Quiriguá, Guatemala, 21 giugno 1950 – 1° luglio 1981
Luis Obdulio Arroyo Navarro, nato a Quiriguá in Guatemala da una famiglia credente, fin da bambino scelse con decisione la via del Vangelo, distaccandosi dai vizi, cercando di essere sempre utile al prossimo e maturando un carattere allegro e semplice. Con questo spirito viveva sia la sua pratica religiosa, esercitata come Terziario francescano, sia il lavoro di autista presso il municipio di Los Amates. La sera del 1° luglio 1981, mentre tornava in automobile col suo parroco, padre Tullio Maruzzo, da una riunione dei Cursillos di Cristianità a Los Amates, fu assassinato da alcuni guerriglieri assieme a lui. La loro causa è stata voluta dalla Provincia Veneta dei Frati Minori, cui padre Tullio apparteneva e si è svolta nella fase diocesana dal 30 gennaio 2006 al 22 luglio 2008, presso il vicariato apostolico di Izabal. Ricevendo il cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il 9 ottobre 2017, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui entrambi sono stati riconosciuti ufficialmente martiri, aprendo la via alla loro beatificazione. La loro beatificazione è stata fissata al 27 ottobre 2018 a Morales, presso Izabal.
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Luis Obdulio nacque a Quiriguá (Los Amates-Izabal) il 21 giugno 1950, figlio di Ignacio Arroyo Vargas e di Guadalupe Navarro Montes, battezzato dal missionario francescano veneto p. Angelico Melotto parroco di Bananera poi vescovo di Sololà, cresimato dal missionario francescano p. Ercolano Giacomel, nuovo parroco di Banarera. Le date del Battesimo e della Cresima non ci sono pervenute
Obdulio, che abitava a pochi metri dalla casa parrocchiale, la frequentava fin da bambino, sempre disposto a qualsiasi servizio richiesto dal parroco. Già a sette anni chierichetto serviva la santa messa, servizio che mantenne fino alla sua morte.
La sua fanciullezza trascorse serena, nella normalità di ogni ragazzo; frequentò la scuola di Los Amates, a tre chilometri da Quiriguá.
Arrivato all’età adulta, fu assunto come autista del municipio di Los Amates, incarico che gli permise di conoscere quanto succedeva nella zona; infatti, fu il primo a comunicare ai sacerdoti missionari francescani del pericolo di morte che incombeva su di loro. Del tutto infondato il dubbio che fosse un informatore dell’esercito, perché essendo un impiegato del municipio doveva stare a certe regole, anche se non le condivideva adottando un comportamento che non lo compromettesse e non facesse male a nessuno.
A differenza di molti suoi coetanei, Obdulio si tenne lontano dai vizi, specialmente quello dell’alcool, molto diffuso tra gli abitanti della zona. Fin da bambino aveva fatto una scelta ben precisa per Gesù, assumendo anche la Regola del Terz’Ordine di San Francesco e nonostante la situazione socio politica della nazione guatemalteca.
Non risulta che pensasse alla vita consacrata o sacerdotale, qualche segno indica piuttosto che si sentisse attratto per la vita matrimoniale. Sul suo comportamento non si hanno notizie di scandali o imprudenze.
In famiglia, come attestano le sue sorelle, Obdulio era molto servizievole, attento alle necessità della casa; amava la sua famiglia come amava la Chiesa, era gentile e cortese con tutti.
Coltivava la pratica dei primi venerdì del mese, la preghiera personale. Dalla sua vita di pietà scaturiva la disponibilità al servizio a Dio, alla Chiesa e al prossimo; questo gli permise di formare il suo carattere, definito da un coro di testimoni, gentile, cortese, allegro, sorridente, umile, semplice e, soprattutto, servizievole. Un ragazzo sano.
Un ragazzo sempre a disposizione della parrocchia per qualsiasi evenienza che fosse nelle sue possibilità. Accompagnava il parroco, anche con la macchina, quando ne era richiesto.
Si fece catechista, curando innanzitutto la sua formazione personale. Entrò nell’Ordine francescano secolare. Poco prima della sua morte aveva iniziato il cammino dei «Cursillos di Cristianità». Non era un fanatico, era un ragazzo impegnato a rendersi utile al prossimo.
Dai suoi compaesani viene definito uomo retto e un buon testimone della fede.
Era sua abitudine quasi quotidiana, finito il lavoro nel municipio di Los Amates, ritornare a casa, rifocillarsi e recarsi poi alla casa parrocchiale.
Come autista si prestava per il rifornimento di provviste nelle riunioni dei catechisti, soprattutto i primi venerdì del mese in cui vigeva la pratica di confessarsi e fare la comunione in onore del Sacro Cuore di Gesù, una pratica molto sentita da quelle parti. Si metteva a disposizione delle religiose, del parroco, di coloro che organizzavano gli incontri.
Un suo compaesano così sintetizza il ricordo di Obdulio: «Era un giovane molto formato cristianamente e molto impegnato nel servizio della Chiesa soprattutto attraverso i Cursillos a cui apparteneva. Era impegnato presso il Comune e questo gli consentiva di aiutare chiunque avesse bisogno di questa sua attività, perché era persona molto attenta e disponibile. Aiutava e seguiva particolarmente P. Tullio, soprattutto quando doveva recarsi in altri villaggi o in altre zone per accompagnare i delegati o per altri motivi di ministero».
Nonostante gli avvertimenti dei suoi familiari sul pericolo che correva accompagnando i sacerdoti della parrocchia, Obdulio preferì rimanere accanto a loro, fedele al servizio che volontariamente si era assunto. Così, il 1° luglio 1981 fu ucciso assieme al suo parroco, p. Tullio Maruzzo, mentre ritornavano a casa dopo un servizio pastorale.
Per entrambi il Vicariato apostolico di Izabal ha aperto la causa di beatificazione, voluta dalla Provincia Veneta dei Frati Minori, cui padre Tullio apparteneva. L’inchiesta diocesana è durata dal 31 gennaio 2006 al 15 luglio 2008. La loro “Positio super martyrio” è stata presentata nel 2014 ed esaminata dai Consultori teologi il 31 maggio 2016.
Ricevendo il cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il 9 ottobre 2017, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui il catechista Luis Obdulio Arroyo Navarro e padre Tullio Maruzzo sono stati riconosciuti ufficialmente martiri per la fede. La loro beatificazione è stata fissata al 27 ottobre 2018 a Morales, presso Izabal.
Autore: padre Fabio Longo OFM, Vicepostulatore, ed Emilia Flocchini
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