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La loro storia, pur incerta, delinea un profilo biografico e contestualizza il loro martirio. Il Martirologio Romano li menziona al 15 aprile sotto l'imperatore Adriano. I Sinassari bizantini non li includono, ma il Menologio di Basilio II dedica attenzione a Pausillipo, identificandolo come compagno di Teodoro. Sotto Adriano, Pausillipo fu arrestato per la sua fede cristiana e condotto dinanzi all'imperatore. La sua professione di fede lo condannò alla flagellazione e al deferimento al prefetto d'Europa Prisco o Praico. Condannato a morte per la sua ostinazione, Pausillipo fuggì miracolosamente durante il tragitto verso il supplizio. Si rifugiò in un luogo sicuro, dove morì in preghiera.
Martirologio Romano: In Tracia, santi Teodoro e PausÃlipo, martiri, la cui passione si dice sia avvenuta sotto l’imperatore Adriano.
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Le figure di Teodoro e Pausillipo, santi martiri venerati in Tracia, si affacciano a noi da un mosaico di fonti agiografiche, non prive di discrepanze e lacune. La loro storia, pur frammentaria, ci permette di delineare un profilo biografico e di contestualizzare il loro martirio, aprendo uno spiraglio sulla complessa realtà della Chiesa primitiva.
Il Menologio del cardinale Sirleto li menziona al 15 aprile, senza specificare la località del loro martirio. Il Martirologio Romano riprende questa notizia, includendo la data e l'imperatore Adriano come riferimento storico, offrendoci un primo punto di riferimento cronologico.
I Sinassari bizantini, pur non menzionando Teodoro e Pausillipo al 15 aprile, ci forniscono preziose informazioni. In particolare, il Menologio di Basilio II, all'8 aprile, dedica una specifica attenzione a Pausillipo, identificabile come il compagno di Teodoro.
Secondo questa fonte, il martirio di Pausillipo si svolse sotto il regno dell'imperatore Adriano (117-138), un periodo di turbolenze per la comunità cristiana. Arrestato per il suo zelo nel propagandare la fede, fu condotto dinanzi all'imperatore e sottoposto a un duro interrogatorio. La sua aperta professione di fede in Cristo determinò il suo deferimento al prefetto d'Europa (Tracia), Prisco o Praico, figura di cui si sa ben poco.
Condannato a flagellazione, Pausillipo fu nuovamente sollecitato ad abiurare la sua fede, ma rimase irremovibile nella sua convinzione. La sua ostinazione lo condannò alla decapitazione, pena capitale riservata ai crimini più gravi.
Durante il tragitto verso il luogo del supplizio, i suoi vincoli si sciolsero miracolosamente, permettendogli di fuggire. La fuga di Pausillipo, descritta nel Sinassario di Basilio II con toni quasi leggendari, assume un valore simbolico, rappresentando la vittoria della fede sulla morte.
Pausillipo si rifugiò in un luogo sicuro, dove poi morì in preghiera, circondato dalla pace e dalla serenità. La sua morte, pur tragica, assume un significato di speranza e di rinascita eterna.
La ricostruzione del martirio di Teodoro e Pausillipo presenta alcune incertezze, legate principalmente alla fuga di Pausillipo. Tuttavia, la loro venerazione come santi martiri è attestata da diverse fonti agiografiche, confermando la loro importanza nella tradizione cristiana.
La commemorazione di Teodoro e Pausillipo avveniva in due date:
- 15 aprile: la "Livasus" dei due santi era celebrata nel ricovero dei vecchi del quartiere di Melobe a Costantinopoli, un luogo di accoglienza e di cura per gli emarginati.
- 8 aprile: data alternativa per la commemorazione di Pausillipo nel Menologio di Basilio II, a testimonianza della sua devozione e del suo culto.
Autore: Franco Dieghi
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