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Beata Caritŕ Álvarez Martín Vergine e martire

23 ottobre

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Santa Cruz de la Salceda, Spagna, 9 maggio 1933 – Bab el-Oued, Algeria, 23 ottobre 1994

María Álvarez Martín nacque il 9 maggio 1933 a Santa Cruz de la Salceda, nella regione spagnola della Castiglia. A ventidue anni entrò tra le Suore Agostiniane Missionarie, cambiando nome in suor Maria della Carità, ovvero suor María Caridad, ma per brevità era chiamata suor Caridad o col diminutivo “Cari”. Dopo la professione dei voti temporanei fu mandata a Costantina, in Algeria, come infermiera, dove professò i voti perpetui, il 3 maggio 1960. Per ragioni di salute, nel 1964 rientrò in Spagna, dove si curò e lavorò come responsabile delle cucine del collegio agostiniano di Madrid. Il 9 settembre 1990 poté tornare in Algeria, rendendosi disponibile all’ascolto delle persone che venivano a visitarla nella casa delle suore, a Bab el-Oued. Dopo il 30 ottobre 1993, la situazione per gli stranieri in Algeria si fece fatta pericolosa: l’8 maggio 1994 vennero uccisi il marista fratel Henri Verges e suor Paul-Hélène Saint-Raymond. A quel punto, per le Agostiniane Missionarie cominciò un discernimento comunitario, dove però ciascuna religiosa fu lasciata libera di partire o restare: tutte scelsero la seconda opzione. Nel tardo pomeriggio del 23 ottobre 1994, suor Caridad e suor Esther Paniagua Alonso, la sua superiora, si recarono a Messa dalle Piccole Sorelle di Gesù a Bab el-Oued, ma alcuni uomini spararono loro poco prima che arrivassero. Suor Esther, trasportata in ospedale, morì circa un’ora dopo. Suor Caridad e suor Esther, comprese nel gruppo di diciannove martiri uccisi in Algeria tra il 1994 e il 1999 come fratel Henri Verges e suor Paul-Hélène Saint-Raymond, sono state beatificate l’8 dicembre 2018 a Orano, sotto il pontificato di papa Francesco. La memoria liturgica di tutti e diciannove cade l’8 maggio, giorno della nascita al Cielo di fratel Henri e di suor Paul-Hélène.



María Álvarez Martín nacque il 9 maggio 1933 a Santa Cruz de la Salceda, in Castiglia. Penultima di dodici figli, di cui sette non erano morti in tenera età, fu battezzata cinque giorni dopo la nascita. Altri due fratelli, Albino e Valeriana, ovvero il maggiore dei maschi e quella delle femmine, morirono in età adulta.
A diciott’anni, María perse il padre, Costantino Álvarez Quemada. Tre anni dopo, rimase orfana anche della madre, Sotera Martín Martín, annegata in un pozzo. Nonostante tutti questi lutti, ai parenti rimasti sembrava che lei fosse in pace.
Per qualche tempo lavorò come domestica a Madrid, poi entrò, ventiduenne, tra le Suore Agostiniane Missionarie. Come d’uso al tempo, cambiò nome in suor Maria della Carità, ovvero suor María Caridad, ma per brevità era chiamata suor Caridad o col diminutivo “Cari”.
Venne mandata a Costantina, in Algeria, nel 1958, nel pieno della guerra d’indipendenza. Aveva da poco professato i voti temporanei e aveva seguito un corso accelerato d’infermieristica. Due anni più tardi, il 3 maggio 1960, professò i voti perpetui.
Le costò molto lasciare l’Algeria, nel 1964, a causa di un problema a una spalla: aveva stretto buone relazioni con molte persone, dagli operatori della Caritas agli operai musulmani, dai francesi agli algerini.
S’impegnò quindi a vivere la stessa donazione che aveva scoperto a Costantina nel collegio degli Agostiniani di Madrid, dove lavorò come responsabile della cucina. «Credevo di dover essere fedele alla vita religiosa che volevo vivere e che mi era stata data come missione. Semplicità, gioia, accoglienza», scrisse un giorno.
Finalmente, il 9 settembre 1990, suor Caridad tornò in Algeria. Trovò un Paese molto cambiato, ma aveva ancora l’entusiasmo degli inizi, come trapela da un altro suo scritto: «Sono aperta a ciò che Dio e le mie superiore vorranno da me. Maria si è mantenuta aperta alla volontà di Dio e ciò probabilmente le è costato molto. Voglio rimanere in questo atteggiamento davanti a Dio anche nella congiuntura attuale».
A questa disponibilità si allenò non solo meditando ogni giorno i misteri del Rosario, ma anche lasciando aperta la porta della casa dove viveva con due consorelle, che teneva sempre in ordine. Le anziane del quartiere di Bab el-Oued venivano spesso a farle visita e a confidarle gioie e dolori, mentre i bambini venivano seguiti da lei nei compiti di scuola.
La crescita della violenza e dei rischi in Algeria, specie per gli stranieri e a partire dal 30 ottobre 1993, portò notevoli preoccupazioni anche per suor Caridad e consorelle. L’8 maggio 1994 tre uomini vestiti da poliziotti entrarono nella biblioteca di Ben Cheneb, nel quartiere della Casbah di Algeri, uccidendo suor Paul-Hélène Saint-Raymond, Piccola Suora dell’Assunzione, e fratel Henri Vergès, marista.
Il 6 e il 7 ottobre, le Agostiniane Missionarie, con la loro madre generale e la superiora provinciale, incontrarono monsignor Henri Teissier, vescovo di Algeri, per ragionare sulla necessità di non lasciare il Paese. Ogni suora fu lasciata libera di scegliere personalmente se partire o restare.
Suor Caridad, semplicemente, motivò la decisione di non andarsene affermando: «Qui mi sento realizzata». Alla fine, le suore firmarono un documento in cui confermavano la decisione di restare accanto al popolo algerino.
Nel tardo pomeriggio del 23 ottobre 1994, Giornata Missionaria Mondiale, suor Caridad e suor Esther Paniagua Alonso, la sua superiora, dissero di voler andare a Messa dalle Piccole Sorelle di Gesù di Bab el-Oued.
Suor Lourdes, l’altro membro della comunità, e suor Maria-Jesús Rodríguez, la provinciale, vollero unirsi a loro. Tuttavia, per rispettare il suggerimento dell’ambasciata, si divisero a coppie. Le prime due tornarono indietro per prendere un ombrello, poi ripartirono, seguite, circa cinque minuti dopo, dalle altre.
A cento metri dall’arrivo, suor Lourdes e suor Maria-Jesús sentirono due spari. Di lì a poco, la gente del quartiere, dai balconi cominciò a gridare loro di tornare a casa, ma proseguirono. Furono messe al riparo in una casa vicina a quella delle Piccole Sorelle di Gesù, ma sentirono piangere dall’altra parte.
Grazie a una scala, videro che i corpi di suor Caridad e suor Esther giacevano a terra, con segni di arma da fuoco. Appena riuscirono ad arrivare, assistettero al trasporto delle sorelle in ambulanza. Suor Esther morì circa un’ora dopo.
Le due Agostiniane Missionarie, più i già citati suor Paul-Hélène Saint-Raymond e fratel Henri Vergès, sono state inserite nella causa che contava in tutto diciannove candidati agli altari, tutti religiosi, uccisi dal 1994 al 1996, nel corso dei cosiddetti “anni neri” per l’Algeria. La loro inchiesta diocesana si è svolta ad Algeri dal 5 ottobre 2007 al luglio 2012.
Il 26 gennaio 2018 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto relativo al martirio dei diciannove religiosi. La loro beatificazione è stata celebrata l’8 dicembre 2018 nel santuario di Nostra Signora di Santa Cruz a Orano, presieduta dal cardinal Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, come inviato speciale del Santo Padre.
La memoria liturgica di tutto il gruppo è stata fissata all’8 maggio, giorno della nascita al Cielo di fratel Henri e di suor Paul-Hélène.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2018-12-04

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