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Coín, Spagna, 26 dicembre 1911 – 11 agosto 1936
Miguel Romero Rojas nacque il 26 dicembre 1911 a Coín presso Malaga. Iniziò gli studi nel Seminario di Malaga, continuandoli dal secondo anno di Filosofia in poi nel Seminario di Granada. Il 14 giugno 1936 fu ordinato sacerdote, ma non ebbe alcun incarico pastorale. Fu infatti arrestato il 25 luglio 1936 (o il 1° agosto, secondo altri testimoni): in prigione, svolse pienamente il proprio ministero sacerdotale, a beneficio degli altri detenuti. L’11 agosto 1936 venne portato nella località di Fuente del Sol, sulla strada da Coín a Cártama, costretto a scavarsi la fossa e sottoposto a un lungo supplizio, nel corso del quale rimase in profonda preghiera. Coi suoi venticinque anni, è il più giovane sacerdote incluso nel gruppo di sedici martiri della diocesi di Granada, beatificati nella cattedrale di Santa Maria dell’Incarnazione a Granada il 26 febbraio 2022, sotto il pontificato di papa Francesco. I suoi resti riposano nel cimitero di Coín.
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Miguel Romero Rojas nacque il 26 dicembre 1911 a Coín presso Malaga. Iniziò gli studi nel Seminario di Malaga, continuandoli dal 1929, quindi dal secondo anno di Filosofia in poi, nel Seminario di Granada. Ricevette in pochi mesi gli Ordini Minori e quelli Maggiori: la tonsura il 5 aprile 1935 e il presbiterato il 14 giugno 1936; fu quindi incardinato nella diocesi di Granada.
Celebrò la Prima Messa a Coín, a cui seguirono altre venticinque celebrazioni eucaristiche. Non poté avere alcun incarico pastorale: il 25 luglio (o il 1° agosto, secondo altri testimoni), fu arrestato, ma poté portare con sé il suo Rosario e il Crocifisso.
Secondo la testimonianza scritta di un compagno di prigionia, compì un grande lavoro sacerdotale con gli altri detenuti: «Non ha perso un momento e ha lavorato instancabilmente per portarci a Dio; e lo ha fatto sia quando eravamo tutti riuniti insieme che con ciascuno in particolare. Ha confessato molti dei prigionieri ed è stato pienamente soddisfatto nello svolgimento del suo ministero sacerdotale. Non ha avuto un momento di tristezza quando abbiamo parlato di ciò che poteva accaderci; era solo preoccupato che qualcuno non volesse sentire la voce di Dio e che qualche anima potesse essere persa... a volte, quando pensava a sua madre, diceva: “L’unica cosa di cui mi dispiace è quanto sia sola e impotente mia madre... ma il Signore si preoccuperà di proteggerla e confortarla”».
L’11 agosto, all’alba, fu chiamato per essere ucciso. Secondo lo stesso testimone, quando fu chiamato disse che non gli dispiaceva morire; prese quindi il suo Crocifisso, che lo accompagnò nella morte.
Secondo un’altra testimonianza, fu costretto a scavarsi la fossa, poi seppellito vivo, lasciando fuori la testa e il braccio destro. Infine, fu calpestato da un cavallo diverse volte, quindi finito con un colpo di arma da fuoco. Mentre subiva quelle vessazioni, rimaneva in profonda preghiera. Il supplizio si compì nella località di Fuente del Sol, sulla strada da Coín a Cártama.
Il venticinquenne sacerdote fu sepolto inizialmente nel cimitero di Alhaurín el Grande. Quando fu riesumato, fu trovato nella tasca della giacca il suo Crocifisso; aveva poi le mani legate con del filo. Ricevette una sepoltura definitiva nel cimitero di Coín.
Don Miguel fu inserito nella causa che comprendeva altri tredici sacerdoti, dei quali lui era il più giovane, e due giovani laici (uno era seminarista), tutti della diocesi di Granada, uccisi nel corso della persecuzione della guerra civile spagnola. La loro beatificazione si svolse nella cattedrale di Santa Maria dell’Incarnazione a Granada il 26 febbraio 2022, sotto il pontificato di papa Francesco.
Autore: Emilia Flocchini
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