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San Giacomo Bojkov Sacerdote e martire

(Chiese Orientali)

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1896 - 19 aprile 1943


Padre Iakov Bojkov, fratello di padre Ioann nasce nel 1896 nel villaggio di Bezheck (prov. di Tver’). Entra nel seminario teologico di Tver’ e poi passa all’Accademia teologica di Mosca. Nel 1917 l’Accademia viene chiusa dal bolscevichi e Iakov è costretto a ritirarsi nel villaggio natio dove trova posto come insegnante nel ginnasio statale. Dopo due anni viene licenziato perché figlio di un sacerdote ortodosso. Nonostante i tempi siano duri per i preti, egli decide di seguire le orme paterne e, dopo aver sposato una insegnante del ginnasio locale, viene ordinato nel 1923. Neppure per la moglie di un prete la vita è facile perché viene sospesa dall’insegnamento appena si viene a conoscenza della professione dello sposo. Naturalmente lui sta anche peggio: deve spostarsi da un villaggio all’altro man mano che le chiese dove ufficia vengono chiuse per autorità superiore. La moglie, stanca per queste continue ed imprevedibili peregrinazioni, consiglia il marito di ridursi allo stato laicale. Padre Iakov le risponde: “Non rinuncerò mai al mio ministero; non ho nessuna intenzione di tradire la Chiesa”. Siamo negli anni terribili 1937 – 1938. In tutta la provincia di Tver’ in libertà era rimasto un solo prete ottantenne ed ammalato. Padre Iakov attendeva sereno la sua sorte. Il 5 febbraio 1938 un collaboratore segreto della polizia politica denuncia il padre di aver affermato in pubblico che il potere sovietico combatte contro la religione. Il padre viene arrestato nella notte 8 – 9 febbraio e il 1° febbraio dalla trojka viene condannato a dieci anni di lager da scontarsi nella regione di Ekaterinburg.

Dalle lettere scritte alla moglie Manja e alla foglia Vera

13 dicembre 1938
“Avrei un gran desiderio di vedervi, ma sia fatta la volontà di Do che si compie attraverso le mani degli uomini. Non so eppure se potrò ancora vedervi. Ho una grande nostalgia di voi e a volte sono triste. Pregate per me perché non sia preso dalla disperazione. E’ ancora aperta la chiesa di Bezheck? Con il primo freddo parecchi muoiono. A chi va in cancrena il naso, a chi le mani. Il termometro scende a meno 38 – 40 gradi. Per il momento sono stato dichiarato invalido…”

24 agosto 1943
“…Per grazia di Dio sono vivo e sano. La mia situazione è sempre identica. Da più di un anno non ricevo vostre notizie. Non so neppure se siete ancora vive. Io non ho bisogno di nulla”

Durante la guerra la situazione nei lager divenne sempre più dura. I detenuti non ricevono più notizie dai loro cari. L’alimentazione ridotta al minimo e quando i prigionieri non riuscono a compiere la norma di lavoro prescritta sono lasciati morire di fame. Padre Iakob morì di fame nel lager il 19 aprile 1943.


Autore:
Padre Romano Scalfi


Fonte:
www.culturacattolica.it

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Aggiunto/modificato il 2020-05-05

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