Firenze, 20 aprile 1879 - Firenze, 27 febbraio 1965
Maria Agnese Tribbioli nasce a Firenze il 20 aprile 1879. In famiglia riceve una fede semplice e autentica e forti principi morali. Sin da piccola, dopo la morte del padre “adottivo”, visse in ristrettezze economiche. Entrò nell’Istituto del Patrocinio di San Giuseppe, dove nel 1901 emise la professione religiosa con il nome di suor Maria Agnese. Il 4 agosto 1917 esce dal suddetto Istituto per dedicarsi esclusivamente alla sua vocazione di madre degli orfani e dei poveri. Fonda la Congregazione delle Pie Operaie di San Giuseppe riconosciuta, con l’apertura del noviziato a Castel del Rio (Bologna), il 29 giugno 1927 dal vescovo cappuccino, mons. Paolino Tribbioli. Durante la Seconda Guerra Mondiale accoglie e salva numerosi fratelli ebrei. Muore a Firenze il 27 febbraio 1965. Le sue spoglie riposano nella Cappella di Casa Betania di Via dei Serragli 127. Oggi le suore sono presenti in Italia, Romania, Brasile e India al fianco dei “vecchi e nuovi poveri”. Nel 2010 è stata riconosciuta dalla Comunità Ebraica “Giusta tra le Nazioni”. Il 14 gennaio 2017 il cardinale di Firenze, Giuseppe Betori ha dato inizio all’Inchiesta Diocesana sulla vita, virtù, fama di santità e dei segni della Serva di Dio.
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La vita
Il 20 aprile 1879 in una casa del centro storico fiorentino, mamma Clorinda Sorbi di San Martino in Freddana (Lucca) dà alla luce la piccola Agnese. Il padre “adottivo”, Ludovico Tribbioli , era invalido e lavorava alla Prefettura del capoluogo toscano. In famiglia le viene trasmessa una fede religiosa autentica e sani principi morali che orientarono e determinarono le scelte della sua vita. il 13 ottobre 1890 papà Ludovico mori; Agnese che aveva undici anni, con le sorelle Evelina e Maria Francesca trascorse giorni difficili a causa delle condizioni economiche in cui la famiglia si ritrovò. Intanto Evelina e Maria si avvicinarono a “Il Patrocinio” di San Giuseppe, un opera fondata a Firenze nel 1882 da Emma Rosadi, con lo scopo di aiutare ed educare le ragazze offrendo loro l’istruzione primaria, formazione cristiana e avviamento al lavoro. La Tribbioli nel 1897, anno in cui fu aperta una sezione di maglieria, per volere della stessa Rosadi, vi fu preposta come maestra. Intanto, la primogenita Evelina nel 1898 entrò nella Congregazione francese di Gesù-Maria a Fourviére (Lione). Questa decisione portò Maria a interrogarsi sulla vocazione alla vita religiosa. Scelta che non fu insofferente. Dal manoscritto autobiografico, infatti, si apprende che la Tribbioli conviveva con un conflitto interiore: pur apprezzando la dedizione delle istitutrici verso le ragazze nutriva dubbi sul loro metodo educativo e pedagogico. Nonostante queste titubanze interiori Maria entrò comunque nell’Istituto e il 23 gennaio 1901 ne indossò l’abito ricevendo il nome di suor Maria Agnese. Dopo 16 anni di permanenza, dinanzi all’immobilismo di vita, del carisma e all’assenza di progetti futuri in cui si ritrovarono le religiose del Patrocinio di San Giuseppe, non essendoci più le condizioni per realizzare e vivere la sua originale vocazione di essere madre dei poveri e degli orfani, suor Agnese, seguita da suor Adriana Telai, lascia l’Istituto per accogliere le sfide della povertà e servire totalmente ed evangelicamente i poveri. Era il 4 agosto 1917.
Inizi e sviluppo della Congregazione
Iniziarono anni di difficoltà, di povertà estrema , sospetti e dubbi affrontati e superati dalla Serva di Dio grazie alla sua incrollabile fiducia nella Provvidenza, nell’azione dello Spirito e con la sua mitezza e determinazione. Nei primi tempi le due “fuoriuscite” tentarono, tra pregiudizi e accoglienza, di stabilirsi nel territorio della diocesi di Firenze e precisamente a San Martino ai Cipressi dove presero una casa in affitto. La svolta giunse quando il vescovo di Imola e cugino della Serva di Dio, mons. Paolino Tribbioli, cappuccino e missionario in India, le invita nella sua diocesi. Il 2 agosto 1919 suor Maria e suor Adriana partono per San Patrizio in Romagna dove vengono accolte dall’arciprete don Giovanni Piatesi che il 19 agosto successivo benedisse il nuovo abito religioso. Suor Maria Agnese in questo centro romagnolo dovette affrontare e guadagnarsi la fiducia di comunisti, socialisti e anticlericali che le furono alquanto ostili. Il 1919, difatti, fu uno degli anni più difficili e turbolenti della storia dell’Italia unita a causa della diffusa disoccupazione, di una crisi agricola non al passo coi tempi, della depressione economica e della conseguente svalutazione monetaria. Il partito socialista si affacciò sulla scena della vita politica degli italiani, gli anarchici seminavano violenze e paure, si occupavano le terre, gli scioperi erano numerosi. In questo contesto socio-politico le aggressioni e le violenze ai danni di sacerdoti e religiosi si moltiplicarono creando tensioni e divisioni tra “clericali e anticlericali”.
Nel settembre 1920 iniziò l’esperienza di Fiesole, Belvedere e Castel del Rio (1922) che in seguito divenne Casa Madre. Con l’aumento delle suore si aprirono case in Romagna, Puglia, Umbria, Sardegna e, ai giorni nostri, in India, Brasile e Romania. Mons. Tribbioli, in occasione della benedizione della casa di Castel del Rio (29 giugno 1927) e con l’avvio del noviziato, riconobbe ufficialmente la nuova congregazione delle Suore Pie Operaie di San Giuseppe. Nel 1933 si realizzò un sogno che la Madre Maria Agnese aveva nel suo cuore da quel 4 agosto 1917: dopo alcuni iniziali fallimenti e difficoltà le suore della nascente congregazione si riunirono con le consorelle del Patrocinio. Quest’ultime, difatti, ridotte ormai a poche unità, riconobbero nella nuova opera della consorella fuoriuscita la continuità del loro carisma originario. Alla fine si era tornate a casa! In seguito l’Istituto si diffuse prevalentemente nel centro Italia e all’espansione geografica seguì il raggiungimento dei riconoscimenti ecclesiastici e civili della Congregazione: il 24 gennaio 1952 si ebbe il riconoscimento diocesano; dieci anni dopo, il 31 gennaio 1962 quello pontificio e il 14 gennaio 1963 quello civile. Dopo un’intensa vita dedita a Dio e agli uomini, soprattutto ai poveri del suo tempo, Madre Agnese muore a Firenze il 27 febbraio 1965 circondata dall’amore delle suore e di quanti ricevettero amore e accoglienza. Dal 5 giugno 2008 il suo corpo riposa nella Cappella di Casa Betania di Via dei Serragli in Firenze.
Giusta tra le Nazioni
La carità sconfinata della Serva di Dio non venne meno neanche dinanzi al rischio della propria vita. A Firenze, durante il Secondo Conflitto Mondiale, l’allora cardinale Elia Dalla Costa mobilitò le forze ecclesiali della Diocesi per aiutare gli ebrei perseguitati. Furono settanta le parrocchie e gli istituti religiosi, capitanati da don Leto Casini, che nascosero gli ebrei fiorentini durante i rastrellamenti evitando loro la deportazione nei campi di concentramento. Anche Madre Tribbioli rispose all’appello dell’Arcivescovo. Nei sotterranei della Casa Generalizia di Via dei Serragli, difatti, accolse numerose famiglie di ebrei e tra questi salvò la vita ai fratelli Vittorio e Cesare Sacerdoti e alla loro mamma. Il 28 novembre 1943 suor Maria Agnese seppe con coraggio e determinazione affrontare due ufficiali delle SS che bussarono alla porta della Casa delle Pie Operaie di San Giuseppe per prelevare gli ebrei e condurli nei campi nazisti della morte. Armata di un crocifisso, la Serva di Dio, rispose con fermezza ai due ufficiali che le chiedevano dove fossero nascosti gli ebrei: «Qui non ci sono ebrei, ci sono solo figli di Dio, e anche voi siete figli di Dio». Saranno i due fratelli Sacerdoti a chiedere, anni dopo, all’ Istituto per la memoria della Shoah, Yad Vashem di Gerusalemme, il riconoscimento per Madre Agnese di “Giusta tra le Nazioni” che le fu tributato il 18 marzo 2010 nel Salone dei Cinquecento del capoluogo toscano.
Spiritualità e carisma
La Serva di Dio fu profondamente permeata dalla spiritualità cristocentrica ed evangelica di Francesco d’Assisi grazie alla guida umano-spirituale del cugino vescovo cappuccino, Paolino Tribbioli. Una spiritualità quella della Madre, centrata su Gesù Cristo e questi crocifisso (cfr. 1Cor 2,2), sulla spoliazione del sè come fondamentale valore evangelico a imitazione della Kenosi di Cristo (cfr. Fil 2,5-11) e sull’amore incondizionato agli ultimi vissuto nel farsi povera tra i poveri. La sua grande carità, infatti, si radica e manifesta in una spiccata maternità. Il Signore, difatti, le ha permesso di trasformare la sua esperienza di adozione paterna in amore sconfinato per gli orfani e la gioventù povera del suo tempo. Anima pienamente eucaristica e mariana ha saputo cogliere e vivere la ricchezza della “casa di Nazaret” evidenziando la missione di Giuseppe, sposo di Maria e padre putativo del Signore.
Il carisma specifico della Congregazione delle Pie Operaie di San Giuseppe può così sintetizzarsi: “esodo da sé” nella preghiera intensa e oblativa, “santificazione del lavoro” come condivisione silenziosa e significativa della quotidianità della gente e “annuncio del Vangelo” in ogni latitudine del globo e in qualsiasi situazione di vita con particolare predilezione dei poveri. Oggi le suore di suor Maria Agnese con la loro presenza e il loro servizio nelle «periferie del mondo e della storia » (Papa Francesco) sono il «cuore spalancato» della Chiesa madre e misericordiosa.
Il 14 gennaio 2017 nella Chiesa di San Giovanni Battista della Calza di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori ha celebrato la Sessione di apertura dell’Inchiesta diocesana per la Causa di Beatificazione della Serva di Dio, Maria Agnese Tribbioli.
Autore: don Francesco Armenti, postulatore
Note:
Postulazione: Causa di Beatificazione e Canonizzazione Serva di Dio Maria Agnese Tribbioli
Via dei Serragli, 113
Firenze
Tel: 349.8484198
email: postulazioneagnesetribbioli@gmail.com
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