† 558 circa
Nato a Bayeux, Marculfo, uomo di profonda fede, lasciò i suoi beni ai poveri e agli orfani per dedicarsi alla vita religiosa. Formatosi alla scuola del vescovo Possessore, venne ordinato prete a trent'anni e condusse vita missionaria. La sua santità attirò molti discepoli che, grazie a una donazione di Childeberto I, egli raccolse in un monastero a Nanteuil, di cui divenne abate. Trascorreva la Quaresima in un'isoletta vicina, dove morì nel 558. Il suo culto si diffuse in Francia e oltre, venerato per la sua santità e per il "privilegio" che, si credeva, gli permettesse di guarire le scrofolosi attraverso il tocco dei re di Francia. Le sue reliquie furono oggetto di numerose traslazioni e venerazioni, fino alla Rivoluzione Francese.
Martirologio Romano: Sull’isola di Nanteuil in Bretagna, san Marcolfo, eremita, poi monaco e abate di quel monatero.
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Nato a Bayeux, dopo aver lasciato i suoi beni ai poveri e agli orfani, si recò a Coutances, dove si formò alla scuola del vescovo Possessore. A trent'anni venne ordinato prete e condusse vita missionaria.
Per la santità della vita, Marculfo attrasse molti discepoli che, grazie a una donazione di Childeberto I, egli raccolse in un monastero a Nanteuil, di cui divenne il primo abate. Trascorreva la Quaresima in un'isoletta vicina, chiamata più tardi S. Marculfo, dove mori nel 558.
Dopo l'898 il suo corpo fu trasferito a Corbeny (diocesi di Laon, oggi di Soissons) dove nel 906 fu fondato un priorato dall'abbazia di S. Remigio di Reims.
Il nome di Marculfo si trova già in diversi mss. del Martirologio Geronimiano, in quello di Usuardo e in tutti i martirologi benedettini, sempre al 1° magg. Nelle diocesi di Bayeux e di Digione invece la festa del santo era celebrata l'11 magg., a Corbeny vi erano due celebrazioni relative alla traslazione: il 17 luglio e l'11 settembre
Il culto del santo si diffuse anche fuori della Francia, nel Brabante, nelle Fiandre, nonché nella Germania renana dove era particolarmente venerato nella chiesa di S. Paolo di Aix-la-Chapelle. I pellegrini lo imploravano soprattutto per essere liberati dalle malattie della pelle.
Nel 1229, Anselmo di Mauny, vescovo di Laon, fece deporre le reliquie di M. in una nuova cassa offerta da s. Luigi, mentre la testa fu custodita in un reliquiario separato. Ebbero luogo nuove traslazioni nel 1252 e nel 1295. Nel 1790 la cassa fu trasferita nella chiesa parrocchiale e poi venne asportata, ma le reliquie furono conservate.
Il nome di Marculfo è associato al « privilegio » che, nel 906, avrebbero ottenuto dal santo i re di Francia: quello di guarire, toccandole, le piaghe. Dopo essere stato incoronato a Reims il re, per lo meno da s. Luigi a Luigi XIII, si recava in pellegrinaggio a Corbeny, vi venerava il capo del santo e, dopo aver ascoltato la Messa, faceva sui malati un segno di croce dicendo: « Il re ti tocca, Dio ti guarisce ». La testa del santo fu trasportata a S. Remigio di Reims da Luigi XIV e Luigi XV; Luigi XIV poi vi fece trasportare anche la cassa contenente tutte le ossa; l'ultimo re che volle usare del «privilegio» fu Carlo X, nel 1825; le reliquie del santo furono quindi trasportate all'ospizio di S. Marculfo di Reims.
Autore: Rombaut Van Doren
ICONOGRAFIA
In veste di abate benedettino, con il pastorale nella destra, Marculfo è rappresentato trionfante sul demonio nella statua in pietra policroma della chiesa di St-Jean-de-Losne (sec. XV). Altre raffigurazioni, invece, alludono in modo particolare ai suoi miracoli e soprattutto al dono di guarire le malattie della pelle attribuitogli dalla tradizione francese.
Ai miracoli in genere si riferiscono le vetrate della cattedrale di Coutances (sec. XIII), gli affreschi della sala del tesoro nella abbazia di St-Riquier-en-Ponthieu (1520) e un dipinto di Michel Bouillon nella chiesa di S. Brizio a Tournai. Alla guarigione dalle su ricordate malattie alludono la statua della chiesa di Bouilly (sec. XV) e, con un più diretto riferimento alla facoltà risanatrice trasmessa ai re di Francia, il quadro di Jean Jouvenet nella chiesa di St-Riquier (1690) in cui si vede il santo assistere nella pietosa bisogna il re Luigi XIV.
Autore: Maria Chiara Celletti
Fonte:
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