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Bollène, Francia, 12 gennaio 1746 - Orange, Francia, 12 luglio 1794
Martirologio Romano: A Orange nella Provenza in Francia, beate Rosa di San Saverio (Maddalena Teresa) Tallien, Marta dell’Angelo Buono (Maria) Cluse, Maria di Sant’Enrico (Margherita Eleonora) de Justamond e Giovanna Maria di San Bernardo di Romillon, vergini e martiri, che conseguirono la palma del martirio durante la rivoluzione francese.
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Marguerite Eléonore de Justamond figlia del nobile Jean Pierre di Francoise Thérèse de Faure nacque a Bollène il 12 gennaio 1746. La famiglia era una delle più in vista di Bollène cui aveva dato magistrati e funzionari, ed anche una tra le più cristiane: una zia della futura martire era orsolina a Pont-Saint-Esprit, mentre due sorelle, la maggiore era orsolina a Pernes e l’altra era cistercense a Santa Caterina di Avignone.
Nel 1764 Marguerite entrò nel monastero di Santa Caterina ad Avignone; il monastero era stato eretto nel 1264 e vantava una storia antica. E di grande prestigio. Marguerite, entrando in noviziato, prese il nome di suor Marie de Saint Henri e il 12 gennaio 1766 emise la professione solenne nella mani della badessa del monastero, Madre Thérèse di Saint Benoit de Rilli. Nel 1773 ebbe la gioia di assistere alla professione della sorella Madaleine Francoise che seguì la sorella nello stesso monastero.
Alla fine del1790 fu violata, dai rivoluzionari, la clausura del monastero; le sorelle Justamond si ritirarono al paese natale e, in seguito, raggiunsero le altre religiose cacciate dalle loro case e che si erano nuovamente costituite in comunità nonostante le proibizioni. Tutte le religiose furono arrestate il 2 maggio 1794; fu presentata ai giudici come «di circa 47 anni di età, ex nobile, nata a Bellène e residente nel’ex monastero di Santa Caterina in Avignone». Fu condannata come controrivoluzionaria perché aveva manifestato idee monarchiche. Salì sul patibolo la sera stessa; benché fosse nata da una famiglia nobile e agiata non volle nessun privilegio; né le persecuzioni, né le difficili condizioni materiali in cui venne a trovarsi dopo l’espulsione dal suo monastero, né il timore della morte sul patibolo intaccarono la sua costanza rimanendo fedele alla sua fede, alla sua professione monastica. Quando fu ghigliottinata aveva 48 anni e 6 mesi.
Gli eventi che ebbero luogo ad Orange durante il mese di messidoro nel 1794 che fecero trecentotrentadue vittime, tra le quali trentadue religiose (sedici Orsoline, tredici Sacramentine, due Cistercensi, una Benedettina) e trentasei sacerdoti tutti ghigliottinati, non furono mai dimenticati. Il 21 agosto 1905 si insediò, ad Avignone, il Tribunale per il processo di beatificazione delle trentadue religiose. Il 4 dicembre 1906 venivano inviati i documenti del processo informativo relativo alle religiose ghigliottinate, ad Orange, alla Congregazione dei Riti. Il 6 giugno 1916 la medesima congregazione emise parere favorevole all’introduzione della causa e il 14 giugno papa Benedetto XV ordinava l’apertura del processo apostolico il quale doveva stabilire la sussistenza del martirio. Il 10 maggio 1925 papa Pio XI con il decreto Adolevi riconosceva beate le trentadue martiri di Orange e fissava la celebrazione della loro memoria il 9 luglio.
Fonte:
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www.postulazionecistercense.com
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Note:
Per approfondire: André Reyne - Daniel Brehier "Le martiri di Orange. La persecuzione dei Cattolici nella Francia giacobina" Il Cerchio
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