Infanzia e famiglia
Carmen Elena Rendiles Martínez era la terza dei nove figli di Ramiro Antonio Rendiles, bancario del Banco Venezuelano, e di Ana Antonia Martínez. Quando venne alla luce, l’11 agosto 1903, a Caracas, era priva del braccio sinistro. Fu battezzata il 24 settembre 1903 nella parrocchia delle Sante Teresa e Anna e ricevette la Cresima il 28 ottobre 1905.
Nonostante la menomazione, compensata da una protesi, Carmen non trascurava i propri impegni in casa né quelli dovuti allo studio. Nel gioco con i fratelli, poi, era una vera trascinatrice.
Sin da piccola si sentì orientata alla vita consacrata, aiutata in questo dall’ambiente cristiano in cui viveva. Prima di ogni pasto, i genitori invitavano alla preghiera. Ogni sera recitavano il Rosario e non mancavano mai alla Messa domenicale.
Carmen fece la Prima Comunione il 19 marzo 1911 ed ebbe una gran devozione al Sacro Cuore di Gesù sin dall’infanzia. Compì la sua istruzione iniziale nell’istituto delle Suore di San Giuseppe di Tarbes a Caracas.
Segnali di vocazione
Quando aveva circa quindici anni, sentì più forte in lei la chiamata divina. Non poté realizzarla, in un primo tempo, a causa di una malattia ai polmoni, per via della quale andò a vivere da una zia. Approfittò dell’occasione per pregare e fare silenzio, ma anche per dedicarsi all’apostolato: insieme ad alcune compagne, andava a tenere il catechismo ai bambini.
A ventiquattro anni bussò alle porte di vari conventi: tutte rimanevano chiuse, o le si chiudevano davanti non appena faceva presente di avere un braccio solo.
Tra le Ancelle di Gesù nel Santissimo Sacramento
Nel 1926 l’arcivescovo di Caracas, monsignor Felipe Rincón Gonzalez, chiese che nella sua diocesi venissero inviate alcune suore di una congregazione francese, le Ancelle di Gesù nel Santissimo Sacramento. Erano state fondate il 31 maggio 1857 a Tolosa da Jeanne-Onésime Guibret, per il culto del Santissimo Sacramento: la comunità di Caracas era una delle ultime volute direttamente dalla fondatrice.
Carmen, incitata da un’amica, decise di conoscerle meglio: il 27 febbraio 1927 entrò come postulante. L’8 settembre dello stesso anno ricevette l’abito religioso e il nuovo nome di suor Maria Carmen. Lo stesso giorno di due anni dopo, emise i voti temporanei. Dopo tre anni, l’8 settembre 1932, professò quelli perpetui.
Per completare la sua formazione fu inviata alla Casa madre di Tolosa. Quando rientrò in Patria, due anni più tardi, fu nominata maestra delle novizie. Nel 1945, invece, divenne superiora provinciale, con responsabilità sulle case in Venezuela e Colombia. La seconda guerra mondiale le procurò notevoli difficoltà: su tutte, l’interruzione dei contatti tra la Casa madre e quelle in America Latina.
Un radicale cambiamento
Nel frattempo, però, le Ancelle di Gesù nel Santissimo Sacramento stavano affrontando un radicale cambiamento. Secondo madre Guibret, originariamente avrebbero dovuto comprendere due tipi di religiose: un gruppo, seppure ridotto, era destinato alla vita comunitaria; tutte le altre, le religiose ausiliatrici o esterne, dovevano vivere nel mondo, senza indossare un abito o segni di riconoscimento. Nel 1936, quindi poco dopo la professione di suor Carmen, furono approvate le nuove Costituzioni: in esse, solo le suore interne erano ammesse ai voti religiosi.
In seguito alla Costituzione apostolica «Provida Mater» del 1947, anche le religiose esterne domandarono di avere un riconoscimento proprio, dato la loro forma di vita assomigliava molto a quella degli istituti secolari, che quel documento autorizzava.
Il 2 luglio 1961, quindi, il decreto che approvava definitivamente le nuove Costituzioni per la congregazione, che cambiava nome in Ancelle dell’Eucaristia, previdero che le suore non indossassero mai elementi distintivi, vivessero nel mondo e che solo alcune vivessero in comunità, costituendo dei “focolari eucaristici”.
La nascita delle suore Serve di Gesù
Le suore delle comunità sudamericane, tuttavia, non erano state avvisate di quelle modifiche importanti. Suor Carmen, seppur con dolore, decise di domandare la separazione giuridica dalla congregazione originaria: tuttavia, nei suoi scritti dell’epoca non trapela il minimo risentimento. La ragione, essenzialmente, risiedeva nel fatto che le case in Venezuela e Colombia erano composte in maggior parte da sorelle interne.
Il 23 novembre 1965, quindi, la Sacra Congregazione dei Religiosi concesse l’autonomia alle sorelle venezuelane, che andavano una nuova congregazione, di diritto diocesano. Monsignor Luigi D’Addario, Nunzio apostolico in Venezuela, portò a esecuzione quel decreto il 25 marzo 1966: da allora, la congregazione ebbe il nome di Serve di Gesù. Nella stessa data suor Carmen venne nominata provvisoriamente superiora generale: la sua elezione venne ufficializzata nel 1969.
La congregazione si espande
Sotto il suo governo, la congregazione si espanse in altre diocesi del Venezuela e della Colombia. Le suore svolgevano il loro operato nella catechesi, nelle parrocchie, nell’istruzione e nella cura dei più bisognosi, ma anche nei seminari o nella confezione di paramenti e arredi sacri.
A loro madre Carmen indirizzò molte lettere circolari, nelle quali usava sempre i verbi al plurale, come a indicare che le esortazioni alle figlie spirituali dovevano valere anche per sé. Una per tutte: «Lavoriamo tutte nel seminare amore, seminando unione e carità, evitando quanto possa dividere e amandoci gli uni gli altri come Dio ci ha amato».
Fisionomia fisica e spirituale di madre Carmen
Era di statura oltre la media, anche se le varie malattie che ebbe, specie l’artrite di cui soffrì dal 1945, le causarono un leggero ingobbimento. Aveva una carnagione normale e un volto ovale, su cui spiccavano due occhi molto vivaci, sereni e penetranti. La sua bocca delineava spesso un sorriso sottile, tramite cui lasciava trasparire il suo amore a Gesù.
Metteva molta attenzione nel trattare con i bambini, ma anche nella fabbricazione delle particole destinate alla consacrazione nella Messa. Non appariva severa, ma salda nelle sue posizioni. Pur avendo un carattere forte, cercava di esprimersi in maniera dolce, anche quando le costava fatica.
Gli ultimi anni e la morte
In occasione di un suo anniversario significativo di professione, la sua vicaria organizzò una solenne celebrazione nella cattedrale di Caracas, alla presenza dell’arcivescovo cardinal José Humberto Quintero. Madre Carmen, nelle fotografie di quel giorno, ha un’espressione triste, segno della sua estrema umiltà: accettò quegli onori solo per non dispiacere le sue figlie.
A causa dell’artrite progressiva e di un incidente stradale, in cui si fratturò le gambe, trascorse i suoi ultimi anni su una sedia a rotelle. Non per questo smarrì il dinamismo interiore che la conduceva a visitare le case e a ritrovare lo slancio mediante la contemplazione e l’adorazione dell’Eucaristia. Morì a Caracas il 9 maggio 1977, a settantatré anni.
Il 10 maggio, dopo la Messa delle esequie, il suo corpo fu sepolto nella cappella della Casa generalizia delle Serve di Gesù, a Caracas. A causa dell’umidità del terreno dove sorge la casa, i resti mortali furono traslati, il 13 agosto 1979, nella cappella del Colegio Belén di Caracas, uno degli istituti retti dalle sue suore. Riposano tuttora lì, anche se, lo scorso aprile, sono stati sottoposti a ricognizione canonica.
La causa di beatificazione fino al riconoscimento delle virtù
Il suo cammino verso gli altari è iniziato il 18 agosto 1994, con il nulla osta da parte della Santa Sede. Dopo le fasi preliminari, il 9 marzo 1995 fu aperto, nella diocesi di Caracas, il processo informativo, che si concluse il 30 novembre 1996. Gli atti del processo diocesano furono convalidati il 18 ottobre 1997.
L’anno successivo fu presentata la “Positio super virtutibus”, che venne esaminata anzitutto dai Consultori teologi della Congregazione delle Cause dei Santi: il loro giudizio, il 24 novembre 2010, fu positivo. Anche la plenaria dei cardinali e dei vescovi membri della stessa Congregazione, il 18 giugno 2013, presentò un parere positivo circa l’esercizio in grado eroico delle virtù cristiane da parte della Serva di Dio.
Il 5 luglio 2013, quindi, papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto con cui madre Carmen otteneva il titolo di Venerabile.
Il miracolo per la beatificazione
Dal 1° febbraio 2014 al 18 settembre dello stesso anno si svolse l’inchiesta diocesana su un asserito miracolo attribuito alla sua intercessione. Si tratta della guarigione di Trinette Durán de Branger, medico chirurgo. Aveva subito una potente scossa elettrica al braccio destro durante un intervento: la scarica aveva bruciato il guanto che copriva la mano destra, tre dita della quale erano rimaste paralizzate. Le fu prospettato un intervento chirurgico per provare a riacquistare la mobilità, ma gli stessi colleghi non le lasciarono molte speranze.
Il giorno stesso dell’intervento, il 18 luglio 2003, la dottoressa si stava dirigendo in automobile al Centro Medico di Caracas. Lungo il tragitto, chiese di potersi fermare al Colegio Belén, per chiedere l’aiuto di madre Carmen. Fu ricevuta da suor Maria di San Luigi, sorella di sangue della fondatrice, con la quale pregò a lungo.
La suora la condusse poi nella stanza vicina alla cappella, dove sua sorella si fermava spesso a riposare e dove c’era un suo ritratto. Secondo la testimonianza della dottoressa, un raggio di luce vivissima partì dal bordo del quadro, sfiorandole la spalla destra. La donna perse momentaneamente i sensi, ma, quando rinvenne, scoprì che il braccio non le faceva più male e che le dita potevano muoversi. La domenica successiva, andando a Messa nella cappella del Colegio Belén insieme ai suoi familiari, sentì il sacerdote celebrante affermare che madre Carmen era priva di un braccio dalla nascita.
L’approvazione del miracolo e la beatificazione
Il 24 novembre 2016 la Commissione Medica della Congregazione delle Cause dei Santi ha riconosciuto l’inspiegabilità scientifica del fatto. I cardinali e i vescovi della Congregazione, il 21 novembre 2017, hanno confermato ciò che i Consultori teologi avevano a loro volta affermato, il 27 giugno precedente: che la guarigione era da attribuire all’intercessione di madre Carmen, espressamente richiesta. Il decreto promulgato da papa Francesco il 18 dicembre 2017, infine, ha aperto la strada alla beatificazione.
Il rito si è svolto nello Stadio del Baseball dell’Università Centrale del Venezuela. A presiederlo è stato il cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, come inviato del Santo Padre. La memoria liturgica di madre Carmen è quindi stata fissata al 9 maggio, il giorno esatto della sua nascita al Cielo.
Le Serve di Gesù del Venezuela oggi
Le Serve di Gesù, popolarmente dette “Serve di Gesù del Venezuela” (ma il «Dizionario degli Istituti di Perfezione» traduce il nome come “Ancelle di Gesù del Venezuela”), continuano la missione della loro fondatrice tramite le consuete opere educative, liturgiche e di assistenza al clero.
Sono a loro collegati anche tre gruppi: il “Centro di Formazione Liturgica Suor San Luigi”, che promuove la formazione liturgica di laici e consacrati e provvede paramenti e arredi sacri per le parrocchie povere del Venezuela; il “Gruppo di Giovani e Adulti con disabilità Madre Carmen”, fondato nel 2009 per l’inserimento lavorativo di persone disabili, tramite un laboratorio di panetteria e pasticceria; i Volontari con Madre Carmen, che prestano servizio volontario negli ospedali con varie specializzazioni.
Autore: Emilia Flocchini
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