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Beato Pietro Gualcerano

2 maggio

Villafranca di Barcellona, ? – San Bortolo, Pesaro, 1418

Figura emblematica tra i dodici fondatori dell'Ordine Gerolimino, eresse un cenobio sul Monte San Bartolo intorno al 1380, divenendone priore per la sua esemplare condotta e i suoi meriti. La sua fama di santità permeò il complesso claustrale, oggi proprietà privata, che per secoli ospitò la comunità eremitica dei Gerolamini. L'unica certezza che avvolge la sua esistenza è la data della sua morte, avvenuta nel 1418, come testimonia l'iscrizione sul suo sepolcro situato nella chiesa di San Bartolo. Qui, in una tomba di marmo vicino all'ingresso sinistro, riposano le sue spoglie mortali insieme a quelle del suo compagno Giovanni da Valenza, anch'egli venerato come santo e deceduto nel romitorio nel 1400.



Il beato Pietro Gualcerano era originario di Villafranca, nella diocesi di Barcellona in Spagna, che visse a cavallo tra il XIV e XV secolo.
Sono molto scarse le notizie su questo beato.
Non sappiamo quando nacque e come visse i suoi primi anni. Non sappiamo nemmeno quando e in quali circostanze sia arrivato in Italia.
Sembra che, una volta giunto in Italia, intorno al 1365, si fermasse, insieme al suo compagno Giovanni Berengario di Valenza in prossimità della chiesa di San Bartolomeo sul Monte Accio, oggi San Bartolo, in provincia di Pesaro.
Nel XIV secolo quel luogo era denominato “Monte degli Eremiti”, perché molti uomini e religiosi, lì si dedicavano alla vita eremitica e vi costruivano le loro “celle” e i loro “romitori”.
L'agiografia e l'iconografia vuole che i due spagnoli fossero seguaci e "compagni" del beato Pietro Gambacorta, fondatore dei Poveri Eremiti di San Girolamo (Gerolimoni o Gerolomini)
ma la cosa, tutt'altro che certa, non risulta da alcun documento.
Anche se da alcuni, tra cui p. Vittorio Bosello nella sua vita settecentesca sul beato Pietro Gambacorta, è ricordato come uno dei dodici fondatori dell’Ordine Gerolimini, Pietro Gualcerano, intorno al 1380 istituì proprio sul San Bartolo, un cenobio di cui fu posto a capo per la sua vita esemplare e i suoi meriti.
Il complesso claustrale, oggi di proprietà privata, per secoli ha ospitato una comunità religiosa degli eremiti dell'ordine dei Gerolamini.
Il convento del San Bartolo, eremo e cenobio, convento e santuario, ospitava una comunità religiosa mendicante che viveva grazie alle sue  solide entrate.
Una chiesa, nel luogo dell'attuale convento, sorgeva fin dal secolo XII, e quando i due spagnoli costruirono i loro abituri, se ne presero cura con l’annessa casa ottenendone nel 1386 l'enfiteusi per cento anni.
Di fatto il convento del San Bartolo risulta concesso all'ordine dei gerolamini solo nel 1442, e negli anni seguenti si fecero i lavori di ristrutturazione, che portarono il convento e la chiesa, consacrata nel 1457, alle dimensioni e forme attuali.
L’unica cosa certa che riguarda il beato Pietro Gualceriano è che morì alla guida del suo cenobio nel 1418, come risulta dalla data scolpita nel suo sepolcro.
Il beato Pietro Gualcerano venne sepolto nella chiesa di San Bartolo, in una tomba di marmo vicina all’ingresso, sulla sinistra, dove ancor oggi sono conservati e si vedono due teschi, uno dello stesso Pietro e l’altro, probabilmente, del suo compagno Giovanni da Valenza, che era morto anch’egli nel romitorio del San Bartolo in concetto di santità nel 1400.
La fama e la venerazione del Beato furono confermate da alcuni prodigi che si sono verificati dopo la sua morte e per la sua intercessione, e che sono ricordati sotto un ritratto del beato posto nel convento di Sant’Onofrio in Roma, che era la casa generalizia dei Gerolamini.
In quella sede viene ricordato il miracolo avvenuto nel 1420, quando un figlio di un certo Sante Arduini, nato muto, acquistò la parola grazie all’intercessione del  beato Gualcerano e quello accaduto allo stesso Arduini che, essendo gravemente ammalato, si trovò improvvisamente guarito dopo aver invocato il Beato.
Il suo culto risale ai tempi immediatamente dopo la sua morte, essendo venerato come guaritore e protettore dei bambini e dalla popolazione definito il “beato dei bambini”.
Il beato Pietro Gualcerano viene ricordato ogni anni nella ricorrenza della festa che si celebra il 2 maggio, quando vengono aperte le porte della chiesa dove è sepolto.
Il culto dello spagnolo Gualcerano e del suo confratello Giovanni da Valenza, eremiti vissuti tra '300 e '400, rappresenta il più forte motivo di attrazione verso la piccola chiesa di San Bortolo piena di ex voto. Il 2 maggio la chiesetta viene aperta per la benedizione e per il bacio delle reliquie del beato Pietro Gualcerano, che secondo un'antica tradizione popolare, più radicata negli abitanti del colle San Bartolo, di Soria e del porto, ma nota anche in città a Pesaro, è considerato il protettore dei bambini.


Autore:
Mauro Bonato

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Aggiunto/modificato il 2019-11-12

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