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San Martino di Vienne Vescovo
Festa:
1 luglio
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III-IV sec.
Martino figura al terzo posto nel catalogo episcopale di Vienne nel Delfinato, secondo una successione attendibile. Il Martirologio Romano lo indica come discepolo degli Apostoli, basandosi sulla tradizione molto tardiva e unica della Cronaca di Adone di Vienne (815); anche nel Liber episcopali Viennensis ecclesiale dell'arcivescovo Leodegario (morto nel 1070) si dice che Martino visse all'epoca di Nerone, Vespasiano e Tito. E' peraltro noto che questi due autori fanno sistematicamente risalire la fondazione della Chiesa di Vienne al tempo degli Apostoli. Martino è stato perfino presentato come martire e discepolo di Cristo, che avrebbe visto soffrire sulla croce. In realtà, Vero, successore di Martino, assisteva al concilio di Arles nel 314 e quindi l'episcopato stesso di Martino va posto tra la fine del III secolo e l'inizio del IV. Il Martirologio Geronimiano lo iscrive all'11 maggio unitamente a san Mamerto (463-474), ma già al tempo di Adone Martino aveva la sua festa al 1° luglio.
Martirologio Romano: A Vienne nella Gallia lugdunense, in Francia, san Martino, vescovo.
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Le informazioni su San Martino (lat. Martinus; fr. Martin) di Vienne sono perlopiù frammentarie e provengono da fonti tarde, tra cui la "Cronaca di Adone di Vienne" (815) e il "Liber episcopali Viennensis ecclesiale" dell'arcivescovo Leodegario (1070). L'inattendibilità di alcune di queste fonti, che collocano Martino all'epoca di Nerone, Vespasiano e Tito, ha indotto gli storici a ridimensionare la sua cronologia. Verosimilmente, il suo episcopato si colloca tra la fine del III secolo e l'inizio del IV, come testimoniato dalla presenza del suo successore Vero al concilio di Arles nel 314. La sua festa liturgica si celebra il 1° luglio.
Martino, originario del territorio gallico, fu discepolo degli Apostoli e si distinse per la sua fervente fede e il suo impegno nella diffusione del cristianesimo. Consacrato vescovo di Vienne, guidò la sua diocesi con saggezza e dedizione, dedicandosi alla predicazione, all'organizzazione della vita ecclesiale e all'assistenza ai più bisognosi. La sua fama di taumaturgo, ovvero di operatore di miracoli, si diffuse rapidamente, attirando a lui la venerazione del popolo.
Tra i numerosi episodi narrati nella sua agiografia, uno in particolare ha assunto un valore iconografico e simbolico di grande rilevanza: il gesto del mantello. Durante un pattugliamento invernale a cavallo, Martino incontrò un mendicante seminudo che soffriva terribilmente il freddo. Mosso da compassione, il futuro vescovo tagliò in due il suo mantello militare e ne donò una metà al povero. La notte seguente, Martino ebbe un sogno in cui Gesù gli appariva, indossando proprio la metà del mantello donato al mendicante. Questo episodio divenne un potente simbolo di carità e condivisione, incarnando i principi di amore fraterno e dedizione al prossimo che animavano la vita di Martino.
La fama di San Martino di Vienne si diffuse rapidamente in tutta la Gallia e oltre, facendo di lui uno dei santi più venerati del suo tempo. A lui furono dedicate numerose chiese e monasteri, e il suo nome divenne sinonimo di santità e altruismo.
Autore: Franco Dieghi
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