E’ quel che si suol dire un “gran bel cranio”: mente aperta, intelligenza viva, propensione per gli studi, con in più il “bernoccolo” per la giurisprudenza, che è un po’ il “difetto” di famiglia, visto che avvocati sono stati sia suo padre che suo nonno. Un percorso scolastico rapidissimo e brillante, il suo, da vero “enfant prodige”, che lo porta ad avere la laurea in tasca, ottenere un primo incarico di insegnamento universitario e aprire uno studio legale ad appena vent’anni.
Luis de Trelles y Noguerol è nato a Viveiro (Lugo) il 19 agosto 1819: con le qualità che si ritrova, la cultura che ha acquisito e soprattutto con la voglia di lavorare che lo contraddistingue, ha praticamente tutte le strade spianate davanti a sé. Comincia a farsi conoscere ed apprezzare per la sua intensa attività forense, mentre è anche molto ricercato negli ambienti militari, in cui ottiene incarichi e consulenze prestigiose e la sua firma diventa una delle più autorevoli e contese dalle pubblicazioni legali specializzate dell’epoca. Tutto assorbito dalla sua vorticosa professione e dalla prestigiosa carriera che gli si profila anche in campo giornalistico, Luigi si trasferisce a Madrid, si conquista un posto di rilievo nella capitale, si butta in politica e viene anche eletto deputato. Tutto questo con una sfibrante attività lavorativa, a scapito della cura di sé, dei propri affetti e anche della sua pratica religiosa, a proposito della quale si può dire che abbia perso per strada la fede che la famiglia gli ha trasmesso e che nell’infanzia ha coltivato.
A dimostrazione, però, che il seme buono prima o poi germina sempre, inizia anche per lui un riavvicinamento alla fede, forse in conseguenza di una progressiva delusione che lo porta a disamorarsi della politica perchè incapace di soddisfare in pieno le sue istanze di verità e di giustizia. Inizia con lo svolgere pratiche legali per la povera gente, tanto da venir subito classificato come “avvocato dei poveri”: non accetta mai nessun compenso, ma li difende con l’identica passione ed ancora maggior competenza dei “principi del foro” suoi contemporanei. Questo impegno “personale” e volontaristico gradatamente si perfeziona ed affina, arrivando a coinvolgere altri colleghi in una sorta di attività da “difensore civico” ante litteram. Di pari passo con questa attività, importa nel 1858 prima nella sua città natale, e diffonde poi in tutta la Spagna, la Conferenza di San Vincenzo: perché anche i poveri, come tutti, hanno la bocca sotto il naso e ad alcuni manca il minimo indispensabile per vivere.
Nella Spagna squassata dalla guerre carliste, Luis vede nell’adesione al Carlismo l’ultima spiaggia in difesa della Chiesa e contro l’anticlericalismo serpeggiante. Paga di persona, anche con la detenzione e la gogna politica, questo suo aperto schieramento, ma una volta riottenuta la libertà eccolo subito impegnato a difendere i prigionieri politici dell’uno e dell’altro schieramento, strappandone dal carcere e dalla fucilazione circa 20 mila. Nel riordino generale della sua vita trovano finalmente spazio anche i sentimenti: a 43 anni sposa Adelaida Cuadrado Retana, vedova e con un figlio, che Luis ama esattamente come i suoi tre, due dei quali muoiono però a pochi anni. L’avvocato dei poveri, per i quali ha messo in gioco la sua vita e la sua professione, non può però fermarsi qui, perché i poveri portano sempre all’Eucaristia: in un viaggio a Parigi del 1862 “scopre” l’adorazione notturna, che in Francia è già ben radicata, e se ne innamora.
Scopre su se stesso i benefici effetti della preghiera notturna e sogna di poterla proporre anche in Spagna, anche se è ben consapevole che nel periodo storico che si sta vivendo una riunione di cattolici, specialmente di notte, suonerebbe come una provocazione allo Stato. Vi riesce infatti solo nel 1877, con un primo gruppo di sette adoratori, che cresceranno, lui vivente, fino alla rispettabile cifra di 25 mila, sparsi in tutta la Spagna e non solo. Nel 1881 si aggiungeranno le “Cameriere di Gesù Sacramentato”, come suo personale tentativo di riconoscere uno spazio ecclesiale alla donna, in un momento in cui, più che non ora, il servizio all’altare era riservato soltanto ai maschi. Gli ultimi anni della sua vita sono dedicati ad attraversare la Spagna in lungo e in largo, da un centro eucaristico all’altro, per infiammare, esortare, organizzare. Muore il 1° luglio 1891 ed il 23 gennaio 2015 la Chiesa ha riconosciuto le sue virtù eroiche, accordandogli il titolo di “venerabile”.
Autore: Gianpiero Pettiti
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