Subito dopo la morte di Santa Caterina da Siena, di cui Maconi era discepolo, egli volle esaudire il desiderio della patrona d’Italia che voleva per lui un futuro tra i monaci certosini. Maconi, convintosi, entrò il 19 maggio 1381nella certosa di Pontignano, a pochi chilometri da Siena, nel luogo che era già stato meta di visita e ritiro spirituale per Caterina. Il seguace della santa, distintosi per le sue qualità, dopo qualche anno, ricoprì l’incarico di Priore dal 1383 al 1389. La sua fama e le sue virtù attirarono l’attenzione di Gian Galeazzo Visconti duca di Milano, il quale nel 1389 esortò il trasferimento di Maconi, da Pontignano a Milano, dove divenne nel 1390 Priore della certosa di Garegnano. Gian Galeazzo, scrisse ai governanti della Repubblica senese nel cui territorio sorgevano Maggiano, Belriguardo e Pontignano dicendo che “Siena aveva più certose di qualunque altra città del Cristianesimo” esse erano floride e ben dirette, pertanto auspicava per Milano la stessa sorte. I rapporti tra Maconi e Gian Galeazzo furono eccellenti, si strinse difatti tra loro un forte legame, che portò il Priore certosino a diventare il consigliere personale di Caterina Visconti, cugina e seconda moglie di Gian Galeazzo. Stefano diffuse nel Milanese la devozione alla Madonna delle Grazie, importata dall’Oriente nel 1378 e sostenuta da papa Urbano VI per impetrare l’aiuto della Vergine nella risoluzione dello scisma della Chiesa occidentale. Maconi sostenne Caterina, la quale non riuscendo ad avere figli, (una figlia era nata e morta nel giugno 1385), convincendola di fare voto alla Madonna delle Grazie, e di mettere ad ogni eventuale figlio come secondo nome Maria. La Duchessa, seppur confortata dal certosino, continuava ad avere gravidanze a rischio, e l’8 gennaio 1390, all’approssimarsi di un nuovo parto, su suggerimento di Maconi fece voto di costruire una Certosa presso Pavia se fosse sopravvissuta: “Et giunto l’anno mille trecento novanta a punto, a otto di gennaio, Caterina mogliera di Giovan Galeazzo, Conte di Virtù, votandosi sotto forma di testamento ordinò che in una villa del Pavese, dove spesse volte andava, si dovesse fabricare un monasterio di Certosini con dodici monaci, et in caso di parto morendo, pregò il marito che volesse adempiere tali ordinationi raccomandandogli la sua famiglia specialmente i fratelli e le sue sorelle.” Il bambino morì, ma Caterina si salvò e mantenne il voto. Pertanto furono così iniziati i lavori per la costruzione della certosa di Pavia, la cui prima pietra fu posta il 27 agosto 1396, e fu dedicata alla Madonna delle Grazie (Gratiarum Carthusia). Possiamo quindi affermare, che se Caterina, fu fundatrix et fautrix, il beato Maconi ne fu l’ispiratore, contribuendo alla realizzazione della meravigliosa certosa pavese ed istituendone la particolare devozione a Maria. La forte personalità di Maconi gli permise, di diventare Priore Generale (1398-1410) in un periodo particolarmente lacerante per la Chiesa occidentale, egli si impegnò fortemente per eliminare le divisioni derivanti dal Grande Scisma d’Occidente. Dopo aver dato le dimissioni da Priore Generale (1410) egli ritornò alla sua amata Pontignano, e poi giunse a Pavia, ricoprendo l’incarico di Priore. Morirà il 7 agosto 1424, nella certosa di Pavia, come semplice monaco, poichè egli già da tre anni aveva smesso di ricoprire l’incarico di massima autorità della comunità monastica. È venerato come beato dall’ordine certosino, che lo commemora l’8 dicembre. In conclusione, va detto che Santa Caterina aveva intuito con estrema lungimiranza le capacità di quel giovane senese, che le fu discepolo per tanti anni, esortandolo alla vita monastica certosina, e che risultò essere una figura fondamentale per lo sviluppo dell’ordine di san Bruno.
Fonte:
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