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Beato Geremia Lambertenghi Religioso del TOR

25 marzo

Como, 1440 - Forlė, 25 marzo 1513

Nato a Como nel 1440, si distinse per la sua religiosità e l'amore verso i poveri. Entrò a far parte del Terz'Ordine Francescano e visse in eremitaggio a San Donato di Como. Ordinato sacerdote, si dedicò alla costruzione del convento del Piratello a Imola, divenendone il primo Superiore. Uomo di profonda fede e instancabile operatore, Geremia era noto per la sua ascesi e la sua devozione mariana. Morì a Forlì nel 1513 in fama di santità.



Geremia nacque nel 1440 a Como, figlio di Francesco Lambertenghi, decurione della città, e Ursina Fontanella, due nobili comaschi. Ebbe una solida educazione cristiana e si distinse,fin da ragazzo, per l’animo religioso e l'amore verso i poveri. Umile e dal carattere amabile, istruiva i coetanei parlando delle verità della fede, dando per primo il buon esempio. A vent'anni volle vestire il ruvido saio dei frati penitenti del Terz'Ordine Regolare Francescano (TOR). Per quindici anni visse trascorrendo le giornata tra preghiere e penitenze, unendosi agli eremiti di San Donato della sua città, una comunità probabilmente di origine benedettina. L'eremo sorgeva su uno sperone di roccia in località Garzola, a 453 metri di altezza, lungo il sentiero che porta da Como a Brunate dov’era il monastero delle Agostiniane guidate dalla carismatica beata Maddalena Albrici. All’eremo, passato ai Francescani nel 1435, era annessa una grotta –poi nota come grotta del beato Geremia - utilizzata dagli eremiti e un’antica torre di segnalazione (del VII secolo) trasformata in campanile. Geremia si recava in città per la questua e si racconta che evitasse di fare visita ai genitori. Ordinato sacerdote, aumentò la sua popolarità tra i concittadini. Forse per tali motivi nel 1475 venne inviato al convento di Montebello di Lodi, dove pure si dedicò all’ascesi, alle penitenze, ai digiuni. Amava pregare di notte e quando dormiva lo faceva su assi di legno. Venne soprannominato il “Martire dei chiostri”.
Nel 1489 fu destinato a Imola, all’erigendo convento presso il Santuario della Beata Vergine del Piratello. Il 27 marzo (Giovedì Santo) del 1483 si era verificato un evento miracoloso presso un’effige della Vergine con Bambino,posta su un pilastrino. Il Piratello è uno dei primi luoghi in cui la Vergine Mariadisse di essere “l’Immacolata Concezione”. Caterina Sforza, Signora di Imola e Forlì, ottenne dal papa il permesso di costruire una chiesa con annesso convento, costruzione che iniziò nel 1491. Il beato Geremia fu il fondatore e il primo Superiore del convento, fu persino muratore, ma anche economoe amministratore. La chiesa si consacrò il 27 marzo 1492, nell’anniversario dell'apparizione. Nel 1500 per il Giubileo padre Geremia andò pellegrino a Roma a piedi e sulla via del ritorno fece visita alla Santa Casa di Loreto. Nel 1508 gli fu dato l’incarico di vicario del convento di Santa Maria in Valverde a Forlì, di cui divenne in seguito priore. Anche a Forlì fu direttore di anime e confessore ricercato. Volle pure l’incarico della questua, nonostante fosse sacerdote, per avere l’opportunità di visitare e confortare gli infermi nelle loro case. I forlivesi lo soprannominarono "padre vecchio", per l’aspetto austero della sua figura.Morìil 25 marzo 1513, festa dell’Annunciazione della Madonna, di cui era tanto devoto. Quell’anno era anche Venerdì Santo. Ai suoi funerali partecipò tutta la cittadinanza che spontaneamente cominciò a venerarlo come beato e patrono dei tribolati. Nel 1525 si ottenne, per sua intercessione, un miracolo che vide protagonista una bambina in fin di vita per gravi ustioni.
Fu esumato il corpo dalla tomba comune dei frati, posto prima in sacrestia, poi in un altare della Chiesa di Valverde. Nel 1603 ci fu persino una processione, per le vie di Forlì, con la sua urna, la sua celletta venne trasformata in cappella e si diffusero sue immaginette col titolo di “beato”. La festa annuale ricorreva, in un primo momento, la terza domenica dopo Pasqua, a ricordo della traslazione del corpo, poi il 25 marzo, il “Diesnatalis”. Quando i frati furono espulsi da Valverde, per la soppressione napoleonica, il corpo fu portato prima nella Chiesa del SS. Sacramento, poi presso il monastero delle Clarisse, da qui in Cattedrale nell’altare della Madonna “della Ferita”. Infine, nel 1971, il corpo incorrotto è stato traslato nel suo Santuario del Piratello, dove è pure allestito un piccolo museo in cui sono esposte alcune reliquie: il letto composto di 189 chiodi, altri strumenti di mortificazione e manoscritti. La Vergine del Piratello è patrona della Città e della diocesi di Imola. Il beato Geremia è solitamente raffigurato assorto in adorazione del Crocifisso, con alcuni strumenti di penitenza. Il titolo di “Beato” non è ancora stato ufficializzato, nonostante verso la fine del XVII secolo abbia avuto inizio l’iter del processo di beatificazione, ripreso negli anni ’40 del Novecento. Il beato Geremia ha però culto locale ed è presente nel calendario diocesano.


Autore:
Daniele Bolognini

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Aggiunto/modificato il 2020-04-08

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