Osio Sotto, Bergamo, 19 luglio 1888 - Bergamo, 5 febbraio 1975
A Osio Sotto (Bergamo) nasce Giuseppe Vavassori il 19 luglio 1888. Celebra la sua prima Messa nella chiesa di Santa Grata a Bergamo. Desidera realizzare un “suo” Patronato, una casa-famiglia. Sorgerà il nuovo Patronato San Vincenzo. Muore a Bergamo nell’inverno del 1975. Mons. Francesco Beschi, Vescovo di Bergamo, in data 23 novembre 2023 ha pubblicato l'editto con cui avvia la causa di beatificazione e canonizzazione.
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Don Giuseppe Vavassori (chiamato comunemente don Bepo) nacque il 19 luglio 1888 a Osio Sotto (Bg), decimo di diciassette figli, da una famiglia di artigiani di modeste condizioni economiche. Entrò nel Seminario diocesano all’età di 12 anni e percorse tutto l’iter di formazione e preparazione al sacerdozio, essendo ordinato presbitero il 25 luglio 1912 dal Vescovo di Bergamo Mons. Radini-Tedeschi, assistito dal segretario don Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII. Dopo alcuni incarichi pastorali in parrocchie della diocesi, don Bepo fu chiamato a svolgere il ministero di cappellano militare durante la prima guerra mondiale ( 1916-1920). Quindi ricevette alcuni incarichi diocesani, tra cui quello di Direttore spirituale nel Seminario diocesano e poi quello di redattore del quotidiano “L’Eco di Bergamo”, di cui in seguito diverrà direttore.
È a partire dagli anni 1925-1927 che don Bepo si prese a cuore l’opera del Patronato San Vincenzo di cui fu di fatto fondatore e quindi nominato direttore fino alla morte. L’opera si sviluppò in diverse sedi, sia cittadine che provinciali, raccogliendo bambini e ragazzi abbandonati, poveri e bisognosi di assistenza e fornendo loro una casa e una formazione di base e professionale. Vennero poi gli anni della seconda guena mondiale e don Bepo nel 1943 fu arrestato con l’accusa di favorire la Resistenza (23 novembre – 29 dicembre). Finita la guerra egli poté continuare ad occuparsi dello sviluppo dell’opera Patronato San Vincenzo, con la benedizione anche di Papa Giovanni XXIII, che il 30 dicembre 1960 concesse all’opera una particolare udienza.
Nel 1966 iniziò l’interessamento di don Bepo per le missioni diocesane in Bolivia, prendendo accordi con il Presidente boliviano per l’assunzione come Patronato San Vincenzo della direzione della nuova Ciudad del Nino di La Paz. Da allora don Bepo, con l’ ausilio di altri sacerdoti diocesani, sviluppò diverse opere in terra di missione boliviana. Nel 1969 l’opera del Patronato pose la sua sede principale nel complesso cittadino denominato Conventino, dove vennero avviate ospitalità e scuole di formazione (anche per migranti), e fu aperto un Centro psico-sociale per le famiglie in difficoltà e un’associazione per le adozioni. Nello stesso complesso del Conventino nel 1973 venne inaugurata la Casa del Giovane per offrire ospitalità a giovani studenti e lavoratori.
Don Bepo, divenuto ormai anziano, iniziò ad accusare dei malesseri che il 5 febbraio 197 5, all ‘età di 86 anni, lo portarono alla morte, dopo aver ricevuto dal Vescovo Mons. Gaddi l’Unzione degli infermi. La cerimonia funebre vide un’ampia partecipazione di Vescovi, sacerdoti e fedeli, soprattutto di ex alunni del Patronato San Vincenzo. Don Bepo fu dapprima sepolto nel cimitero monumentale di Bergamo e poi la sua salma nel 1976 fu posta in una cappella del Patronato, dove tuttora riposa, meta di visite e preghiere di tante persone bisognose di aiuto.
Sacerdote di fede profonda e di intensa umanità, don Bepo, nonostante il piglio un po’ severo, conservò sempre uno sguardo paterno e benevolo, attento ai bisogni nascenti e quindi pronto a
riversarsi sul prossimo povero e abbandonato, raccogliendo stima e amore da parte di chi lo incontrava. L’apostolato di don Bepo spaziò dalla cura pastorale ordinaria di alcune parrocchie all’attività culturale legata al giornale provinciale per incentrarsi poi sull’attività caritativa sia diocesana che missionaria.
Attorno a sé don Bepo raccolse altri sacerdoti che condivisero il suo operato, dando vita ad un'associazione che dal 1990 ha preso la forma canonica di “Comunità missionaria dei preti del Patronato San Vincenzo”, mentre l’insieme dell’opera, comprensiva anche del! ‘ apporto dei laici, ha oggi la configurazione anche civile di “Fondazione Opera Diocesana Patronato S. Vincenzo” . L’opera, seguendo lo spirito e il carisma di don Bepo, sta affrontando oggi le nuove necessità poste dalla vita sociale locale, nazionale e internazionale, sempre ali ‘ interno e in consonanza con l’azione diocesana.
Proprio questa grande eredità umana e cristiana lasciata da don Bepo attesta la significatività della sua figura sac rdotale, avvolta di fama di santità già in vita e proseguita nel tempo, divenendo anche per l’oggi una testimonianza esemplare di vita donata interamente per gli altri e di ministero sacerdotale svolto con fede, intelligenza, coraggio e zelo per la salute del corpo e dello spirito soprattutto dei più piccoli e bisognosi.
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