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San Febadio di Agen Vescovo
Festa:
25 aprile
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† 393 circa
Vescovo di Agen, nacque in Aquitania, probabilmente nella stessa città di Agen, in un periodo imprecisato tra il concilio di Sardica (342-43) e il 357. La sua fama è legata al suo strenuo ed esemplare impegno nella difesa della fede nicena contro l'arianesimo. Nel 357 scrisse un libro per confutare la seconda formula di Sirmio, inviata da Costanzo nella Gallia, e al concilio di Rimini del 359 si batté con forza per la verità della fede nicena, rischiando l'esilio e la morte. Pur sottoscrivendo inizialmente una formula ambigua a causa di inganni, Frediano si ritrattò pubblicamente, dimostrando integrità e conservando la sua autorevolezza. Presiedette i concili di Valenza (359) e Saragozza (374) e la sua fama di vescovo zelante e dotto è testimoniata da san Girolamo nel De viris illustribus. Le sue reliquie riposano a Venerque dal 1112 e la sua festa si celebra il 25 aprile.
Martirologio Romano: Ad Agen nella regione dell’Aquitania, in Francia, san Febadio, vescovo, che scrisse un’opera contro gli ariani e protesse il suo popolo dall’eresia.
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Nacque in Aquitania e probabilmente nella stessa Agen. Non si conosce l'anno della sua elevazione all’episcopato che, tuttavia, sembra doversi porre dopo il concilio di Sardica (342-43) poiché il suo nome non appare tra quelli degli altri vescovi che ne sottoscrissero gli Atti, e prima del 357, anno in cui respinse la seconda formula di Sirmio, inviata da Costanzo nella Gallia; scrisse anzi un libro per confutarla.
Prese quindi parte al concilio riminese del 359 in cui combatté con grande forza dell'animo invitto per la verità della fede nicena a fianco di Sebazio di Tongres, pronto a tutto, anche all'esilio e alla morte, piuttosto che accettare le formule proposte dai vescovi inclini all’arianesimo; e se, tratto in inganno dalle sottili frodi degli avversari, finì col sottoscrivere una formula pervasa di veleno, avutane coscienza, senza por tempo in mezzo, fornì pubblica prova dell’integrità della sua fede, conservando la fama e l’autorità di cui aveva sino ad allora goduto.
Nel 359 fu chiamato a presiedere il concilio di Valenza e nel 374 quello di Saragozza. Viveva ancora nel 392, quando san Girolamo scriveva il De viris illustribus: «Phebadius, Agenni Galliarum episcopus, edidit contra Arianos librum. Dicuntur et eius alia esse opuscula quae necdum legi [o, inveni]. Vivit usque hodie, decrepita senectute».
Le reliquie riposano a Venerque, nella diocesi di Tolosa, dal 1112.
La sua festa si celebra il 25 aprile (nel nuovo Proprio di Agen il 26).
Autore: Pietro Burchi
Fonte:
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