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Servo di Dio François Mourier Sacerdote e martire
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Saint-Julien-Molhesabate, Francia, 1° aprile 1764 – Le Puy-en-Velay, Francia, 17 giugno 1794
François Mourier nacque a Saint-Julien-Molhesabate, nella Francia centro-meridionale, il 1° aprile 1764. Al termine degli studi presso il Seminario Maggiore di Le Puy-en-Velay, fu ordinato sacerdote alla fine del 1790. Nominato vicario della parrocchia di Beaune, il 6 febbraio 1791 prestò giuramento di fedeltà alla Costituzione Civile del Clero, ma solo formalmente: di fatto continuò a esercitare clandestinamente il ministero sacerdotale. Sfuggito una prima volta all’arresto, tornò nella sua parrocchia. Il 12 giugno 1794, allo stremo delle forze, chiese ospitalità a Barthélemy Best, un contadino del villaggio di Bruac, sotto la parrocchia di Beaune. Due giorni dopo, venne arrestato insieme al padrone di casa, alla moglie di lui, Marie-Anne Roche, alla sorella dello stesso, Marie Best, e a una Suora di San Giuseppe di Puy, suor San Giuliano (al secolo Marie-Anne Garnier), che con Jeanne-Marie Aubert aveva curato il sacerdote fuggitivo. Vennero ghigliottinati il 17 giugno 1794, in place du Martouret, a Le Puy-en-Velay. Dopo di loro, salì al patibolo l’abbé Jean-Baptiste Abeillon. L’abbé Mourier è stato scelto come capo di un gruppo di ventiquattro fedeli della diocesi di Le Puy-en-Velay, uccisi durante il periodo del Grande Terrore della Rivoluzione francese, di cui facevano parte anche i suoi sei compagni. Il processo diocesano sul loro presunto martirio in odio alla fede è stato aperto il 7 agosto 2019.
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François Mourier nacque a Saint-Julien-Molhesabate, nella Francia centro-meridionale, il 1° aprile 1764. Fu battezzato lo stesso giorno della nascita nella chiesa parrocchiale del suo paese. Era il settimo e ultimo figlio dei suoi genitori.
Al termine degli studi presso il Seminario Maggiore di Le Puy-en-Velay, fu ordinato sacerdote alla fine del 1790. La sua fu la penultima ordinazione prima che monsignor Marie-Joseph de Galard de Terraube, il vescovo del luogo, partisse per l’esilio. Aveva infatti scelto di non prestare giuramento di fedeltà alla Costituzione civile del clero, a cui il governo francese obbligava sacerdoti e vescovi.
Anche l’abbé Mourier, che era stato nominato vicario della parrocchia di Beaune, il 6 febbraio 1791 venne invitato a prestare giuramento. Lo fece, eccettuando tutti gli articoli che riguardavano l’autorità spirituale della Chiesa e quanto potesse danneggiare la fede e la religione
Nel settembre 1792 chiese il passaporto per l’estero, ma rimase in parrocchia, compiendo clandestinamente i doveri del ministero. Il 21 aprile 1793 venne arrestato, ma sfuggì alle guardie prima di arrivare a Le Puy-en-Velay. Presto tornò alla sua parrocchia per continuare il proprio ministero, senza paura di rischiare di andare al patibolo, così da portare i conforti religiosi a quanti ne avessero bisogno.
Il 12 giugno 1794, malato e allo stremo delle forze, chiese ospitalità a Barthélemy Best, un contadino di Bruac, villaggio che era sotto la parrocchia di Beaune. L’uomo si prese cura di lui insieme alla moglie Marie-Anne Roche, a sua sorella Marie, a una Suora di San Giuseppe di Puy, suor San Giuliano (al secolo Marie-Anne Garnier), e a Jeanne-Marie Aubert.
Due giorni dopo, la casa dell’ospite fu circondata. Furono arrestate tredici persone, compreso l’abbé Mourier. Vennero condannati alla pena capitale lui e quanti gli avevano dato rifugio. La sentenza fu eseguita tramite ghigliottina il 17 giugno 1794, in place du Martouret. Dopo l’abbé Mourier e ai suoi cinque parrocchiani, salì al patibolo l’abbé Jean-Baptiste Abeillon.
Il 7 agosto 2019 la diocesi di Le Puy-en-Velay aprì il processo diocesano sul presunto martirio di ventiquattro suoi fedeli, uomini e donne, membri del clero, religiose, laici e laiche, dei quali non si era mai persa la memoria né la fama di santità. Di quel gruppo facevano parte anche l’abbé Mourier, designato come capogruppo, e i suoi sei compagni.
Autore: Emilia Flocchini
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