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Marianna Boccolini Giovane laica

Testimoni

Narni, Terni, 7 maggio 1992 - 18 agosto 2010

Marianna Boccolini è una giovane di Narni (TR), vissuta solo 18 anni (1992-2010), dotata di non comuni capacità di riflessione, intelligenza e creatività artistiche, che ha sviluppato la propria naturale sensibilità, verso le persone e la vita, in un amore disinteressato, un atteggiamento di compassione e servizio verso gli amici, e un impegno ideale e pratico per “le persone più sofferenti”, per le quali desiderava anche impegnarsi come medico. Testimone gioiosa dei valori del Vangelo, vissuto nelle scelte quotidiane e nell’accettazione della sofferenza fisica e interiore, ha operato per l’unità tra le persone. Ha lasciato scritti profondi sulla fede e il senso della vita, la compassione, l’attenzione alle piccole cose, l’educazione dei giovani, l’amicizia, il rapporto tra le generazioni, l’affettività e il mondo digitale.



Marianna nasce in Umbria a Narni (TR) nel 1992, il 7 maggio, giorno in cui a Gerusalemme si celebra la memoria del ritrovamento della Croce di Cristo da parte di S. Elena, e termina la sua vita terrena il 18 agosto 2010, nel giorno in cui si ricorda S. Elena. Viene battezzata nella chiesa di Santa Maria Regina (Terni) il 12 settembre, festa del Santissimo Nome di Maria. Sin da piccola Marianna manifesta un carattere gioioso, intuitivo e affettuoso, ed una sensibilità d’animo profonda e non comune.
Negli anni della scuola elementare gli insegnanti ravvisano in lei, oltre la dedizione e il buon rendimento scolastico, uno sguardo particolarmente attento ai compagni meno capaci e alle persone sofferenti, ai quali presta spontaneamente il suo aiuto con modestia. Ha uno sguardo di meraviglia per le cose e le persone che la circondano, ne coglie la bellezza, il dono, le avverte come animate da un dinamismo di interiore bontà. È dotata di capacità espressive superiori alla media: scrive poesie, piccole storie e riflessioni sapienziali.
Nel 2002, a 10 anni di età, riceve la prima comunione e, in quello stesso anno, ha il primo episodio di emicrania comitata, patologia che l’accompagnerà sempre e che durante i violenti attacchi le darà vari disturbi fisici, tra cui la perdita parziale della vista e della sensibilità/motilità agli arti ad un lato del corpo. A 11 anni scrive: “Io ti lodo, Signore, e ti ringrazio per il dono della vita, insuperabilmente bello e prezioso, e io ti prego perché tutti si rendano conto di quello che hanno e perché imparino ad amarlo e apprezzarlo […]. La vita è una sola e non si può avere due volte ed è per questo che si deve riuscire a viverla serenamente poiché la pace, la gioia, la bontà inizia nei piccoli luoghi, inizia da noi”. Ha una grande creatività e molti interessi, coltiva la passione per la lettura, la pittura, la danza e lo studio del pianoforte.
Al compiere dei suoi 14 anni riceve la cresima, espone i suoi quadri in una mostra  nell’ambito del Cavour Art Festival di Terni e consegue un premio letterario per un tema sull’immigrazione, nel quale esprime il suo ideale di giustizia, solidarietà e fratellanza, ideale che la accompagnerà fino alla fine della vita ed espresso in queste righe scritte nel suo blog: “Vorrei disegnarmi un mondo tutto mio perché quello che è qui fuori non mi piace affatto, sai? Come sarebbe il mondo senza più guerra, né malattie, né povertà, né ingiustizie o discriminazioni? Come sarebbe il mondo senza più fame né stermini, senza razzismo e senza odio? A voi la risposta. Da parte mia, se tutto questo si realizzasse davvero, riuscirei finalmente a vedere il mondo a colori !!!” Marianna era innamorata della vita, che riteneva “un dono di Dio preziosissimo”, e dell’essere umano, non perdendo occasione per esortare al bene, alla compassione e all’amore reciproco.
Si iscrive al liceo classico, per realizzare un giorno il suo sogno di diventare medico e “poter curare gli altri, aiutarli fino in fondo e ricercare nei laboratori i vaccini e le medicine apposite per ogni tipo di malattia”. Nonostante la malattia le causi spesso assenze scolastiche e un rallentamento nelle attività intellettive e sociali, consegue eccellenti risultati, distinguendosi anche per la sua disponibilità ad aiutare i compagni in difficoltà, mettendosi al loro livello, e per una forte predisposizione a lottare contro le ingiustizie e ad impegnarsi con coraggio nel contribuire all’unità tra le persone, anche quando dagli amici non riceveva consensi o era trascurata. Così scrive a 14 anni: “Saper interpretare con benevolenza gli atteggiamenti degli altri anche contro le apparenze presuppone una grande fiducia nel prossimo. Saper guardare le piccole cose con attenzione apprezzandole ognuna come un grande dono di Dio così come saper guardare serenamente alle grandi cose della vita non potrà che condurre lontano, nel Regno dei cieli”.
La sua fede in Dio è semplice, concreta e profonda, formata ai valori ricevuti dagli educatori e vista nelle testimonianze degli adulti da lei incontrati, che lei chiama “capitani coraggiosi” – dall’omonimo romanzo di R. Kipling – perché con la loro autenticità e la loro gioia attraggono i giovani al bene. A 14 anni scrive: “La libertà è scegliere l’amore, la bellezza, la verità. La vita non è nulla se dimentichiamo di condurla rispettando i comandamenti dettateci da Dio. In fondo tutto quello che possediamo in realtà non ci appartiene, ma abbiamo comunque tutti il dovere di combattere la discordia e la sopraffazione affinché si possa divenire finalmente davvero liberi”. Ama la figura di San Francesco di Assisi e trova nella Preghiera semplice, a lui ispirata, uno stimolo a vivere facendo del bene. È attratta dal Vangelo delle Beatitudini, che vede già realizzate in testimoni piccoli e grandi, come Martin Luther King, Don Tonino Bello, Giovanni Paolo II, Madre Teresa di Calcutta e Ghandi. Così si esprime a 14 anni: “Il cammino che essi seguono da tempo è il percorso che noi tutti dovremmo seguire perché è l’unico che può condurre alla felicità. Il Regno di Dio è la nostra meta […]. Quelli che agli occhi dei più possono sembrare dei deboli, dei perdenti, in realtà agli occhi di Dio sono i più grandi perché hanno saputo riconoscere le vere qualità dell’animo umano da coltivare, perché hanno saputo vedere quello che non tutti vedono, perché hanno saputo sacrificarsi e battersi per i grandi ideali cristiani”.
Nelle testimonianze di amici ed educatori, che hanno conosciuto Marianna negli anni del liceo, questi valori si evidenziano nella concretezza dei suoi atteggiamenti e delle sue semplici scelte quotidiane. I suoi amici ricordano, in particolare, “la sua allegria, la sua spensieratezza, la sua lealtà e in particolar modo la sua unica e affermata sensibilità”. Una volta, all’ultimo anno di liceo, i professori avevano riportato delle verifiche, lei ebbe una valutazione eccellente e una compagna – che la ammirava molto – piangeva per aver ricevuto un brutto voto. Marianna le chiese perché piangesse e, nel dirle che avrebbe certamente recuperato, aggiunse: “Pimpi, non lo sai che il valore di una persona non lo si capisce dai voti che prende?”. Racconta un’amica: “Non ricordo di averla vista nemmeno un giorno senza sorridere, senza riempire le sue amiche di attenzioni, senza lottare per qualcosa… Aveva una qualità che possiedono solo pochi, sapeva prima di tutto ascoltare e capire con l’umiltà di chi è disposto a conoscere prima di giudicare… in amicizia, non dava mai nulla per scontato, non smetteva mai di dimostrare il bene incondizionato che voleva”.
Sosteneva la teoria dell’ultimo giorno e diceva a se stessa: come vivrei questo momento se oggi fosse l’ultima volta che incontro questa persona? E se questo scritto, o questo regalo o questa attività, fosse l’ultimo della mia vita? Questo dava ad ogni suo gesto e ad ogni situazione una profondità e un colore unico. Viveva così ogni momento come fosse l’ultimo, considerando sacro ogni istante: quando giocava con la sorellina come quando confezionava un dono per un amico, quando studiava come quando incontrava qualcuno.
Il 18 agosto del 2010 Marianna termina, a seguito di un tragico incidente stradale, la sua vita terrena, a soli 18 anni. Qualche tempo prima, interpellando la mamma intorno alla possibilità che un giorno la morte avrebbe potuto separarle, le disse: “Mamma, tu devi vivere, tanto noi staremo insieme per sempre!”. Negli ultimi giorni prima dell’incidente, aveva presagito ed annunciato più volte la propria morte prematura.
I suoi scritti e parte del suo diario, dalle elementari fino all’ultimo tema del liceo, vengono pubblicati nel marzo 2011 in una raccolta dal titolo “Un semplice ricordo”, corredata con le sue pitture ed alcune foto. Il testo comunica un’originale sapienza, certamente superiore all’età della scrittrice, nel descrivere il proprio vissuto personale come nel comunicare la passione per la verità e la giustizia, il senso della vita, la fede e l’amore al prossimo, la compassione e il rapporto con chi è diverso, la formazione dei giovani e il compito degli educatori. I suoi docenti del Liceo classico G. C. Tacito di Terni – dove più tardi le venne anche intitolata l’Aula magna – l’hanno definita “esempio di come l’humanitas, l’insieme di quei valori eterni insiti nella nostra civiltà, possa fermentare all’interno di un cuore”.
La sua breve vita è stata molto intensa, compiuta ed integra, e la sua testimonianza è luce e sale sul cammino dei suoi familiari, dei suoi amici, dei compagni di classe e degli insegnanti, nonché per adulti e coetanei che in vita non l’hanno conosciuta (la sua pagina facebook è un piccolo luogo di testimonianza ed evangelizzazione). Unanime è il ricordo di lei, una giovane che incarnava l’amore disinteressato, come hanno affermato i suoi compagni di classe: “Marianna sapeva amare, pur non pretendendo di essere amata, e secondo noi questo è uno dei più grandi insegnamenti che ci ha offerto e che continua ad offrirci tutt’oggi, invitandoci a non sopprimere questo nostro desiderio di voler bene, ma di curarlo e difenderlo sempre, dimostrandoci che esso può superare qualsiasi limite, può vincere qualsiasi sfida”.
Il suo messaggio sta contribuendo alla conversione dei cuori e, divenuta una compagna di viaggio per tanti, intercede nella comunione dei Santi presso Gesù per coloro che la pregano e la ricordano con il cuore. Il suo corpo, con indosso l’abito da sposa, riposa in una cappella a lei dedicata, nel cimitero di Narni (TR), divenuta meta per molti che vanno a renderle omaggio e a pregarla.


Autore:
Massimo Reschiglian


Note:
Per approfondire: Massimo Reschiglian, "Un mondo a colori. La storia di Marianna", Ed. Porziuncola

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Aggiunto/modificato il 2020-04-10

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