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Sant' Eutizio di Ferento Martire

15 maggio

Emblema: Palma


La più antica e unica sicura notizia su Eutizio è data da s. Gregorio Magno, il quale racconta che il vescovo di Ferento, Redento, trovandosi un giorno in visita pastorale nella diocesi, "pervenit ad ecclesiam beati martyris Eutychii", e volle passare la notte "iuxta sepulcrum martvris".
Secondo una passio , notevolmente inquinata dalla leggenda, Eutizio era presbitero a Ferento; ritornato da Faleri, dove aveva celebrato la Messa in onore dei martiri Gratiliano e Felicissima, fu arrestato dai soldati del tribuno Massimo, al tempo dell'imperatore C:laudio. Nonostante un tentativo del vescovo del luogo, Dionisio, per liberarlo, fu sottoposto a tormenti e quindi decapitato il 15 maggio. Lo stesso Dionisio ne curò la sepoltura in una cripta a quindici miglia circa da Ferento. Dopo la pace costantiniana, il corpo del martire fu posto in una cassa marmorea e sul sepolcro fu costruita una chiesa.
E' impossibile precisare quando egli sia morto: con molta probabilità dovette perire nella persecuzione di Diocleziano, ma di lui niente si conosce. Nei pressi della sua chiesetta si trova un cimitero cristiano, in cui fu trovata un'iscrizione del 359.
Il culto di Eutizio si diffuse ben presto nell'alto Lazio; i comuni di Soriano e Carbognano, oltre ad erigere in suo onore chiese e cappelle, lo hanno scelto come patrono principale e ne hanno riprodotto l'immagine sullo stemma municipale. Nel 1244 la custodia della chiesa di Eutizio fu affidata dal papa Innocenzo IV ai Benedettini, che vi rimasero fino al 1400. Nel 1496, mentre si ricostruiva la chiesa a lui dedicata, caduta in rovina, fu trovato un sarcofago marmoreo con ossa corrose e, dalle notizie contenute nella passio, si dedusse che si trattava del corpo di Eutizio Nel sec. XVII fu eretta la Confraternita di s. Eutizio e nel 1744 la chiesa fu affidata a s. Paolo della Croce, che vi costruì un ritiro per i suoi Passionisti. Questi la conservano tuttora e l'hanno resa imponente con nuove costruzioni e opere sociali, rendendola un'insigne santuario, meta di numerosi pellegrinaggi.
Nel folklore locale è nota la così detta "manna" di s. Eutizio, della quale si parla già nell'appendice alla passio del santo e di cui si dice che sgorgasse dalla "pietra di s. Eutizio" un liquido biancastro e talvolta anche vermiglio, il cui uso avrebbe operato delle guarigioni miracolose.
Nell'iconografia Eutizio è rappresentato generalmente con le vesti sacerdotali, ma talvolta, come nelI'antico sigillo e nello stemma di Carbognano, con un mazzo di spighe nelle mani.


Autore:
Agostino Amore


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2001-11-27

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