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San Vicinio di Sarsina Vescovo

28 agosto

† 330

Vicinio, che la tradizione vuole primo vescovo della diocesi di Sarsina (oggi unita a Cesena), è ritenuto di origine ligure. Si ritirò come eremita su un monte che ora porta il suo nome. Mentre sacerdoti e popolo di Sarsina erano riuniti per scegliere il vescovo, sulla cima del monte apparve un segno divino. Così il solitario Vicinio divenne pastore della comunità romagnola, dai primi del IV secolo al 330, data della morte. Il suo carisma era quello di scacciare i demoni e guarire i fedeli da infermità fisiche o dell'animo attraverso una catena che poneva loro al collo.

Patronato: Sarsina-Cesena

Emblema: Catena

Martirologio Romano: A Sársina in Romagna, san Vicinio, primo vescovo di questa cittŕ.


La ricerca storica su San Vicinio si ferma ad un manoscritto anonimo del XII secolo, denominato Lectionarium. Questo codice è quasi sicuramente la trascrizione di precedenti note scritte sulla vita di San Vicinio, databile almeno un secolo precedente. Da questo manoscritto apprendiamo che Vicinio si ritiene venuto dalla Liguria, ma potrebbe anche essere originario delle contrade della mediovalle del Savio. Sulla scia della più consolidata tradizione, lo diciamo proveniente dalla Liguria nel periodo a cavallo fra il terzo ed il quarto secolo, nell'imminenza della persecuzione di Diocleziano e Massimiano, databile dal 303 al 313. Sempre sulla scia della tradizione, lo diciamo protovescovo di Sarsina, pur non trascurando l'opinione di coloro che vogliono l'origine della Chiesa sarsinate legata al ravennate Sant' Apollinare o ai discepoli nel I secolo.
Il racconto evangelico del "Giovane ricco" e la scelta di uno stile di vita da penitente nella povertà ha sempre affascinato gli spiriti con l'inquietudine della santità. Anche Vicinio, spinto dall' amore della solitudine, si dedicò alla preghiera, alla meditazione ed alla penitenza in luogo solitario che la tradizione identifica col Monte San Vicinio, ubicato a circa sei chilometri da Sarsina.
La vita santa di Vicinio fu di tale gradimento al Signore che lo scelse pastore della comunità cristiana insediata in Sarsina. La preghiera e la penitenza avevano certamente accresciuto lo zelo per la Casa del Signore e Vicinio si dedicò alla strutturazione del gregge divino diffondendo il Vangelo anche nelle zone più impervie della Diocesi. La cronotassi dei vescovi sarsinati lo colloca primo vescovo della diocesi e afferma che fu guida di questa porzione di Chiesa fino al 28 agosto 330, giorno della sua nascita al cielo.
Penitenza e preghiera, evangelizzazione e conduzione del popolo di Dio sono i cardini a cui San Vicinio aveva incatenato la sua vita e sono pure la strada maestra da lui scelta per realizzare la sua personale chiamata alla santità. Ogni santo incarna un particolare carisma e San Vicinio esprime la potenza di Dio nella lotta contro il maligno nella spirituale battaglia di adesione al Vangelo.
Il suo ingresso nella schiera dei beati con la morte alla vita eterna è da considerarsi avvenuto non prima del 330, dopo ventisette anni e tre mesi di ministero episcopale nel sarsinate.
Anche prima della morte, l' intercessione di San Vicinio si rivelò potente in favore di coloro che portavano infermità nel corpo e nello spirito. In tanti ricorrevano e ricorrono a lui quando si manifestano malanni nel corpo, anche molto gravi, ansie, fatiche, dolori, turbamenti, ma soprattutto,quando si manifestano problemi esistenziali e spirituali e attraverso l' utilizzo di una catena che il Santo stesso usava ponendola intorno al collo dei fedeli, riescono a ritrovare pace e serenità.

Alcuni aneddoti
Si narra che l'elezione a Vescovo avvenne per chiamata visibile da parte di Dio. Mentre Presbiterio (nome di persona? nome collettivo dei sacerdoti?) e popolo riuniti, pregavano per la scelta di un nuovo pastore, nel cielo sul monte dove Vicinio pregava apparve un infula episcopale sorretta da angeli. Presbiterio e popolo accorsero sul luogo e acclamarono Vicinio Vescovo della città.
Si narra che un giorno, mentre il santo si recava nel silenzio della montagna per pregare, una quercia devota e riverente piegò i suoi rami fino a terra, inchinandosi alla santità.

Miracoli
Nel Lectionarium si legge di un indemoniato trascinato in vari santuari nel tentativo di riuscire nell' intento di liberarlo dai lacci del demonio. Finchè in Arezzo, sulla tomba del martire Donato, il demonio diede l' indicazione utile: "A nessuno dei Martiri o dei Confessori della fede mi sento obbligato a cedere, se non a San Vicinio, Vescovo di Sarsina, che anche da vivo si oppose sempre a me ed ai miei soci". Fu condotto non senza gravi difficoltà alla tomba di San Vicinio dal Signore e fu liberato dal dominio del demonio nel mentre i sacerdoti celeb-ravano la Santa Messa.
Si legge ancora nel Lectionarium di un mendicante che attribuendo alla catena di san Vicinio un alto valore venale, pensò ben presto di rubarla e darsi alla fuga. Giunse intanto al fiume Savio tentando di allontanarsi il più possibile, ma in realtà passò la notte a correre a vuoto per ritrovarsi al mattino nello stesso punto del fiume. Colto da timore e rimorso, malconcio e ferito, gettò la catena in un gorgo del fiume, ove fu ritrovata tre giorni dopo galleggiante vicino alla riva.

Autore: Mirco Camporesi
 


 

Vicinio nasce in Liguria nel III secolo. Durante la feroce persecuzione dei cristiani, Vicinio si rifugia a Sarsina, in provincia di Forlì-Cesena. Qui si nasconde su un monte poco distante dalla città, che oggi prende il suo nome. Vicinio si raccoglie in preghiera e conduce una vita solitaria, fatta di privazioni. Il suo desiderio è stare a contatto con la natura e con Dio. Verso l’anno 303, la popolazione di Sarsina prega il Signore perché deve essere eletto il loro primo vescovo. All’improvviso la gente, con grande stupore, vede apparire sopra al monte due angeli che sorreggono alcuni lembi di stoffa indossati tradizionalmente da un vescovo. Il segnale è inequivocabile. In cima a quel monte vive l’eremita arrivato dalla Liguria che prega tutto il giorno e compie miracoli di guarigione dalle malattie del corpo e, soprattutto, dell’anima.
Vicinio viene proclamato, a furor di popolo, vescovo. Carica che l’eremita ricopre per ventisette anni, anche se non abbandona il suo monte dove spesso fa ritorno per pregare meglio. Vicinio diffonde le parole del Vangelo e aiuta il prossimo a essere più buono e a sfuggire le azioni malvagie. Si narra che durante il suo cammino verso la montagna, al suo passaggio una grande quercia si sia inchinata con i suoi lunghi rami, fino a toccare terra. Per le sue guarigioni Vicinio usa una “catena” di ferro, un collare che fa indossare al malato e che lui stesso si appende al collo quando prega. La tradizione racconta che, dopo la sua morte, avvenuta a Sarsina nel 330, un ladro abbia rubato la “catena” per rivenderla credendo, così, di poterne trarre un profitto. Il manigoldo, però, con in mano la “catena” rubata, comincia a correre per allontanarsi dal paese giungendo al fiume Savio, ma, dopo aver corso tutta la notte, al mattino si ritrova nello stesso posto da cui è partito. Allora, impaurito e pentito, abbandona la “catena” che viene subito dopo ritrovata e conservata nella Cattedrale di Sarsina assieme alle spoglie del santo.
La “catena” di San Vicinio ha risolto in bene tante sofferenze dello spirito anche dopo la morte del vescovo e, ancora oggi, richiama numerosi pellegrini da luoghi vicini e lontani. Ogni anno, il 28 agosto, Sarsina festeggia il suo protettore con spettacoli, fuochi d’artificio, mostre e stand gastronomici. Molto richieste dai turisti e, soprattutto, dai fedeli romagnoli sarsinati, sono i curdlen benedetti, fili colorati di seta intrecciati che i devoti mettono al collo come una moderna “catena”.


Autore:
Mariella Lentini


Fonte:
Mariella Lentini, Santi compagni guida per tutti i giorni

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Aggiunto/modificato il 2023-08-16

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