maria Eugenio di Gesù Bambino (Henri Grialou) Sacerdote carmelitano, fondatore

27 marzo

Le Gua, Francia, 2 dicembre 1894 – Venasque, Francia, 27 marzo 1967

Padre Maria Eugenio di Gesù Bambino, al secolo Henri Grialou, aveva iniziato la sua formazione nel seminario diocesano di Rodez, ma entrò nell’Ordine dei Carmelitani Scalzi dopo l’ordinazione sacerdotale, perché si era appassionato alla dottrina di santa Teresa di Gesù Bambino e di san Giovanni della Croce. Rivestì vari incarichi di responsabilità nel suo Ordine, curando in particolare le comunità femminili in Francia. Dal 1955 poté dedicarsi quasi a tempo pieno all’opera cui aveva dato inizio quando, nel 1929, aveva iniziato a fare da direttore spirituale ad alcune giovani donne: l’Istituto Secolare Nostra Signora della Vita, che oggi comprende sacerdoti incardinati e consacrati laici, sia uomini sia donne. Morì il 27 marzo 1967 a Venasque, presso il santuario di Nostra Signora della Vita, dove sono custoditi i suoi resti mortali. È stato beatificato il 19 novembre 2016 ad Avignone.



Infanzia e vocazione
Henri Grialou nacque il 2 dicembre 1894 a Le Gua, frazione di Rodez, nel dipartimento dell’Aveyron; era il terzo dei cinque figli di Auguste, minatore di professione, e Marie. La famiglia si trasferì a Cransac, cittadina mineraria, per motivi di lavoro del padre, che però si ammalò di tubercolosi: a nemmeno dieci anni, Henri era già orfano di padre. Il fratello maggiore, Marius, divenne quindi l’uomo di casa.
Tutte le mattine, prima di andare a scuola dai Fratelli delle Scuole Cristiane, Henri passava per la chiesa del suo paese, spingendosi fin sul presbiterio. Fu in quel modo che, col tempo, comprese di essere chiamato al sacerdozio. Tuttavia, non voleva pesare sulla sua famiglia, che era diventata ancora più povera con la scomparsa del padre.

Allievo della Scuola apostolica dei Missionari dello Spirito Santo
Nel 1905 gli venne offerto di andare a studiare nella Scuola apostolica (una struttura per accogliere gratuitamente gli aspiranti al sacerdozio, non necessariamente nella congregazione che la gestisce) dei Missionari dello Spirito Santo a Susa, in Piemonte. Partì, completamente solo, nel mese di settembre.
Dopo due anni tornò in Francia, ma portò con sé la nostalgia delle Alpi e un accresciuto desiderio di diventare sacerdote. Messa di fronte alla determinazione del figlio, la vedova Grialou gli permise di entrare nel Seminario minore di Rodez, impegnandosi a fondo per pagargli la retta.

La scoperta di santa Teresa di Gesù Bambino
Durante quel periodo, Henri fece la scoperta spirituale che lo segnò per sempre: leggendo il libro «La rose effuillée» («La rosa sfogliata»), conobbe Teresa di Gesù Bambino, non ancora Beata né Santa. Nessun’opera, prima d’allora, lo aveva tanto colpito: in seguito, poté definire la giovane carmelitana di Lisieux «un’amica d’infanzia». Anche per via di quell’influsso, il giovane si domandò spesso se Dio non lo volesse missionario.
Tuttavia, la prima guerra mondiale era alle porte. Nel 1913 si arruolò volontario nell’esercito francese e prese parte nelle principali campagne belliche. Sei anni dopo tornò in Seminario: aveva ottenuto il grado di luogotenente e aveva ricevuto le decorazioni della croce di guerra e la Legion d’onore. Soprattutto, era orientato più che mai al sacerdozio.

La chiamata al Carmelo
Ormai nel Seminario maggiore, si stava preparando a ricevere gli Ordini sacri. La sera del 13 dicembre 1920, durante il ritiro in preparazione al diaconato, Henri stava leggendo un compendio della vita di san Giovanni della Croce. All’improvviso, comprese che Dio volesse che lui entrasse al Carmelo.
La sua prima reazione fu di credere di stare impazzendo, come gli confermò il direttore spirituale. Il suo vescovo voleva che si mettesse a disposizione delle missioni diocesane, mentre sua madre gli rispose che poteva partire, ma che piuttosto si sarebbe uccisa. Per giunta, lui non aveva la minima idea di dove trovare un convento carmelitano in Francia: in effetti, i padri erano rientrati da poco dall’esilio in Belgio e si erano stabiliti, il 24 agosto 1920, ad Avon, presso Fontainebleau.

Novizio carmelitano
Attese l’ordinazione sacerdotale per mettere in atto la sua decisione. Il 4 febbraio 1922 divenne quindi sacerdote e venti giorni dopo, senza dire nulla a nessuno, entrò nel Carmelo di Avon. Il 10 marzo 1923, con la vestizione religiosa, prese il nome di padre Maria Eugenio di Gesù Bambino.
Nel corso del noviziato, approfondì la spiritualità dei santi carmelitani, specie di santa Teresa di Gesù. In particolare, comprese l’importanza dell’orazione mentale come centro delle varie occupazioni della vita.

Primi tempi dell’apostolato
Poco più di un mese dopo la vestizione, l’Ordine Carmelitano era in festa per la beatificazione di Teresa di Lisieux, canonizzata il 17 maggio 1925. L’anno seguente, il 24 agosto 1926, san Giovanni della Croce venne proclamato Dottore della Chiesa. Padre Maria Eugenio, che ormai era sulla trentina, fu incaricato di predicare tridui in onore dei due Santi in tutta la Francia.
Destinato al convento carmelitano di Lilla dall’11 agosto 1924, divenne anche, nel gennaio 1925, direttore della rivista «Le Carmel», che sotto la sua direzione accrebbe il numero degli abbonati: da 300 a 2000 in poco meno di due anni.

Una nuova e importante intuizione
La sua attività di predicatore gli fece percepire che specialmente i laici avessero bisogno di un approfondimento spirituale maggiore, quello stesso che lui aveva trovato al Carmelo. Riconobbe dunque di essere chiamato a mostrare alle anime la via dell’unione tra contemplazione e azione, tramite la preghiera e la vita nello Spirito.
Intanto, però, venne trasferito al convento del «Petit Castelet» a Tarascona come priore, accettando di curare l’educazione di bambini che sembrassero avere germi di vocazione carmelitana solo perché presentiva che Dio aveva in serbo altro per lui.

L’incontro con Marie Pila e le sue compagne
In effetti il 19 maggio 1929, Domenica di Pentecoste, fu avvicinato da tre giovani insegnanti, Marie Pila, Jeanne Grousset e Germaine Romieu, inviate a lui dalla priora del Carmelo di Beaune in Borgogna. Anche loro avevano un’ardente sete di verità e si erano accostate alla spiritualità carmelitana, ma si erano viste rispondere che la clausura non faceva per loro.
Padre Maria Eugenio chiese a Marie di prendersi un anno sabbatico dall’insegnamento – insieme alle colleghe aveva fondato una scuola privata a Marsiglia, il Cours Notre Dame de France – e di trascorrerlo presso l’antico santuario di Nostra Signora della Vita, nel dipartimento di Vaucluse; intanto, avrebbe impartito a lei e alle compagne delle lezioni sull’orazione mentale.
L’improvvisa nomina a priore del convento «L’ermitage» di Agen, che era pure sede di noviziato, lo costrinse ad accelerare la formazione del gruppetto: il 13 marzo 1932 accolse la loro professione nel Terz’Ordine Carmelitano e il giorno seguente le accompagnò a Nostra Signora della Vita.

Definitore generale
Fu poi priore a Montecarlo (1936). Le sue responsabilità nell’Ordine aumentarono quando, nel corso del Capitolo generale svolto a Venezia nel 1937, venne eletto terzo definitore generale e dovette quindi trasferirsi a Roma.
Vi risiedette stabilmente salvo negli anni dal 1940 al 1945, quando venne incaricato di viaggiare per i conventi femminili carmelitani di Francia per predicare ritiri, consigliare e confortare le comunità provate dalla seconda guerra mondiale.

Nasce l’Istituto Nostra Signora della Vita
Approfittò di quell’occasione per recarsi spesso a Nostra Signora della Vita, dove il 24 agosto 1937 era stata creata una Fraternità del Terz’Ordine Carmelitano, con Marie Pila come superiora. Il 15 agosto 1946 divenne una Pia Unione, col nome di Istituto Nostra Signora della Vita e senza cambiare la superiora.
Il 26 aprile 1947 padre Maria Eugenio venne eletto primo definitore generale e, nel settembre successivo, nominato visitatore apostolico per le Carmelitane scalze francesi. L’11 luglio successivo ricevette alcuni giovani di Bordeaux, che stavano cercando un contesto in cui esprimere le loro aspirazioni spirituali: sarebbero diventati il ramo maschile.
Nel 1948, l’anno seguente alla promulgazione della Costituzione apostolica «Provida Mater Ecclesiae» sugli Istituti secolari, anche quello di Nostra Signora della Vita rientrò in quella categoria, diventando Istituto secolare di diritto diocesano.

Visite ai conventi in Francia e in Oriente
Il 3 gennaio 1953 accettò di occuparsi, come inviato della Sacra Congregazione dei Religiosi, di organizzare i conventi femminili in federazioni: in tutto visitò 142 conventi nella sola Francia. Visitò anche le comunità in Oriente, sia maschili sia femminili, raccomandando il primato della vita contemplativa secondo gli insegnamenti di santa Teresa d’Avila.

Il suo capolavoro: «Voglio vedere Dio»
Nel mezzo della sua incredibile attività ebbe il tempo di pubblicare il suo capolavoro, «Voglio vedere Dio». Uscito inizialmente in due tomi, «Voglio vedere Dio» del 1959 e «Sono figlia della Chiesa» del 1961 (l’ultima traduzione italiana, in un volume unico, è del 2010), raccoglie le conferenze impartite ai primi membri dell’Istituto, ampliate e accresciute.
In sintesi, mostra che l’incontro con Dio può avvenire, nella fede, sin da quando si è sulla terra; il tutto attraverso i principali maestri del Carmelo, cui è associata santa Teresa di Gesù Bambino. L’opera è destinata a ogni tipo di persone, perché, come aveva commentato il suo autore: «Le persone che cercano Dio sono ovunque. Ah, se potessi raggiungerle tutte e parlare loro dell’Amore infinito!».

Vicario Generale dei Carmelitani e consolidamento dell’Istituto
Una nuova pagina del suo cammino si aprì alla morte del Superiore generale dei Carmelitani, avvenuta durante un viaggio in Messico: padre Maria Eugenio divenne Vicario generale per diciotto mesi, fino al successivo Capitolo del 1955.
Una volta rientrato in Francia e divenuto Provinciale della Provincia di Avignone-Aquitania, poté dedicarsi pienamente al consolidamento dell’Istituto, che il 23 ottobre 1954 aveva visto la creazione della Pia Unione dei Figli di Nostra Signora della Vita a Bordeaux, poi trasferita, nel 1970, nella diocesi di Avignone.
Il 22 aprile 1960 fu riconosciuto dall’arcivescovo di Avignone un gruppo di sacerdoti, diventati il 20 maggio 1961 la Pia Unione dei Sacerdoti di Nostra Signora della Vita, i cui membri emisero i primi voti il 29 dicembre 1964. Quanto ai membri laici uomini, professarono il loro impegno definitivo nel 1966. L’Istituto, intanto, aveva ricevuto l’approvazione pontificia il 24 agosto 1962.

Gli ultimi anni e la morte
Padre Maria Eugenio, che era stato rieletto per altre due volte come Provinciale, sentiva che la sua salute non era più come una volta: «Non sono più fatto di ferro», disse quasi scherzando, «ma di alluminio».
Una seria polmonite, che lo colpì il 18 febbraio 1965, lo spinse a lasciare le sue ultime consegne: «Questo è il testamento che vi lascio, chiedendo la grazia che Dio, che lo Spirito Santo scenda su di voi, cosicché tutti voi possiate dire il prima possibile che lo Spirito Santo è vostro amico, che lo Spirito Santo è vostra luce, che lo Spirito Santo è vostro Maestro».
La sua vita ebbe termine il 27 marzo 1967, a Venasque, presso il santuario di Nostra Signora della Vita. Era il Lunedì di Pasqua, giorno in cui, dieci anni prima, aveva scelto come data in cui ricordare proprio Nostra Signora della Vita.

La causa di beatificazione
La prima fase della causa di beatificazione di padre Maria Eugenio si è svolta nella diocesi di Avignone dal 7 aprile 1985 al 5 marzo 1994, ma ha ottenuto il nulla osta dalla Santa Sede il 27 settembre 1985. L’inchiesta diocesana, completata da un breve processo rogatorio (3-5 aprile 1990, a Tokyo), è stata convalidata il 24 marzo 1999. La “Positio super virtutibus” è stata trasmessa a Roma nel 2000.
Dieci anni dopo, il 14 luglio 1990, i Consultori teologi della Congregazione delle Cause dei Santi hanno dato parere positivo circa l’esercizio in grado eroico delle virtù cristiane da parte dell’allora Servo di Dio; opinione confermata dalla riunione dei cardinali e vescovi membri della stessa Congregazione l’11 ottobre 2011. Il 19 dicembre 2011 papa Benedetto XVI ha autorizzato la promulgazione del decreto che dichiarava Venerabile padre Maria Eugenio.

Il miracolo e la beatificazione
Risale agli anni ’80 del secolo scorso il miracolo che lo ha portato alla beatificazione. Un neonato, venuto alla luce con delle grosse cisti, aveva subito due operazioni, una a undici giorni dalla nascita, l’altra tre giorni dopo la prima. Alcuni giorni più tardi, il chirurgo notò una perdita da una piaga del dotto toracico, mentre il piccolo, di ventotto giorni, rischiava di morire.
Una prozia, al ricevere una lettera dai genitori che annunciava di prepararsi al peggio, chiese subito l’intercessione di padre Maria Eugenio: quello stesso giorno, senz’alcuna avvisaglia, il flusso si bloccò e il bambino cominciò a prendere peso, sotto lo stupore dei medici.
Il 28 maggio 2015 la Consulta medica della Congregazione delle Cause dei Santi affermò il carattere inspiegabile della guarigione, su cui si pronunciarono, attribuendo l’intercessione al sacerdote carmelitano, i consultori teologi il 1° dicembre 2015. Il 1° marzo 2016 i Cardinali e Vescovi hanno confermato quest’opinione. Due giorni più tardi, il 3 marzo 2016, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui il fatto era da ritenersi miracoloso.
Il rito di beatificazione si è svolto il 19 novembre 2016 al Parc des Expositions di Avignone, presieduto dal cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, come delegato del Santo Padre. Non è stata la prima volta per un evento del genere, anche se i precedenti sono molto più antichi: Tommaso d’Aquino, nel 1322, e Ivo di Tréguier, nel 1347, sono infatti stati canonizzati nel palazzo dei Papi.

L’Istituto Nostra Signora della Vita oggi
L’Istituto Nostra Signora della Vita, di diritto pontificio dal 21 novembre 1973, è oggi composto da tre rami autonomi: sacerdoti, laici e laiche; in tutto conta circa 600 membri, sparsi in tutto il mondo.
Ad essi si unisce un centinaio di coppie, secondo i desideri del Beato fondatore, che desiderava pure un’organizzazione perché i coniugati potessero partecipare, nell’ambiente familiare, alla vocazione dell’Istituto.
Alcuni dei sacerdoti incardinati in esso si occupano dello Studium di Nostra Signora della Vita, una struttura internazionale di formazione teologica ufficialmente riconosciuta e annessa all’omonimo santuario di Venasque, dove riposano i resti del Beato Maria Eugenio e di Marie Pila, cofondatrice del ramo femminile.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2016-11-21

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